THANK GOD WE ARE SOCIAL #340

Thank God We Are Social
matteo.piagno

OOO.
Una sigla per ricordare a tutti quelli che ci cercano, ma anche e soprattutto a noi stessi, che per qualche giorno le consegne lavorative andranno in secondo piano.
Sì, esatto, in secondo piano. Perché in questi giorni, anche se dovesse rimanere qualche mail in più da leggere o qualche materiale accumulato da consegnare al rientro non morirà nessuno, è Natale per tutti infondo.


Ed è proprio qui, nei giorni in cui piano a piano svaniscono le consegne lavorative, che iniziano quelle personali: i regali.
Perché per tutti, anche per i più Grinch -quelli del “ah ma io quest’anno lo dico da Settembre, questo Natale no ai regali“- arriva il momento in cui la TO DO list lavorativa lascia spazio ad un bulletpoint, pur stringato, di persone per cui vale il “Beh, ma almeno qualcosa mi converrà prenderglielo“.

É vero, c’è chi si è portato avanti -bravi- e chi invece, come ormai da tradizione, arriva all’ultima settimana.

Una cosa è certa: che voi siate dalla parte di chi si è portato avanti o di coloro che in questi giorni è andato alla ricerca del mitologico “Amazon Prime Super Ultimate Now”, avete acquistato online almeno uno dei vostri regali.

Leggendo ricerche qua e là pare che quest’anno circa l’80% degli italiani abbia utilizzato i social come strumento chiave per la scelta del regalo (circa il 30% ha poi concluso l’acquisto online) e, più in generale, 6 italiani su 10 hanno scorso in lungo e in largo i vari canali per chiedere consigli sui regali da fare o da farsi fare. Bravi tutti, ma l’effetto sorpresa?

Senza arrivare infatti a condividere ai parenti la propria Wish List di Amazon, i nostri comportamenti social lasciano tracce ai nostri cari follower come impronte sulla neve dopo una tranquilla passeggiata post-pranzo.



Ma non demoralizzatevi! Qualora queste tracce non dovessero bastarvi, possiamo sempre affidarci ai chatbot, Babbi Natale 2.0 che anziché parlare il finlandese e arrivare dalla Lapponia, masticano i linguaggi di programmazione dei Tech Specialist che gli hanno dato i natali (scusate il gioco di parole) e arrivano dalle fredde sale server in cui risiedono.

Dal Natale 2016 (con Coca Cola e “Natalino” di Unieuro) a quello attuale (Ralph il Babbo Natale Bot by Lego e il Christmas Concierge di Mark&Spencer), i brand stanno infatti cavalcando questa spasmodica ricerca di informazioni degli utenti mettendo in campo dei servizi di Chatbot che possano anzitutto ispirarli, aiutarli e intrattenerli lungo l’arduo percorso di acquisto dei regali natalizi (per poi, si spera, guidarli alla tanta agoniata conversion online).



Ma allora, se è sempre valido quel buon detto che recita “quello che conta è il pensiero”, come la mettiamo ora che quel pensiero arriva, in parte, anche da un’intelligenza artificiale?

Buon Natale a tutti voi, bot e non.

(BabBot by UserBot)