I giovani stanno abbandonando Facebook o stanno iniziando ad usarlo in modo diverso?
Negli scorsi mesi abbiamo visto decine di titoli che sancivano l’inarrestabile declino di Facebook, il suo abbandono da parte dei suoi utenti più giovani in favore di altre piattaforme (come Snapchat e Line, ad esempio).
I ragazzi non vogliono condividere le loro attività con i propri genitori, non vogliono vedersi controllati quando interagiscono con i loro amici.
Questa è una delle ragioni per cui piattaforme di messaging sono sempre più popolari tra i ragazzi tra i 13 ed i 20 anni, ma quanto pesa realmente tutto ciò sull’impatto di Facebook sulla popolazione globale?
Un recente studio condotto da Global Web Index ci dice che quei titoli erano largamente esagerati e Facebook non è morto e sepolto: Facebook rimane – di gran lunga – il social network più popolare tra tutte le fasce di popolazione a livello globale, e anche tra i giovani tra i 16 e i 19 anni (48.5%).
È vero che – nella seconda metà del 2013 – Facebook ha visto decrescere del 3% il numero dei suoi utenti attivi, mentre altri canali sono cresciuti molto da quel punto di vista: Instagram in primis (+23%), seguito da Reddit (+13%), Linkedin e Tencent Weibo (entrambi +9%).
Facebook rimane tuttavia il canale con più utenti registrati (83% sul totale degli utilizzatori internet), di utenti attivi (49%) e di frequenza di visite al sito (il 56% dei suoi utenti accede più di una volta al giorno). Ed è quest’ultimo il dato veramente interessante: chi usa Facebook, lo fa in modo costante, a dimostrazione che è il canale che maggiormente è entrato nella routine quotidiana delle persone.
Un altro dato molto interessante è quello legato all’accesso via mobile: Global Web Index sottolinea come il numero degli utilizzatori di social network via smartphone o tablet sia ancora leggermente minore rispetto a quello delle persone che accedono da desktop, ma i mobile networkers sono molto più attivi.
Il 69% di chi ha utilizzato Facebook durante lo scorso mese l’ha fatto attraverso l’applicazione mobile (il 57% per Youtube ed il 37% di chi ha usato un Google+ account via mobile). Per quanto riguarda l’utilizzo di questi dispositivi, le maggiori percentuali di crescita sono legate ai nuovi servizi di messaging e di condivisione di foto e video (anche vista la loro recente introduzione): WeChat è cresciuto del 379%, mentre SnapChat del 59% e Vine del 105%.
Insomma, è vero che l’attenzione delle persone (e la loro presenza) si sta spostando su nuovi luoghi dove intrattenere conversazioni ed interagire con altri utenti, ma è esagerato parlare di totale abbandono di Facebook (o di altre piattaforme) da parte delle fasce d’età più giovani: è invece vera la loro voglia di sperimentare nuovi social network, come dimostra la loro forte presenza su Instagram (39%), Tumblr (45%) e Pinterest (31%).
In conclusione, sono due i fatti che emergono chiaramente da questo studio:
- stanno cambiando le modalità di fruizione di tutti i canali a disposizione: gli utenti più giovani non stanno abbandonando in massa Facebook, ma stanno iniziando ad utilizzarlo in maniera diversa (ad esempio per condividere album fotografici o per interazioni che non hanno problemi a rendere pubbliche), sfruttando le nuove piattaforme emergenti per restare in contatto con i propri amici senza sentire la loro sfera personale “invasa” dalla presenza di genitori o persone più adulte.
- il numero di utenti registrati (tra i ragazzi tra i 16 e i 19 anni) è cresciuto costantemente, mentre è diminuito il loro accesso quotidiano alla piattaforma: in Italia gli utenti registrati sono passati da 600 mila di inizio 2013 a 900 mila di fine anno, mentre gli utenti attivi sono decresciuti a livello percentuale dal 77% al 48%. Un trend molto simile ha riguardato gli Stati Uniti, dove a inizio 2013 gli utenti registrati erano più di 13 milioni, mentre a fine anno non raggiungevano gli 11.5 milioni: quelli attivi sono passati dal 77% al 56%.
Qui potete scaricare il report di Global Web Index, mentre le ultime statistiche (anche relative all’Italia) sono frutto dell’analisi della piattaforma di GWI.