Color: l'idea rivoluzionaria alla base dell'app più discussa del momento
Tra le novità tecnologiche più discusse della scorsa settimana, la nuova applicazione per iPhone e Android “Color” è stata tra i protagonisti assoluti. Con un finanziamento di 41 milioni di dollari, Color Labs, società autrice dell’applicazione ha fatto parlare di sé e del prodotto: molti blog di tecnologia hanno parlato del lancio, molti influencer l’hanno provata e alcuni early adopter si sono cimentati nei primi esperimenti. L’esperienza che l’applicazione consente, oggi, è piuttosto limitata: Color oggi consente agli utenti di scattare foto con il proprio smartphone in qualsiasi location e di condividerle con un network di persone che sono vicine a quella location o che frequentano gli stessi spazi di chi sta fotografando. Tutte le foto entrano a fare parte di un album condiviso. Per scelta degli sviluppatori (e non perché è un prodotto troppo giovane) non esiste un network di amici, non esiste la logica di follower e friend: ma solo un “elastic network” di persone che fanno parte degli stessi spazi.
Sulla carta, l’approccio è interessante, ma l’applicazione ha generato qualche risentimento, ad esempio nell’ultra-influencer Robert Scoble, perché troppo limitata. In effetti, per il momento, è molto difficile trovare altri utenti o altre foto caricate oltre alle proprie. Sarà utile, per Color Labs, estendere il bacino d’azione per includere più spazi in un unico album o dare la possibilità di visualizzare di più elementi riguardanti i propri amici.
Ciò che davvero è molto interessante in Color oggi non è tanto il funzionamento o il networking, ma l’idea alla base: raccogliere la visione che gli utenti hanno del mondo. Lo conferma un tweet di Bill Nguyen, CEO di Color Labs. Non si tratta di un competitor di instagr.am, ma piuttosto di Google Streetview. Se Color riuscirà a coinvolgere gli utenti a mappare il mondo, avrà raggiunto il proprio scopo e questo varrà anche più di quanto ha potuto raccogliere finora come finanziamento.
È molto importante, però, che l’idea sia seguita da un’esecuzione molto efficace. Il lancio di questa settimana è servito a dare avvio a una prima base utenti, sarà importante seguire il modo in cui Color si svilupperà per capire se potrà essere un vero “game changer”. L’idea è talmente valida che, se Color Labs, dovesse fallire, possiamo aspettarci un’esecuzione più efficace da parte di un altro player nel prossimo futuro.
In futuro, sulla base di questa idea potranno svilupparsi moltissime opportunità per i brand. Per ora, ad esempio, le marche con un approccio più avanzato dal punto di vista social possono iniziare invitare i propri consumatori a mappare il mondo nei luoghi della marca (ad esempio vicino ai propri store): questo consentirà visibilità, riconoscibilità e advocacy.
Cosa pensate di Color (al di là del finanziamento ricevuto)? L’avete provata? Sull’idea di “mappare il mondo”, per ora ci sono pochi competitor: quali vi sembrano più interessanti? I commenti sono a vostra disposizione.
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