I social media per gli italiani: il 94,5% della popolazione online è social [dati]
Tutti i contenuti dovrebbero essere così coinvolgenti come i post della nostra famiglia e dei nostri amici
Così Facebook immagina il coinvolgimento da parte delle marche. È sempre più importante, su ogni canale social, che i brand scelgano un approccio il più possibile “umano” al modo in cui attivano un contatto, stimolano la fiducia e la simpatia delle persone, definiscono il proprio posizionamento, fino a facilitare l’azione (anche di acquisto) e la condivisione (intesa anche come advocacy).
Perché è importante? Prima di tutto, perché i canali social sono un ambiente caratterizzato da interazioni tra persone, in cui le marche (anch’esse costituite da persone) possono partecipare e creare valore condiviso non secondo una logica di “interruzione” di conversazioni o di esperienze, ma secondo una logica di “partecipazione”. Un altro motivo per cui è fondamentale un approccio umano è il livello di integrazione che i social media hanno ormai raggiunto rispetto alle nostre vite: l’unica modalità di interazione utile e interessante per interazioni così significative e costanti è la conversazione.
Vale anche per gli italiani? Alcuni dati, resi pubblici pochi giorni fa da ComScore sembrano confermarlo. Ecco alcuni dettagli:
- Il 94,5% della popolazione online italiana è attiva sui social media
- 1 minuto su 3 online viene speso su Facebook
- Non si tratta più di canali solo “per giovanissimi”: un utente su tre ha più di 45 anni
- Più della metà dichiara di leggere post di organizzazioni / marche / eventi
- Le donne trascorrono mediamente più tempo degli uomini sui canali social
Questi dati, oltre a evidenziare l’importanza di capire la frammentazione che caratterizza le community e le tribù a cui le marche vogliono rivolgersi, permettono di capire come ormai i canali social siano a tutti gli effetti una serie di punti di contatto significativi per gli italiani, a prescindere da sesso e età.
Il tempo delle persone è limitato e ogni giorno per le marche è più difficile guadagnare l’attenzione delle persone più interessanti: la concorrenza non viene solo dai competitor o da altri brand che partecipano alle conversazioni, ma da tutti gli input con cui gli utenti vengono a contatto. Questo include i post di “amici e parenti”.
In altre parole, le marche devono diventare sempre più specializzate nel coinvolgimento delle persone da un punto di vista strategico, creativo e editoriale per un semplice motivo: l’attenzione di chi si vuole raggiungere si divide tra numerosissimi input, tra cui l’ultimo video di gattini. Solo chi riesce a essere più utile e interessante attiva una conversazione e crea un valore condiviso con la propria community.