Social media: 7 novità per il 2013
Adesso abbiamo la prova: il 22 dicembre non si è fermato il mondo, nonostante le ipotesi catastrofiche di quelli che Gary Alexander definirebbe “apocaholic”. Niente catastrofi, nessuna invasione aliena, nessuna apocalisse.
Questo periodo, però, rimane un’ottima occasione per riflettere su ciò che è successo nel 2012 e per dedurre alcuni dei temi che potranno essere significativi nel 2013. Nell’ambito della conversazione e del marketing ne abbiamo individuati moltissimi: si tratta di temi in evoluzione rapidissima.
Tra questi abbiamo selezionato i sette che ci sembravano i più forti in questo momento specifico e con più potenzialità di svilupparsi nel breve termine.
Un buon punto di partenza è un breve aggiornamento sullo stato del social web, grazie all’ultimo aggiornamento dell’ormai famoso video di Erik Qualman
- Coinvolgimento: i social media sono canali sempre più caratterizzati da un alto livello di coinvolgimento. Lo ha dichiarato anche Facebook: “Tutti i contenuti dovrebbero essere così coinvolgenti come i post della nostra famiglia e dei nostri amici”.
Nascono soluzioni creative che permettono di mantenere un livello di engagement molto alto grazie alla personalizzazione delle esperienze e alla crescita sempre più significativa di linguaggi paralleli a quello testuale all’interno delle esperienze social: le immagini e i video sono ormai all’ordine del giorno nella conversazione tra persone e i brand con engagement rate alti producono contenuti social creativi di altissimo livello.I contenuti sono pensati come “social object“: oggetti facili da scambiare e condividere: i brand che riescono a capitalizzarli al meglio sono quelli che generano più visibilità a parità di investimenti media.
La logica di interruzione dell’advertising è sempre meno efficace sui social media e – in generale – online. La conversazione tra marche e persone funziona solo quando aggiunge valore a un’esperienza e non la interrompe. L’evoluzione dei comportamenti social verso “dynamic aggregation” e “content curation” dimostra l’importanza del contesto;
- Social TV: nell’ottica di creare prodotti e servizi che integrino l’esperienza con la conversazione, il campo della televisione è tra quelli con più potenzialità. Attraverso la conversazione le persone possono partecipare, influenzare, migliorare lo spettacolo e costruire vere e proprie community di nicchia insieme ai brand e ai broadcaster.
Non sorprende che istituti come Nielsen stiano lavorando a stretto contatto con i social network per individuare metriche che unifichino conversazione e fruizione televisiva. Assistiamo ogni giorno all’evolversi della conversazione riguardo le produzioni che generano più coinvolgimento e attivano meglio le community; - Mobile: il declino della logica di advertising come interruzione si sposa perfettamente con la crescita della conversazione su mobile. Il concetto di “mobility” è ispirato ai principi di contestualizzazione, personalizzazione, integrazione con l’esperienza che una persona sta vivendo.
Pensate al mobile come “secondo schermo” in supporto alla fruizione televisiva, o come strumento per individuare informazioni e amici rilevanti rispetto a un luogo. I brand che capiscono meglio le esigenze delle persone attraverso un’attenta attività di ricerca e pianificazione riusciranno più facilmente a creare esperienze mobile rilevanti per gli utenti. La conversazione è tra gli strumenti più personali e legati profondamente al contesto che un brand ha a disposizione; - Network di nicchia: continueranno a crescere i network di nicchia. Non più necessariamente alternative ai social network più mainstream, ma anche al loro interno: community verticali in cui le persone si aggregano sulla base delle proprie passioni e interessi. Le marche avranno l’opportunità di stimolare la crescita di community, favorendo gli interessi più vicini al proprio DNA;
- Partecipazione: la conversazione diventerà sempre più strumento per “fare”, oltre che per “dire”. I progetti di crowdfunding sono oggi ancora in fase di sviluppo ma permettono già agli interessati di partecipare (fisicamente o economicamente) ai progetti preferiti.
Le marche nel 2013 avranno modo di stimolare la community nell’azione di “creare”, incoraggiando la partecipazione attiva delle persone per creare output concreti e di interesse per una community il più possibile ampia;
- Contenuto: il contenuto continuerà a essere un elemento importantissimo della conversazione, il carburante più efficace. Attraverso la collaborazione della community, il contenuto potrà essere sempre più condiviso e creativo e assisteremo a forme di storytelling collaborativo, in cui le persone, stimolate dai brand, prendono parte alla costruzione di una storia.
Non pensiamo più però solo ai modelli tradizionali di raccolta di contenuto dalla community, pensiamo piuttosto a processi di produzione di contenuto continuativi, in cui le marche sollecitano, raccolgono e guidano gli input da parte delle proprie community; - Marketing al di là del marketing: la conversazione è uno strumento unico per avvicinare persone e brand. Genera awareness, stimola la fiducia e il goodwill, comunica il posizionamento, stimola la partecipazione e l’advocacy. La conversazione è però anche parte del prodotto o del servizio scelto: sempre più persone durante l’acquisto prendono in considerazione la possibilità di connettersi con un brand sui social media. Una recente ricerca (“Social care – social media meets customer care, McKinsey Chief Marketing & Sales Officer Forum”) conferma l’importanza del “caring” sui canali social: quasi la metà di tutti gli utenti ha usato i social media per ricevere aiuto, 1 su 3 preferisce il “social caring” al “customer service”, chi ha un’esperienza positiva sui social media ha 3 volte più probabilità di raccomandare il brand ai propri amici.
Non solo customer care sui social media, quindi: ma la possibilità di aggiungere valore all’acquisto fatto tramite la conversazione stessa. Sempre più aziende si stanno muovendo per costruire servizi, contenuti e prodotti supportati dai social media.Anche in Italia assistiamo a importanti passi di avvicinamento tra conversazione e CRM: le marche immaginano servizi personalizzati in base alle esigenze espresse tramite la conversazione;