I nuovi "promoted tweets": paid e earned media?

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Esempio di promoted tweet

Da ieri ho letto molti commenti sui nuovi “promoted tweets” che ha lanciato twitter. Alcuni ci vedono segni della fine del mondo, altri credono che sia un bel passo avanti, alcuni non hanno notato il cambiamento e altri pensano di non notarlo mai perché gli sponsored tweets compariranno nei risultati di ricerca.

I “promoted tweets” sono dei tweet ordinari che i brand vogliono comunicare a un pubblico più ampio. (Secondo la definizione di Dick Costolo, COO di Twitter)

Personalmente, l’analisi che mi è piaciuta di più è quella di Jeremiah Owyang, che inquadra opportunità e criticità per tutti coloro che saranno toccati da questo cambiamento. Ma soprattutto, mi è piaciuto molto un suo pensiero: questa nuova soluzione introdotta da twitter è importante perché prevede per la prima volta un tipo di comunicazione “paid” e “earned”. Non si tratta, come al solito, di una comunicazione a pagamento o guadagnata.

Il bello degli sponsored tweets è che sono un media acquistato e guadagnato: twitter infatti darà visibilità solo a quei “promoted tweets” che generano reazioni a livello di conversazione e che quindi hanno una qualità alta a livello di relazione. Per i brand non sarà più sufficiente acquistare uno spazio, ma saranno tenuti a costruire engagement per veicolare il proprio messaggio.

A prescindere da altre considerazioni, in questo senso, gli sponsored tweets sono una novità che può aggiungere valore all’esperienza su twitter.

Voi cosa ne pensate? Vi piace la soluzione? Siete soddisfatti di come le marche dovranno interagire o preferite un twitter in cui nessuno può promuovere le proprie comunicazioni?