Anche in azienda la comunicazione diventa più social, con Workplace by Facebook

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Luca Della Dora
Facebook è utilizzato, ogni giorno, da 1.13 miliardi di persone (1.03 accede da dispositivi mobile). Le persone lo usano per connettersi con i propri amici, per informarsi, per condividere contenuti di loro interesse, ma anche per sviluppare relazioni utili alla loro vita professionale.

Ieri è stato annunciato il lancio globale di Workplace (fino a ieri noto come Facebook@Work): si tratta di una versione di Facebook pensata per le aziende, che comprende la maggior parte delle funzionalità di Facebook che tutti conosciamo (e con cui abbiamo già familiarità), più una serie di feature implementate ad hoc (come, ad esempio, i Multi-Company Groups, che permettono a più aziende di collaborare su progetti comuni, rendendo la comunicazione e lo scambio di informazioni decisamente più semplice e naturale, o gli analytics relativi all’attività interna alla piattaforma).

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In We Are Social abbiamo avuto la possibilità di testare Workplace by Facebook da qualche mese a livello di network, e la piattaforma si è dimostrata uno strumento di collaborazione davvero efficace, perché non si tratta di un’ulteriore piattaforma che richiede periodi di apprendimento, o che ci mette di fronte alla necessità di presidiare un ulteriore nuovo spazio di comunicazione: è Facebook a tutti gli effetti, e, proprio per questo, è facilmente accessibile in qualsiasi momento e ovunque.

Uno dei principi che hanno guidato lo sviluppo di Workplace (che ha coinvolto in questa fase di test più di 1000 aziende di diverse dimensioni – da realtà come We Are Social, a multinazionali come Danone, Starbucks e booking.com) riguarda l’assunto che le persone lavorano e collaborano nei modi più disparati, a volte trovandosi fisicamente nello stesso luogo, altre collaborando da sedi lontane, e altre ancora in completa mobilità. Facebook mette a disposizione 2 app mobile, proprio come per Facebook: una consente di accedere al feed, ai gruppi e a tutto lo spazio di condivisione “classico” di Facebook, l’altra è una versione di Facebook Messenger dedicata (che permette, ad esempio, di organizzare call o scambio di file).

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Workplace rappresenta un passaggio molto importante per le aziende, perché – a differenza di Slack, Yammer o altri tool come Evernote e Quip – la fase di training di tutte le persone che lo useranno non è necessaria: chiunque abbia usato Facebook avrà già familiarità con la piattaforma e sarà – da subito – pronto a creare contenuti utili ad essere condivisi internamente, e lo potrà fare esattamente come farebbe con Facebook.

Si tratta di un trend sempre più diffuso a livello aziendale, che testimonia come i social media siano ormai parte importante della vita di (molti) milioni di persone, e che siano uno strumento in grado di connetterci con efficacia con le persone importanti per noi, sia a livello di “pura relazione”, sia per finalità professionali.

È interessante il commento di Aaron LevieCEO di Box, partner di Facebook – che dichiara:

“This represents a new era of enterprise software where software is much more consumer-oriented—where tools we use in our personal lives bleed into the workplace, and we can much more rapidly adopt them and use them to be more productive.”



Si tratta, a tutti gli effetti, di un’innovazione nel modo in cui le persone potranno collaborare in azienda, a prescindere da dove si trovino in un determinato momento, e collaborando quotidianamente con uffici anche molto lontani, possiamo assicurare che si tratta di uno strumento efficace, che incentiva le persone a interagire, a scambiare opinioni in modo molto più spontaneo rispetto a quanto accade con altri strumenti.

Quando i Multi-Company Groups saranno disponibili per tutti sarà possibile prevedere, ad esempio, una collaborazione molto più snella tra aziende e partner che le supportano nella circolazione di informazioni o di contenuti importanti per tutti i dipendenti, oppure per tutto ciò che riguarda l’educazione (o l’aggiornamento) relativo ad alcune tematiche, oppure alla collaborazione su progetti comuni per cui è importante il coinvolgimento di diverse figure aziendali.

In conclusione, è interesante osservare un cambio di paradigma, per cui una piattaforma consumer, che è ormai parte integrante della vita di miliardi di persone, possa diventare anche uno strumento in grado di migliorare la nostra produttività, senza imporci di imparare un nuovo linguaggio per creare e condividere conoscenza, ma, al contrario, faccia proprio leva sul fatto di averla utilizzata così tanto, per risolvere alcuni problemi tipici di strumenti di questo genere.



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