THANK GOD WE ARE SOCIAL #283

Thank God We Are Social
gabriele.naia

Non si capisce nulla. Lo potevamo fare anche noi. Incredibile come qualcuno guadagni dei soldi in questo modo. Che schifezza.

Ecco: più o meno queste sono le reazioni di molte persone davanti a mostre o opere di arte contemporanea. Giusto? Sbagliato? Comprensibile? Deprecabile? Lasciamo perdere, non è questa la sede per disquisire di estetica e chiederci cosa sia l’arte, o cosa significhi (oggi) la parola “bellezza”.



[Remo e Augusta visitano la Biennale di Venezia ne “Le vacanze intelligenti”, l’episodio tratto dal film Dove vai in vacanza?]

Una cosa però è certa: l’arte contemporanea, storicamente, si è posizionata come qualcosa di elitario, inaccessibile. Studiata e frequentata poco, è perlopiù apparsa come una passione per addetti ai lavori. Con l’avvento dei social media, qualcosa ha iniziato gradualmente a cambiare.

Musei, gallerie, artisti, curatori, critici sono sbarcati su Facebook, Twitter, Snapchat – ma soprattutto Instagram, il canale per eccellenza votato alle immagini. Abbattuto, almeno parzialmente, lo snobismo tecnofobico che vedeva in questi strumenti l’incarnazione della superficialità, l’arte contemporanea ha provato a raggiungere un pubblico più ampio, diversificato, generalista. Non solo di potenziali visitatori, anche di ipotetici compratori – come dimostra uno studio del 2015 di Artsy.

Artsy survey on collectors and Instagram


[Fonte: Artsy]

Ma veniamo a noi. Quali account potreste seguire, qualora voleste sbirciare questo mondo bizzarro e seducente, senza per forza avventurarvi all’interno di gallerie asettiche o musei sovraffollati?  Ecco un breve (e molto parziale) elenco da cui partire.

 

TATE

Tra le più importanti istituzioni del Regno Unito e, in generale, d’Europa, la Tate comprende quattro musei pubblici: Tate Britain, Tate Modern, Tate Liverpool e Tate St Ive. L’account Instagram raccoglie contenuti che spaziano dall’arte moderna all’arte contemporanea, utilizzando un approccio estremamente divulgativo. Non a caso, la descrizione del profilo recita: “We aim to increase everyone’s enjoyment and understanding of art.”




“How do you paint memorable pictures?” Prepping for the biggest ever retrospective of his work, David #Hockney looks back to see if there’s a formula for creating a classic. #TateBritain http://ow.ly/cb1S304q9Mj


Un video pubblicato da Tate (@tate) in data: 21 Set 2016 alle ore 09:28 PDT




 

PALAIS DE TOKYO

Da Londra andiamo a Parigi, con il centro di arte contemporanea creato nel 2000 dai due critici Nicolas Bourriaud e Jérôme Sans. Rispetto a quello della Tate, il profilo Instagram è sicuramente più avaro di spiegazioni; tuttavia, dà ampio spazio allo opere.



Jean-Michel #Alberola, L’aventure des détails. Jusqu’au 16 mai au @palaisdetokyo ? © ADAGP, Paris 2016


Una foto pubblicata da Palais de Tokyo (@palaisdetokyo) in data: 1 Mar 2016 alle ore 08:44 PST




 

WHITNEY MUSEUM

Tutt’oggi ancora centro indiscusso dell’arte contemporanea, New York ospita numerosi musei dentro i quali si potrebbero passare giornate intere. Tra i vari scegliamo il Whitney. Anche in questo caso, l’account Instagram è molto curato e pubblica, oltre a immagini di opere e allestimenti, numerosi video. Interessanti soprattutto le #WhitneyStories, nelle quali un artista racconta di volta in volta un ritratto o un’opera altrui.



Why does a particular portrait resonate with you? Tap the link in our profile to hear @kaluplinzy discuss #DuaneHanson’s Woman with Dog (1977) and the crossover between performance and sculpture. #WhitneyPortraits #WhitneyStories Un video pubblicato da Whitney Museum of American Art (@whitneymuseum) in data: 13 Ott 2016 alle ore 09:20 PDT


 

DAVID ZWIRNER GALLERY

Passiamo agli spazi privati con David Zwirner, posizionatosi 2° nella classifica del 2012 di Forbes “America’s Most Powerful Art Dealers”. La sua galleria lavora con una sessantina di artisti, tra i più influenti sulla scena dagli anni ’70 a oggi.



