THANK GOD WE ARE SOCIAL #387

Thank God We Are Social
giulia.romagnosi
Alcuni di voi sapranno che Aprile è il mese dedicato all’autismo e allora vi chiederete, perché mai state leggendo un TGWAS che parla di autismo a Novembre? Sarebbe come aprire un negozio di Halloween a Gennaio!



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Abbiamo due risposte per voi. La prima è che si parla sempre troppo poco o per stereotipi dei disturbi dello spettro autistico e la seconda è che l’autunno per molti ragazzi autistici è un periodo molto importante. È il tempo del ritorno alla routine, quando dopo la fine delle vacanze estive e l’impatto difficile con il rientro a scuola, si ritrova finalmente la calma e tutto torna al suo posto. Ok, direte voi, alzi la mano chi non è mai rimasto traumatizzato dalla prima verifica dell’anno. Ma per un autistico, l’ordine mentale è tutto ed è complesso e faticoso tornare alle abitudini scolastiche interrotte dall’estate.

Nel nostro paese un bambino su cento è colpito da disturbo dello spettro autistico e il dibattito sul tema è sempre più acceso. Nell’ultimo anno, l’hashtag #autismo è stato utilizzato 13.600 volte su Twitter (fonte Sysomos) e nonostante il rifiuto da parte della comunità scientifica delle teorie sulla correlazione tra autismo e vaccini, il dibattito continua ad essere molto acceso. Parallelamente a queste polemiche, sono però aumentati i fenomeni di sensibilizzazione e sempre più brand scelgono di sostenere i ragazzi autistici e le loro famiglie creando per il mercato ambienti e tecnologie autism friendly. Ecco allora alcune cose fighissime accadute negli ultimi mesi che hanno reso la vita un po’ più bella per le persone affette da questo disturbo.

Uno degli esempi più recenti è il primo parco a tema certificato per bambini autistici. Potevano pensarci in molti e invece ci hanno pensato quegli allegri mattacchioni della banda di Sesame Street. La struttura, realizzata in Pennsylvania, ha ottenuto la certificazione di Certified Autism Center (CAC) rilasciata dall’International Board of Credentialing e ha l’obiettivo di offrire un’esperienza totalmente autism friendly grazie ad un personale specializzato e un ambiente protetto in cui gli stimoli sensoriali e ludici si adattino alle esigenze del singolo. A spettacoli e parate, si affiancano zone comfort e aree silenziose adatte a gestire serenamente i momenti di crisi. Ma la famiglia Sesame non era nuova a questo tipo di sensibilità. Il parco prende infatti ispirazione da Julia, il primo Muppet di Sesame Street affetto da autismo che è diventato parte del cast nel 2015.



La stessa certificazione è stata ottenuta anche da Villa Key, una House rentals company che ha deciso di fornire un servizio pensato appositamente per le vacanze delle famiglie con bambini autistici, partendo dall’esperienza personale di figlia di soggetto autistico di una dei fondatori.

La paura dell’ambiente esterno è il primo nemico da combattere e a volte un piccolo aiuto da parte della tecnologia può fare la differenza. In particolare il mondo dei videogame, spesso chiamato in causa quando si parla di isolamento, è in prima linea nella produzione di giochi utili per la stimolazione delle abilità delle persone affette da autismo. Nel 2016 Il fenomeno Pokemon go, aveva portato ad interessanti studi su come i bambini autistici potessero trovare nel gioco uno stimolo a relazionarsi con il mondo esterno. In questo ultimo anno GoFar e Google, hanno unito le forze per lavorare ad una versione dei google glass che sfrutta la realtà aumentata per migliorare le competenze sociali e relazionali delle persone autistiche. La differenza con la versione standard è che gli occhiali AR alterano la realtà con contenuti educativi digitali proiettati. Usando il programma Empowered Brain insieme alla tecnologia Google Glass, il soggetto impara a socializzare attraverso giochi di allenamento con un sistema a punti e premi. I bambini vengono aiutati a riconoscere le emozioni facciali e interagire con adulti e coetanei. I genitori, gli insegnanti e i terapisti rimangono in contatto con il team di neuroscienziati del MIT e di Harvard che stanno seguendo il progetto e che si occupano di inviare loro i dati scientifici che tracciano i progressi e monitorano gli stati emotivi come lo stress e l’ansia. 

Se siete dei normotipici particolarmente empatici, potrebbe interessarvi inoltre il progetto di Bradley Hennessey, un ragazzo australiano affetto da Asperger che ha sviluppato “An Aspie life”, un videogioco in grado di far entrare i soggetti “nella mente di un Asperger”, riproducendo gli ostacoli cognitivi tipici del disturbo e portando il giocatore ad interagire con sollecitazioni sonore e ambientali. 

Fino ad oggi, i problemi di salute mentale delle persone autistiche sono sempre stati attribuiti solo alla malattia stessa. Le cose stanno tuttavia cambiando. Un recente studio pubblicato da SAGE Journals, sostiene che lo stigma sociale e gli ostacoli nel processo di inclusione abbiano un importante ruolo nel peggioramento delle condizioni mentali dei soggetti. Fare qualcosa è un dovere sociale, anche perché un autistico correttamente motivato può fare grandi cose! Prendete Greta Thunberg, la quindicenne svedese affetta da Sindrome di Asperger, diventata una vera e propria paladina della lotta contro il cambiamento climatico. Con il suo “Sciopero della scuola”, Greta guida una piccola grande protesta per sensibilizzare le istituzioni svedesi e non solo verso i gravi danni che il global warming sta portando al nostro pianeta. Potete ammirarla in tutta la sua combattività in questa foto dal suo profilo instagram.



La tenacia di Greta ci racconta del potenziale comunicativo di molte persone affette da autismo. Queste esperienze di inclusività danno loro l’opportunità di farlo.



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