Advertising o promozione delle conversazioni?

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Succede ogni volta che un social network presenta una nuova soluzione: molti canali di comunicazione tradizionali comunicano la novità come “nuovi formati di advertising” utilizzando il proprio linguaggio, il modo in cui sono abituati a ragionare. Questo comporta ovviamente una perplessità da parte degli utenti, che – ovviamente – non vogliono “advertising” in senso tradizionale in un contesto dove avviene una conversazione. È già successo con le email e il fenomeno che tutti chiamiamo “spam”, nessuno vuole che si ripeta sul canale dove spendiamo la maggior parte del nostro tempo online.

Il modello di business dei canali tradizionali – però – è molto diverso da quello dei social network: le soluzioni che i “media” classificano sotto la grande categoria “advertising” spesso non lo sono. È importante introdurre un nuovo concetto, di “promozione della conversazione”, che presenta una analogia con l’advertising (è a pagamento), ma è molto diverso.




La logica è radicalmente diversa. Ricadono nella categoria advertising, ad esempio: buona parte degli spot in TV o al Cinema, le inserzioni sui giornali, parte delle newsletter o le affissioni. Sono ancora pochi gli esperimenti di promozione della conversazione, ma esistono e sono molto interessanti. Ad esempio i Promoted Trends di Twitter, che mostrano un trending topic a un pubblico più ampio, o i Promoted Tweets, che hanno la stessa logica applicata ai Tweet o i nuovi prodotti Facebook presentati al fMC, che mostrano a un’audience più ampia una conversazione che avviene su un luogo legato a un brand.

Resonance e relevance

Ovviamente è indispensabile che l’utilizzo di questi prodotti sia regolamentato per garantirne l’efficacia: è limitato lo spazio di attenzione (e all’interno dei “news feed” degli utenti) che può essere dedicato a queste soluzioni. Se non fosse così, l’affollamento di conversazione promossa andrebbe a sovrastare quello della conversazione organica, creando un ambiente governato solo dagli investimenti. I social network che hanno adottato queste soluzioni hanno dimostrato di comprendere molto bene questo aspetto, gestendo i pesi in modo da mantenere un bilanciamento molto efficace tra le componenti della conversazione.