Mercoledì Social #150

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giovanni.balsamo

Come ogni settimana è giunto il momento del Mercoledì Social, che nel mio caso è anche il primo! Partiamo subito con la nostra overview.

Twitter: Burger King e alcune raccomandazioni sulle password

Come molti di voi sapranno negli ultimi giorni l’account Twitter di Burger King (seguito poi da quello di Jeep) ha subito un brutto scherzo da alcuni hacker. Dopo aver cambiato la visual identity – inserendo il simbolo di McDonald’s – hanno annunciato che Burger King era stata comprata dalla casa della M gialla, oltre a pubblicare alcuni messaggi pieni di insulti, offese e oscenità varie. Dopo mezzora fuori controllo l’account è stato chiuso. Tutto ciò ovviamente ha fatto parlare della sicurezza delle password e questa mattina il blog ufficiale di Twitter ha portato l’attenzione sul tema, con alcuni consigli che ogni utente e brand dovrebbe seguire.

Vine: prime sperimentazioni dei brand

Sono bastate poche settimane a Vine per attirare l’attenzione dei brand e degli esperti del settore. Vine con i suoi video di sei secondi rappresenta infatti un’autentica sfida per realizzare piccoli contenuti di conversazione e condivisione dal forte impatto emotivo. Per le aziende questo si traduce nella possibilità di realizzare dei veri e propri video teasing su prodotti e servizi istantaneamente condivisibili con la propria community. Ecco alcuni esempi per comprendere le potenzialità e le modalità di utilizzo di questa nuova applicazione.

Gap ha scelto di realizzare una clip incentrata sul prodotto, raccontando in soli sei secondi l’evoluzione dei modelli dei jeans dal passato al presente.

Un altro fashion brand su Vine è il nostro cliente Asos, che utilizza l’applicazione non come una semplice vetrina dei prodotti, ma per stimolare i propri follower a generare contenuti. Asos infatti invita i follower a realizzare e condividere le proprie clip di unboxing, utilizzando l’hashtag #ASOSUnbox. Per vedere un esempio cliccate qui.

In conclusione: Vine sembra aprire strade nuove all’interno della comunicazione web dei brand, rappresentando uno strumento innovativo di storytelling e d’interazione con gli utenti. La case history di Asos ci mostra come poter sfruttare in maniera semplice ed efficace le potenzialità di questa nuova applicazione.

Facebook conferma il primato nel social commerce

Grandi o piccole che siano, sono sempre meno le aziende che non hanno una presenza su Facebook. Dopo tutto sul social network di Palo Alto ci sono più di 1 miliardo di persone, cioè un larghissimo bacino di consumatori potenziali. Per identificare una strategia social efficace è necessario porsi una domanda importante: perché le persone decidono di seguire un brand su Facebook? Ecco un’infografica di Ambassador che ci dà alcuni insight interessanti a riguardo, passando in rassegna anche i numeri sempre più significativi per le aziende del social commerce. 

I dati più interessanti per i brand raccolti in quest’infografica sono i seguenti:

L’ultimo punto sottolinea il ruolo di endorser che le persone hanno all’interno dei social network. I brand possono cogliere questa importante opportunità e creare, attraverso una strategia di contenuto, una community di ambassador legata al prodotto.

Differenze di engagement nel video sharing

I video sono un tipo di contenuto molto efficace da utilizzare per creare conversazione nelle pagine Facebook, aumentando l’awareness delle marca. Come sapete, esistono due opzioni per postare i video: facendo un upload direttamente su Facebook, oppure tramite la condivisione di un link che rimanda a YouTube. Queste due modalità di pubblicazione generano dei risultati differenti in termini di engagement. Ecco le peculiarità di entrambi:

Video Facebook

Link YouTube

Questa tabella mostra le differenze di azioni social generate a seconda della tipologia di contenuto:

LinkedIn e l’importanza di un approccio personale

A quanti di voi la settimana scorsa è capitato di ricevere su LinkedIn un messaggio del genere: “Congratulazioni! Il tuo profilo è nel x% dei profili Linkedin più visitati in Italia nel 2012!”? Alcuni ne sono rimasti inorgogliti, molti altri perplessi, dubitando di essere utenti così attivi o ritenendo di aver ricevuto un messaggio standard.

La perplessità degli utenti deriva dal fatto che il contenuto condiviso dal brand non era veramente personalizzato, ma si basava su logiche di misurazione approssimative, senza fare una vera selezione degli utenti. Ciò induce a porre l’attenzione su quanto sia importante, per chi opera sui canali social, offrire agli utenti dei contenuti che siano realmente personalizzabili. Un approccio personale è la base per creare un contenuto rilevante e affine agli interessi delle persone che lo ricevono, stimolandole ad interagire con esso e generando quindi conversazione attorno all’iniziativa proposta. Fateci sapere nella sezione commenti come reagite ai contenuti proposti dalle pagine che seguite.