Coming soon: Thomas Ruff ‘New Works’ presents a continuation of the artist’s ‘press++’ series, which debuted in New York March 2016. The exhibition will be Ruff’s first at David Zwirner in London and opens November 18. Private view: Thursday, November 17, 6-8PM; Press preview with the artist: 10AM. The ‘press++’ photographs are derived from archival media clippings collected by the artist. The front and back of these clippings are scanned and digitally combined to reveal notes, crop marks, stamps, and smudges on the back. While the works presented earlier in New York focused on space exploration, these new photographs broaden the series’ themes to include cars, car crashes, and Hollywood stars. Image: #ThomasRuff, ‘press++65.19,’ 2016. Chromogenic print, 11 7/8 x 14 7/8 inches (30 x 37.6 cm)


Una foto pubblicata da David Zwirner (@davidzwirner) in data: 11 Nov 2016 alle ore 07:06 PST




 

PIRELLI HANGARBICOCCA

Facciamo tappa in Italia, con l’account Instagram di Pirelli HangarBicocca, spazio che ormai da anni propone mostre capaci di coniugare ricerca curatoriale e grande pubblico. Sul profilo potete trovare un mix di opere, installazioni, video, contenuti UGC.



“Danny the Street” by Philippe Parreno in the exhibition “Hypothesis” at #HangarBicocca. Come and visit us! Open today from 11 am to 11 pm Ph: Andrea Rossetti


Una foto pubblicata da Pirelli HangarBicocca (@pirelli_hangarbicocca) in data: 22 Nov 2015 alle ore 05:08 PST




 

DAMIEN HIRST

Amato o odiato, indubbiamente provocatorio e abile nel toccare i nervi scoperti del pubblico. Damien Hirst è uno degli artisti più discussi (e costosi) degli ultimi venticinque anni, da quando a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 esordì tra le fila degli Young British Artists.



‘Contemplating a Self Portrait as a Pharmacist'(1998) is currently being exhibited in the group show ‘Self: Image and Identity’ at Turner Contemporary (Photo: Prudence Cuming Associates) #TurnerContemporary #Margate #DamienHirst #selfportrait


Una foto pubblicata da Damien Hirst (@damienhirst) in data: 2 Mar 2015 alle ore 07:23 PST




 

ART BASEL

Tra le fiere d’arte contemporanea, Art Basel è sicuramente una delle più attese e frequentate a livello mondiale. Nata nel 1970 a Basilea e trapiantata in anni recenti anche a Miami e Hong Kong, rappresenta una sintesi abbastanza accurata del panorama artistico internazionale.



#ThomasLerooy, ‘Fall For Gravity,’ 2016, bronze, bird with silver patina, painted balloon via @rodolphejanssen | Galleries 2016 #artbasel Una foto pubblicata da Art Basel (@artbasel) in data: 15 Nov 2016 alle ore 10:06 PST


 

JERRY SALTZ

Senior Art Critic del New York Times, Jerry Saltz ha preso schiettezza, semplicità e onestà intellettuale e ne ha fatto la cifra distintiva del proprio pensiero critico. I suoi canali social sono un flusso continuo di pensieri, ironia, considerazioni sull’attualità e opere d’arte.



Wow! Grand Rapids, Michigan is further away than I thought. Art Control to Major Jerry. ?????


Una foto pubblicata da Jerry Saltz (@jerrysaltz) in data: 2 Ott 2016 alle ore 16:21 PDT




 

HANS-ULRICH OBRIST

Critico, curatore, storico dell’arte. Giramondo instancabile e intervistatore accanito. Hans-Ulrich Obrist dal 2014 raccoglie su Instagram post-it scritti e scarabocchiati da artisti vari, come questo lasciatogli da Damien Hirst.



Damien Hirst ROMANCE IN THE AGE OF UNCERTAINTY #damienhirst #romance Una foto pubblicata da Hans Ulrich Obrist (@hansulrichobrist) in data: 16 Nov 2016 alle ore 15:16 PST


 

FRIEZE MAGAZINE

Parlando di critici e curatori, non si può non inserire nella lista anche un magazine. Fondato nel 1991 a Londra, frieze è una delle riviste più quotate nel panorama internazionale.



In the latest issue of @frieze_magazine, Tim Smith-Laing talks to Rasheed Araeen about six decades of art making, writing and publication – follow the link in our bio to read more! Pictured: Rasheed Araeen, Red Square Breaking into Primary Colours, 2015, acrylic on wood, 160 x 160 x 18 cm. Courtesy: the artist and Aicon Gallery, New York


Una foto pubblicata da frieze (@frieze_magazine) in data: 4 Nov 2016 alle ore 10:10 PDT




 

BABES AT THE MUSEUM

Infine, per chi è stuzzicato dal lato più mondano e fashion del mondo dell’arte, un account che ritrae i visitatori di fronte alle opere più disparate. Una specie di The Sartorialist in salsa culturale.



@inesybarra_ ready to get wet in David Hockney’s ” A Bigger Splash” 1967 #tate


Una foto pubblicata da Babes At The Museum (@museumbabes) in data: 6 Ago 2016 alle ore 06:59 PDT