THANK GOD WE ARE SOCIAL #328
Se anche voi siete appassionati d’arte, non preoccupatevi, questo autunno non sarete costretti ad affrontare le code e il gelo per visitare il vostro museo preferito: potrete godervi un assaggio d’arte ovunque voi siate.
Alcuni dei più famosi musei al mondo hanno deciso che sfruttare i social network sarebbe stata la scelta ideale per coinvolgere gli affezionati e, allo stesso tempo, arrivare a tutti quegli utenti che, per svariati motivi, non riuscivano a raggiungere.
Per esempio, il Metropolitan Museum of Art è riuscito ad utilizzare in maniera ottimale uno strumento come Instagram, così tanto da veder premiata la propria galleria digitale con un Webby Award per il settore Arte e Cultura.
Per attività lo segue il LACMA (Los Angeles County Museum of Art) che ha deciso di utilizzare Pinterest come libreria multimediale, rendendo così possibile consultare un elenco completo delle sue opere divise per hub tematici, accompagnando i visitatori nel percorso di visita al museo e permettendo a tutto il mondo di curiosare direttamente dal proprio smartphone o pc.
Anche molti artisti hanno deciso di utilizzare Instagram come bacheca del loro lavoro o, come recentemente ha deciso di fare Maurizio Cattelan, di trasformare un intero profilo in un artwork.
Cattelan ha infatti deciso di utilizzare il suo profilo per farne un pezzo d’arte, creando alto coinvolgimento con il pubblico che, incuriosito, cerca di non perdersi mai l’immagine del giorno. Si chiama The Single Post Instagram e, come si può intuire dal nome, è un profilo che contiene un unico post che viene sostituito ogni 1/2 giorni.
Shahak Shapira, invece, crea il progetto Yolocaust, una denuncia contro l’indifferenza dei visitatori del Memoriale dell’Olocausto di Berlino che scattavano selfie senza rispettare la storia legata a quel luogo. Per questo lavoro l’artista ha prima ricercato il materiale su Facebook e Instagram utilizzando hashtag e geotagging, una volta recuperati gli scatti sono stati trattati in modo che scorrendoci sopra il mouse, o il dito, l’immagine originale si sovrapponga a immagini crude che raccontano la sofferenza dei prigionieri.
Benjamin Grosser è invece l’ideatore di Go Rando, un “randomizzatore di emozioni”. Go Rando è un’applicazione che – se scaricata – permette di ottenere una randomizzazione delle reazioni ai post di Facebook: una volta premuto il tasto “Mi piace” Go Rando provvederà a scegliere una qualsiasi reazione tra quelle a disposizione, ribilanciando poco a poco la nostra esperienza nell’utilizzo di Facebook. Se avete paura che le vostre preferenze finiscano in mano al governo sbagliato, questa è l’applicazione che fa per voi.
Se durante il weekend vi venisse voglia di abbandonare la coperta e visitare un museo o una pinacoteca, non preoccupatevi della folla davanti al cartello descrittivo dell’opera: portate con voi il vostro smartphone e scaricate l’applicazione Smartify, l’equivalente in arte di Shazam e Spotify.
Se invece voleste portare un po’ di vita in quel personaggio triste e malinconico raffigurato nel dipinto che avete appena visto alla pinacoteca di Brera, potete utilizzare FaceApp come ha fatto l’artista Ollie Gibbs, che è riuscito a far sorridere i quadri del Rijksmuseum di Amsterdam.
Went to a museum armed with Face App to brighten up a lot of the sombre looks on the paintings and sculptures. The results… pic.twitter.com/N0zYGAFgKW
— Olly Gibbs (@ollyog) 11 maggio 2017
In alternativa, potete divertirvi ad arricchire il progetto lanciato dal profilo di Tumblr Museum of Selfies, che raccoglie tutti i selfie dei quadri sparsi nei musei del mondo.
Non mi resta che augurarvi un buon weekend invitandovi a prendere la vostra coperta preferita, arrotolarvici dentro, prendere il vostro smartphone in mano e lasciarvi ispirare. 🙂