Le cerchie di Facebook

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Una compagnia telefonica attiva una conversazione dedicata solo ai propri utenti in abbonamento e la pubblica solo sul newsfeed degli abbonati, non includendo chi ha la ricaricabile e non è interessato.

Una compagnia aerea pubblica un post dedicato solamente ai giovani che non hanno compiuto 30 anni e hanno interesse per il cinema. Il post compare solo nel newsfeed di queste persone, senza coinvolgere le altre.

Da ieri è possibile. Facebook non sta implementando le “cerchie”, come è avvenuto per Google+, ma il social network più diffuso in Italia (e nel mondo) sta cercando gradualmente di offrire alle community e ai brand la possibilità di instaurare relazioni con un approccio per piccoli gruppi, concettualmente simili alle cerchie.

In cosa consiste l’approccio per piccoli gruppi proposto da Facebook?

I fan di una pagina hanno spesso molti interessi in comune, oltre ad aver espresso il proprio “mi piace per un brand”. Ad esempio, chi ha cliccato “mi piace” sulla Facebook Page di Ducati, molto probabilmente è appassionato di motociclismo.

Ci sono poi caratteristiche che segmentano le persone in una community: possono essere demografiche (dove vivono, quanti anni hanno) o psicografiche (che interessi, passioni, modalità di interazione hanno). Tra i fan di un brand di articoli sportivi, ad esempio, potranno esserci nicchie di persone appassionate di running assolutamente non interessate al tennis.

Fino a qualche mese fa era difficile poter raggiungere queste nicchie precisamente e evitando di coinvolgere i non interessati. Le novità che Facebook sta introducendo stanno gradualmente mettendo le marche nella condizione di attivare numerosi livelli di comunicazione dedicati in modo esclusivo a nicchie specifiche.

Microtargeting

Quali sono i segni più espliciti di questa novità?

Perché sono rilevanti questi cambiamenti? Anche se non vedremo a breve una funzione “Cerchie” su Facebook, è importantissimo notare come i brand siano sempre più in grado di stimolare conversazioni rilevanti in modo specifico per le nicchie, non più solo attivando pagine parallele e tematiche (soluzione comunque molto valida in alcuni casi), ma attivando micro-suddivisioni all’interno della stessa pagina.

È utile per le marche studiare la propria community per comprenderne i sottogruppi che la compongono, attivando conversazioni e contenuti sempre più specifici con le nicchie più rilevanti. Considerare questo aspetto sarà sempre più rilevante in futuro per le strategie di conversazione su Facebook.