Twitter: evoluzione di un ecosistema

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Molti di voi si ricorderanno del vecchio Twitter, lanciato nel 2006, con le sue prime versioni, incentrate soprattutto sull’esperienza web, attraverso twitter.com. Non è cambiato molto dal punto di vista del funzionamento di base: le dinamiche principali di tweet e reply sono rimaste le stesse, c’è stato solo qualche “ritocco” alla modalità di retweet, ma i meccanismi principali sono rimasti invariati. Si sono aggiunte nuove funzionalità, soprattutto per aiutare gli utenti a costruire il proprio network ideale e a individuare le persone e i temi più interessanti da seguire.

Ciò che è cambiato fortemente è l’ecosistema costruito da Twitter: l’esperienza via web è quella di riferimento solamente per una parte degli utenti. L’accesso e l’interazione attraverso applicazioni (client) su dispositivi mobile e desktop sono componenti fondamentali di Twitter oggi.

A dimostrarlo, le recenti politiche del social network basato su microblogging: prima l’accordo con Atebits, produttore di Tweetie, uno dei migliori client per iPhone presenti sul mercato, il conseguente lancio di Twitter for iPhone e Twitter for iPad, successivamente il lancio del URL shortener proprietario “T.co e dell’applicazione web Twitter for Mac. Poi un invito ai developer a non sviluppare nuovi client, molto probabilmente poiché Twitter stesso desidera investire in questo tipo di attività in modo diretto. L’acquisizione di Tweetdeck è stata una mossa molto interessante con cui il social network si è accaparrato uno dei client desktop più utilizziati. Alcune indiscrezioni, infine, fanno presagire un imminente lancio di un servizio di photo sharing da parte di Twitter stesso. Finora, chi desiderava condividere una foto via Twitter, si affidava prevalentemente a servizi esterni come Yfrog o Twitpic.

Considerando questi step evolutivi risulta evidente come Twitter stia cercando il più possibile di costruire un ecosistema in cui le esperienze di diverso tipo (web, desktop, mobile) possano essere il più possibile uniformi. Questo consente al social network di offrire valore ai propri utenti e di stimolarli a scegliere prodotti di casa Twitter, preferendoli, dove possibile, a soluzioni esterne.

Tutto questo consente a Twitter di proporre  i propri prodotti per i brand su tutte le piattaforme: promoted Tweets, Promoted Accounts e Promoted Trends. Per le marche esistono due fronti molto interessanti da seguire: il primo, molto efficace, è stimolare la conversazione e la relazione con i propri consumatori (che è efficace anche fuori dall’ecosistema Twitter), il secondo, in alcuni casi integrabile al primo, è l’aumento di visibilità alle conversazioni tramite una logica di “promozione”. In generale per i brand è utile seguire l’evoluzione dell’ecosistema Twitter, per proporre alle persone con cui si relazionano un’esperienza uniforme, utile e interessante.

Cosa pensate delle numerose sfaccettature assunte dall’universo Twitter? Quali sono utilizzate secondo voi meglio dalle marche? Quali sono quelle con cui voi interagite di più?

I commenti sono a vostra disposizione. Nel frattempo, considerate la possibilità di iscrivervi al blog We Are Social, per rimanere sempre aggiornati sulle evoluzioni dei social media.