L'evoluzione da "paid" a "promoted" media: il caso Twitter

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Come previsto, con l’inizio di novembre Twitter ha annunciato l’introduzione – a livello di test – dei propri “promoted tweets” all’interno della “timeline” degli utenti. Tradotto nella lingua di tutti i giorni, significa che da pochi giorni le marche possono raggiungere un target più ampio con i propri tweet “acquistando” degli spazi media all’interno delle conversazioni visualizzate dagli utenti.

Non si tratta di una soluzione che “isola” il messaggio promosso, come invece avviene per i motori di ricerca o per Facebook, in cui l’advertising è fisicamente separato dal luogo di interazione principale: in questo caso i tweet promossi sono all’interno del flusso di tweet che l’utente visualizza ogni volta che consulta twitter.

Se dal punto di vista dell’esperienza utente l’approccio di Twitter può sembrare aggressivo, non lo è invece a livello di conversazione: verranno proposti solo i tweet rilevanti per l’utente e per la conversazione in cui vengono contestualizzati, attraverso un meccanismo di “resonance” e “relevance”: in pratica, ciò che non è interessante per il singolo utente o che non coinvolge (ad esempio non viene retwittato molto) non raggiungerà mai un numero elevato di utenti.

Resonance e relevance

Questo cambiamento è un’evoluzione, solamente in fase di test (per ora solo sul client Twitter Hootsuite), ma è molto importante perché cambia il modo di pensare al “paid media”: non basta più acquistare alcune impression e attendere che vengano erogate. Adesso diventa fondamentale per le marche creare dei messaggi interessanti e focalizzati fortemente sul target, non sarà sufficiente attivare un investimento media.

Questa ricerca di una conversazione “utile e autentica” per dirla con twitter introduce un nuovo tema: quello dei promoted media, mix tra canali a pagamento e canali “guadagnati”.

Cosa pensate della nuova soluzione proposta da Twitter? È un modo utile e efficace di coinvolgere gli utenti in una conversazione o pensate ci sia il rischio di generare troppo “rumore”, annegando il segnale delle conversazioni? Molto dipenderà da come viene implementata la soluzione, ma Twitter lascia ben sperare, perché questo social network si è sempre dimostrato molto cauto nelle innovazioni e desideroso di ascoltare i feedback degli utenti.

I commenti sono a vostra disposizione per raccontare cosa pensate della nuova soluzione e del nuovo tipo di “media”: promoted. Se vi è piaciuto questo post, considerate la possibilità di iscrivervi al blog We Are Social.

Vi segnalo questo interessante post di Augie Ray riguardo gli impatti di questa novità su Twitter e sulla community di utenti che vi partecipa. Da questo post è tratta anche la schermata di Hootsuite visualizzata sopra.