Il social web delle microinterazioni
La velocità con cui cambia il social web è altissima e non paragonabile a quella di alcun altro mezzo di comunicazione nella storia. Per questo è molto importante essere allineati sui principali cambiamenti in atto, specialmente se si vuole costruire un dialogo, una relazione con le persone. Per farlo è utile basarsi sui trend, che forniscono un’indicazione di ciò che sta accadendo in generale, per poi individuare delle nicchie specifiche all’interno dei trend e sviluppare coinvolgimento con loro.
Un trend davvero interessante è quello verso le microinterazioni: di anno in anno scopriamo un interesse verso forme di interazione immediata e “social” mediamente sempre maggiore. Con l’aumento della popolazione che utilizza i social media, quella parte di “early adopter” che amava creare contenuto molto strutturato si è in parte diluita e – pur avendo un enorme impatto qualitativo, ha perso terreno a livello quantitativo. Di anno in anno assistiamo all’aumento di chi ama interagire sui social network attraverso modelli più immediati e semplici del blogging, come ad esempio l’aggiornamento dei propri status. Questo non significa che il blogging stia perdendo importanza o influenza, ma piuttosto che mediamente la forma di interazione più utilizzata è la mircrointerazione.
Questo cambiamento produce un’evoluzione anche nei servizi che vengono più utilizzati: prendono sempre più importanza social network che favoriscono le microinterazioni. Questa tendenza è vera in Italia ma, come sostiene il New York Times, si riscontra anche negli Stati Uniti, patria di Facebook.
- Facebook, che rispetto al blogging fornisce un’interazione più immediata;
- Twitter, che grazie alla sua limitazione a 140 caratteri forza la microinterazione;
- Foursquare propone interazioni anche molto light (come un semplice check-in);
La logica della microinterazione viene applicata ora anche alla creazione di contenuto: la fotografia, che fino all’anno scorso poteva considerarsi una creazione di contenuto strutturata, si sta estendendo al campo della microinterazione. Instagram l’ha capito e ha creato un social network basato sulla condivisione di foto a bassa risoluzione, con filtri visivi “vintage” che rendono interessanti anche immagini normalmente poco significative. Anche la foto diventa una microinterazione: microfotografia?
Per le marche le opportunità sono enormi: costruire una relazione si baserà ancora sul contenuto, ma sarà indispensabile sviluppare un’interazione continua grazie a microinterazioni che la mantengono viva.
Per darvi un esempio, questo è ciò che la gente dice (anzi, ciò che la gente scatta) in tempo reale e spontaneamente su Converse su Instagram. Questo invece è ciò che la gente scatta in tempo reale e spontaneamente su Nike. Questo avviene già, senza partecipazione su questo canale alla conversazione da parte delle marche in modo diretto.
Cosa ne pensate? Anche il vostro modo di usare i social media si sta spostando verso le microinterazioni?
Se vi è piaciuto questo post, considerate la possibilità di iscrivervi al blog di We Are Social. Se amate le microinterazioni, considerate la possibilita di seguire We Are Social su Twitter.