THANK GOD WE ARE SOCIAL #418

Thank God We Are Social
luigi.muraro
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Un post condiviso da Instagram (@instagram) in data: 15 Giu 2019 alle ore 10:50 PDT

Sono certo che col simpatico caldo degli ultimi giorni, una bella cucchiaiata di questa Banana Split la rubereste volentieri, assimilando l’equivalente di tre pasti in un sol boccone. Eppure questo succulento gelato con panna, banane, praline e doppio strato di cioccolato, di calorie non ne ha nemmeno una, essendo fatto principalmente di gomma di guar.

Si tratta infatti della declinazione food di uno dei trend più popolari (e altrettanto inspiegabili) degli ultimi anni: lo slime. Pare piaccia ancora tanto maneggiare sostanze viscose, colorate e informi, producendo suoni stranamente appaganti, veri e propri antistress audiovisivi… Vedere per credere.

“Non si gioca col cibo”, direbbero i nostri nonni. E invece.

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Nell’ultimo decennio ci siamo riempiti la testa con programmi di cucina, blog, videoricette di tutti i tipi, diete improbabili, esperti di alimentazione, giudici, chef stellati, critici gastronomici, “wanna be” sommelier, mixologist e specialisti di ogni cosa, dalla seduzione ai fornelli alla farina di cavallette.



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Le abbiamo viste, sentite e assaggiate più o meno tutte, arrivando quasi alla nausea: innovare in cucina è diventato sempre più difficile proprio perché non ci sono mai state tutta questa attenzione e conoscenza di massa (anche se spesso approssimativa).

E così, negli ultimi anni, le piattaforme che tanto piacciono ai creators (Instagram su tutte) sono diventate l’immenso palcoscenico tascabile di una forma di rivoluzione silenziosa, in cui il cibo cambia la sua funzione e diventa nutrimento per la mente e non per il corpo.

Ecco allora spuntare creativi di ogni tipo, annoiati dal food che si può “soltanto mangiare”, che liberano la loro fantasia generando contenuti stravaganti, assurdi, meravigliosi, paradossali, nuovi, al limite tra il gioco e l’arte, l’illusione e la genialità.

Dai meticolosissimi lavori di Kevin Parry ai celeberrimi disastri di How To Basic, dai selfie super creepy di Face In Food alle manie distruttive di Jan Hakon Erichsen.

C’è anche chi come Lor-K trasforma rifiuti abbandonati in giganteschi snack, o chi come Alice Pegna da un semplice spaghetto genera moda allo stato puro.

Troviamo profili interamente dedicati a un’arancia con le sembianze di Donald Trump, che si decompone un poco alla volta; sushi artist che, con un po’ di riso e qualche filetto di pesce, ritraggono piuttosto fedelmente personaggi del mondo dello spettacolo; artigiani che realizzano incredibili miniature di cibo in argilla; artiste che si divertono a scomporre e ricomporre frutta e verdura in modo inaspettato; e poi c’è Stephanie Sarley, che ha veramente preso alla lettera l’hashtag #foodporn, rendendolo la sua ossessione. E la lista potrebbe continuare.


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Un post condiviso da Stephanie Sarley (@stephanie_sarley) in data: 12 Mar 2018 alle ore 9:00 PDT

Il cibo, linguaggio universale per eccellenza, si è spogliato delle sue sovrastrutture, staccandosi dalla tradizione gastronomica, diventando fulcro di una sperimentazione infinita che dà spazio a un’altra forma di fantasia, meno commestibile, ma più gustosa, se non altro digitalmente. Non si tratta di una novità quanto di una riscoperta, un ritorno all’infanzia, dove rendevamo cibo ciò che non lo era e facevano di tutto con il cibo fuorché mangiarlo.

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Poter comunicare il food (come prodotto), oggi, non è mai stato così interessante: si rompono gli schemi, si abbandona la “rigidità” della tradizione, torna la voglia di osare, dimenticandosi della finalità ultima della materia stessa, mangiare.

I numeri dei creators sopra citati parlano chiaro: le persone hanno voglia di ingurgitare cose nuove, anche e soprattutto con gli occhi.

Non si sa se la bolla mediatica che ha ricoperto d’oro il mondo della cucina, sia destinata ad esplodere o meno, certo è che le cose stanno cambiando e rischiare è la chiave per restare sul pezzo.

La tradizione ci dice che con il cibo non si scherza e che il prodotto non va mai maltrattato, ma i tempi sembrano maturi per uscire dai canoni ormai obsoleti e sperimentare sempre di più, limiti per ora non ce ne sono.

Quale sarà il prossimo trend?

(Se non siete ancora sazi, ho raccolto per voi una croccantissima selezione di immagini a tema, su Pinterest… Buon appetito!)