Migliaia di micro social network

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Nelle prime fasi di crescita di Facebook, mentre il social network iniziava a acquisire utenti con un ritmo mai visto per qualsiasi mezzo di comunicazione nella storia dell’umanità, una delle riflessioni più diffuse tra chi si occupa di marketing sui canali social riguardava cosa avrebbero scelto le persone. Cosa sarebbe successo? Gli utenti si sarebbero accentrati verso un solo canale senza particolari focus tematici oppure avrebbero distrutto l’egemonia di Facebook diversificando la propria attenzione e il proprio tempo verso numerosissimi social network molto specializzati su temi singoli?

Oggi abbiamo la risposta. Nessuna delle due ipotesi si è realizzata, almeno non singolarmente: infatti, entrambi gli scenari si sono realizzati contemporaneamente.

Oggi Facebook ha quasi 845 milioni di utenti attivi in tutto il mondo (8 su 10 sono fuori da Stati Uniti e Canada) e più di 425 milioni di utenti ogni mesi si collega via mobile, rendendo l’utilizzo di questo social network un’abitudine totalmente integrata nelle proprie giornate.

Parallelamente, iniziano a nascere social network di nicchia o basati su interessi, come Instagram (divenuto il social network mobile più grande del mondo) e Pinterest (un network basato su interessi, ancora in beta, ma in crescita fortissima). Accanto a questi network di nicchia con un’ampia diffusione, si sviluppano canali ancora più focalizzati.

Come possono convivere questi due trend? Sembra strano anche solo da ipotizzare, ma il secondo è il risultato del primo. Il social network più diffuso al mondo, Facebook, ha messo a disposizione una serie di tecnologie (conosciute come Open Graph), che permettono di integrare Facebook in qualsiasi esperienza online. Questo ha permesso a tutti i social network (anche al più piccolo del mondo) di avvantaggiarsi di una serie di tool che consentono agli utenti di utilizzare le proprie identità, dati e profili ovunque, senza doversi sempre registrare a qualsiasi nuovo canale.

Facebook Open Graph

I brand iniziano a intuire questo trend e capiscono come, spesso, costruire un social network di nicchia, significhi facilitare un’aggregazione sfruttando tecnologie già esistenti (come quella di Facebook), piuttosto che creare website o “destinazioni” dedicate.

Nascono così esperimenti molto focalizzati, campagne, come l’ormai celebre “Museum of Me” di Intel, come il video personalizzato degli Arcade Fire “The Wilderness Downtown” o come la campagna “Take This Lollipop“.

Ma anche social network molto articolati, come la community di RunKeeper, dedicata ai runner o alla community Fitocracy, dedicata a individuare e superare obiettivi di fitness, a cui RedBull partecipa attivamente da pochi giorni.

Insomma, l’accentramento verso Facebook non significa aggregazione verso un solo luogo (come Facebook.com o le applicazioni mobile), anzi. Significa parallelamente espansione verso canali esterni, verso nuove community e verso interessi verticali, utilizzando il proprio “Social Graph” portatile (l’aggregazione di identità, contenuti e interazioni). Facebook stessa indica le “App all’interno di Facebook” come una delle tre principali modalità in cui Open Graph può essere utilizzato, oltre all’utilizzo all’interno del web o per mobile.

Il futuro di Facebook, quindi, è sempre più “open” e le marche che lo capiranno per prime riusciranno a sfruttare questa tendenza per aggregare community di persone interessate, agendo come facilitatrici di una conversazione, creando un social network e contemporaneamente migliaia di micro social network.

PS: Anche i programmi TV diventano micro social network. Questa caratteristica potrà avere impatti anche sul modo in cui guardiamo la televisione. BBC sta sperimentando i “Perceptive media”: contenuti televisivi personalizzati sulla base delle informazioni dell’utente. Dall’inserimento all’interno del contenuto di immagini, video e elementi dello spettatore fino allo sviluppo di storytelling differenziati sulla base di chi sta guardando. Le potenzialità sono molto interessanti e Facebook Open Graph è una delle tecnologie attualmente più utili a sviluppare questo approccio.