Ripensare i contenuti video come parte di una conversazione

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L’aumento della fruizione di video online è costante, da desktop ma soprattutto da mobile e tablet, anche in Italia.

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Significa che gli italiani continuano a guardare film o video online nel modo in cui l’hanno sempre fatto, ma utilizzando mezzi digitali? Non solo.

L’aumento costante della fruizione video online è influenzato da un profondo cambiamento del modo in cui le persone utilizzano i canali social e i device mobile. Le persone non hanno portato modelli tradizionali su canali diversi, hanno radicalmente modificato il proprio rapporto con il contenuto video. Il modo di guardare la televisione non si è trasferito online, immutato, su canali video – come YouTube. Si è evoluto il comportamento delle persone.

Il concetto di “clip” è fondamentale: contenuti brevi, pensati per essere visti in mobilità e non corti estratti di un contenuto più ampio (come ad esempio un programma televisivo). Ma ancora più importante è il concetto di “condivisione”: sono contenuti che fanno parte di una conversazione, che stimolano le persone a interagire tra loro attraverso dinamiche social. Il suggerimento del contenuto ai propri amici, il like, il commento, l’attivazione di una conversazione pubblica o di una conversazione one-to-one.

Insomma, il contenuto video, sta entrando nel modello di utilizzo dei canali social e online in generale con una presenza che diventa sempre più simile e pervasiva come quella delle immagini.

Non solo: ogni video all’interno di una conversazione non solo racconta una storia, ma fornisce gli strumenti per interagire. Facebook, cogliendo questa tendenza, ha introdotto oggi un nuovo strumento: la call to action personalizzata alla fine dei video, per consentire alle persone che hanno visto di compiere un’azione.

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Molti brand finora hanno inteso YouTube come un “repository” di spot televisivi o una leggera evoluzione, con la pubblicazione di contenuti di approfondimento rispetto a tematiche informative e commerciali, limitandone così il potenziale. Le marche che hanno interpretato meglio il cambiamento sono partite da un’analisi profonda di come la fruizione video si inserisca nella vita di tutti i giorni del proprio target.

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Sono nati così molti esperimenti interessanti, in cui il video è pensato proprio come parte di una conversazione e non come la pubblicazione su un canale digitale di un contenuto immaginato per un mezzo monodirezionale e broadcast come la televisione.

Facebook, Twitter, Vine e Instagram, stanno offrendo ogni settimana nuove modalità per rendere la fruizione video sempre più integrata con le abitudini delle persone. Anche YouTube è consapevole del cambiamento e si sta muovendo per evolvere il proprio tipo di proposta. Ad esempio, facendo leva sul tema informativo: sempre più persone utilizzano YouTube per informarsi, trovare soluzioni e capire temi verticali. In modo provocatorio, YouTube sta rimpiazzando Google come motore di ricerca per alcune esigenze di conoscenza specifica.

Come ha detto Susan Wojcicki, CEO di YouTube, “If people want to learn about the world today, they should look it up on YouTube, that’s how the world is learning about the world around us.”

Insomma, i brand che stanno andando oltre il semplice utilizzo di YouTube come repository di video e che pensano a questo tipo di contenuti come parte di una conversazione, colgono il meglio da questo mutamento nel comportamento delle persone e riescono a rendere i video una parte di una conversazione e di rapporto più ampio, non una semplice azione di visualizzazione passiva.