Perché un brand dovrebbe usare Pinterest

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domenico.armatore

Con i suoi 20 milioni di utenti a livello globale, Pinterest è diventato parte essenziale nelle strategie di molti brand, soprattutto quelli orientati al fashion, food, beauty o technology. In Italia, secondo gli ultimi dati di Global Web Index, Pinterest conta 1,6 milioni di utenti – il 67% dei quali è donna – ma di questi solo una piccola percentuale è realmente attiva. In effetti nel nostro Paese sono “soltanto” 660.000 gli utenti che trascorrono del tempo sul social.

Oltre ai dati puramente quantitativi, ci sono alcuni aspetti qualitativi da prendere in considerazione prima di decidere se stabilire o meno una presenza sul social network di Ben Silbermann ed Evan Sharp. Proviamo a vedere allora quali sono i punti di forza di Pinterest e come alcuni brand li stanno sfruttando al meglio per raggiungere diversi obiettivi.

Pianificare e misurare 
Prima di avviare qualsiasi attività su Pinterest è importante capire quali sono gli obiettivi da raggiungere. Per quale motivo un brand decide di aprire un profilo su Pinterest? Aumentare l’awareness, far crescere la propria community o generare traffico al proprio sito? Avere un’idea chiara degli obiettivi nella fase di analisi aiuterà a capire in che modo calibrare la propria strategia al fine di ottenere i risultati prefissati. Importante è anche avere alcune metriche per poter misurare l’efficacia della propria presenza su Pinterest: ad oggi esistono diversi tool di monitoring non ufficiali, anche se per ora non restituiscono insights precisi e dettagliati.

Visual storytelling
Grazie alla potenza delle immagini, Pinterest consente di raccontare la brand history in maniera emozionale e di “umanizzare” il marchio, ad esempio, attraverso il racconto delle storie del management o dei dipendenti. Dare un volto al brand significa rafforzare la fiducia degli utenti e stabilire con loro una relazione. Un buon esempio in questo senso è rappresentato da Etro, lo storico fashion brand. Oltre alle varie board dedicate alle collezioni, ce n’è una, “World of Etro”, in cui sono state pinnate le foto della famiglia meneghina.

Lead al proprio sito e aumento delle vendite
Secondo gli ultimi dati diffusi da Shareaholic, nel mese di settembre 2012 Pinterest è diventato la quarta fonte di traffico a livello globale, battendo un colosso come Yahoo. Chiunque abbia un profilo su Pinterest può linkare un’immagine al proprio sito. Questo aspetto è fondamentale per quei brand che basano una parte del loro business online: una buona presenza su Pinterest può aumentare traffico al proprio sito e potenzialmente far crescere il numero di clienti.

A tal proposito, una recente ricerca di Bizrateinsights sui comportamenti dei consumatori online, ha dimostrato che il 69% degli utenti intervistati ha effettuato un acquisto dopo aver visto un prodotto su Pinterest, contro il 49% di Facebook. Un brand che sembra aver beneficiato di tale dinamica è stato Etsy, uno dei principali siti di e-commerce a livello globale. Il grafico qui sotto, che è parte della ricerca di Bizrateinsights, mostra come la maggior parte delle persone intervistate, dopo aver visto un prodotto su Pinterest, l’ha poi comprato su Etsy.

Un nuovo modo di conversare
Anche se Pinterest è un social network basato sulla condivisione di immagini, i brand hanno a disposizione diverse possibilità per conversare con i propri followers. Pensiamo al Repin, che equivale alla condivisione su Facebook, al Like o ai commenti: tutte modalità per dare un apprezzamento ai contenuti degli altri utenti. Ma la feature che consente di creare maggior engagment è la board condivisa. I brand possono invitare i propri fan a prendere parte ad una narrazione, esprimendo la loro opinione su un determinato tema attraverso un’immagine. Un ottimo esempio in tal senso è la board condivisa creata da Audi Italia, “L’avanguarida con Audi”. La casa automobilistica tedesca invita gli utenti ad esprimere con un Pin “cosa meglio rappresenta l’avanguardia oggi” secondo loro: un modo efficace per dimostrare che il brand è attento ed interessato alle opinioni della propria community. Spesso l’ascolto è una fase essenziale di una conversazione.

Conoscere la propria community
Pinterest nasce come strumento per catalogare le proprie passioni attraverso le immagini. Infatti, la maggior parte dei Pin condivisi su Pinterest è legata ad un interesse o un desiderio. Questo significa che un brand può capire in modo immediato quali sono i contenuti rilevanti per i propri follower e adattare la propria attività editoriale in tal senso. Un’analisi della propria community può aiutare a capire su quale tipologia di contenuti è possibile spingere per creare interazione.

La forza della condivisione: il ciclo di vita di un Pin
La maggior parte dei Pin su Pinterest sono Repin: questo significa che la condivisione tra gli utenti è un elemento centrale del social network. La slide di seguito, creata da Pierluigi Casolari, mostra il ciclo di vita di un Pin. Se pinniamo un’immagine su Pinterest, non solo essa avrà visibilità tra i nostri follower, ma grazie all’integrazione con Open Graph il nostro network su Facebook vedrà ciò che abbiamo postato, aumentandone la portata. Inoltre, se un’immagine riceve molti Repin, grazie all’algoritmo di Pinterest, potrebbe finire nella categoria “Popular (la divisione per categorie consente di catalogare e trovare contenuti in base ai propri interessi), contribuendo ad estenderne ulteriormente il reach.

Conclusioni
Pinterest rappresenta un’opportunità per quei brand che vogliono sperimentare un nuovo modo di comunicare, e l’approccio al social network è in costante evoluzione, a livello globale. Ed è proprio in questa fase che una buona dose di creatività può determinare il successo di una campagna. Secondo voi, quali sono le best practices su Pinterest, in questo momento, e perché le ritenete vincenti? Diteci la vostra nei commenti.