Le maniglie per i vostri contenuti

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Content Handles

In alcuni casi, sviluppare contenuto interessante e che stimoli la conversazione è una scelta strategica di marketing sui social media molto efficace. Come al solito, vi raccomandiamo di capire bene il vostro target per sapere se e come i contenuti possono essere utili.

Avere contenuti interessanti a disposizione, però, non basta: è indispensabile prevedere delle modalità di diffusione dei contenuti che siano utili ad aumentarne la visibilità e a facilitarne la condivisione. Si tratta solo in minima parte di aspetti tecnologici: inserire un pulsante “Mi piace”, una funzionalità “ShareThis” o un “Add This” button è molto semplice, ma molto poco utile se il contenuto non è pensato per essere condiviso.

È molto importante quindi progettare il contenuto pensando alle “maniglie” virtuali che consentiranno di trasportarlo e condividerlo. Ecco sette caratteristiche che rendono un contenuto facilmente condivisibile, da tenere presente nell’elaborazione delle content strategy e dei piani editoriali per i progetti sui social media che implicano attività di contenuto:

  1. Stimola una conversazione: un contenuto che deve essere solo fruito può essere molto utile per raggiungere degli obiettivi di awareness. Un contenuto che rappresenta la “scintilla” iniziale per una conversazione ha un valore inestimabile. Pensare a contenuti conversazionali, che favoriscano cioè un’interazione ulteriore alla “visualizzazione” è molto importante. Le conversazioni sono molto più visibili da altri utenti rispetto alle semplici visualizzazioni e generano attenzione;
  2. È finito: un contenuto che può vivere “da solo” e senza bisogno di troppa contestualizzazione rende la condivisione più facile perché agevola il lavoro di chi lo vuole segnalare e di chi viene a contatto per la prima volta: meno informazioni collaterali da trasferire. Un video che non finisce ma che rimanda ad un altro video raramente si diffonde;
  3. È contestualizzato: un contenuto proposto in un contesto appropriato ha molte più possibilità di diffondersi nella “tribù” interessata. Un visual infografico a proposito della serie A si diffonde in modo più veloce e naturale se viene proposto in un contesto calcistico, mentre avrà vita più difficile in un blog di cucina;
  4. È automaticamente visibile: spesso i contenuti raggiungono gli utenti tramite il loro social graph, da gli amici che lo hanno pubblicato (o ripubblicato) sui propri canali (ad esempio il profilo Facebook). Se l’anteprima di questo contenuto (ad esempio il fotogramma di preview del video o l’immagine thumbnail) è interessante, il destinatario finale è più invogliato a interagire con il contenuto stesso;
  5. È seriale: un contenuto che vive bene da solo, ma che fa parte di una serie ha un valore molto più alto di un’attività “one shot”, perché  rende il rapporto tra chi veicola il contenuto e chi ne fruisce uno scambio continuativo;
  6. È portatile: un limite molto forte è non pensare alla portabilità del contenuto. La piattaforma utilizzata è compatibile con gli strumenti che usa il target? Il contenuto è visibile su mobile? Ha senso anche su uno schermo piccolo? La tecnologia con cui è riprodotto diminuisce il numero di persone raggiungibili? Questi aspetti sono da verificare in una strategia di contenuto efficace;
  7. È predisposto tecnicamente: l’aspetto tecnologico è la conseguenza della strategia di contenuto e deve dipendere dal target, dalla strategia e dagli obiettivi. È però molto importante rendere facile la condivisione anche a livello tecnologico: dotare i contenuti di sharing tools (come il Like button o gli altri strumenti di cui abbiamo parlato) è spesso una buona scelta che facilita molto il lavoro a chi decide di presentare il contenuto ai propri amici;

Avete previsto le maniglie per i vostri contenuti? Avete considerato la condivisione come uno degli elementi principali nella vostra strategia di contenuto?

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