THANK GOD WE ARE SOCIAL #397

Thank God We Are Social
alessia.milla
La musica ci accompagna in ogni istante della nostra vita. È una colonna sonora in continuo divenire. Ognuno di noi ha il suo tema che, per intenderci, è quel brano che accompagna sempre lo stesso personaggio e che può essere arrangiato in diversi modi in base al suo stato d’animo.

Sono lontani i tempi in cui il rapporto con la rockstar preferita si limitava ad appendere il poster in cameretta e collezionare tutti i CD. I social media hanno rivoluzionato ed amplificato la fruizione della musica, in diversi ambiti.

Non abbiamo più brani a numero limitato nei lettori mp3. Ora con Spotify, Google music, Amazon music, solo per citare le più famose, possiamo ascoltare tutto quello che ci viene in mente vivendo il presente, senza preparaci prima.

Un prezioso passo in avanti.



Ogni fine d’anno tiriamo le somme musicali grazie alla funzione Spotify Wrapped che, con la possibilità di condividere i dati su IG e su FB, ci racconta, tra altri dati, il nostro genere prediletto dell’anno, la canzone che abbiamo ascoltato di più ed i minuti passati ad ascoltare playlist. Il tutto condivisibile con card preimpostate.



Nella nostra routine quotidiana pubblicavamo screenshot dei brani che si ascoltavano su Spotify. Oggi la piattaforma ci consente di condividere sulle stories di Instagram il brano che stiamo ascoltando tramite un vero format grafico, subito riconoscibile.



Sempre sulle IG Stories, non ha tardato ad arrivare la funzione che permette di aggiungere la musica ad un video o immagine per renderci registi della nostra giornata e le domande dove i nostri follower possono consigliarci un brano da ascoltare.

   

Sulle principali piattaforme social, amiamo decidere noi il momento giusto in cui fruire un contenuto con musica e, tendenzialmente, preferiamo far partire tutti i video in feed con audio off. Questo perché probabilmente stiamo già ascoltando altro, o siamo in giro, al lavoro e non vogliamo far partire musica senza il nostro controllo.



Le generazioni più giovani trovano in TikTok  comunicazione più naturali.

La società cinese, da non molto unita a Musically, propone una piattaforma dove tramite video di breve durata è possibile cimentarsi in LypSynch, acting, balli e video editing, dando opportunità di dar vita a vere e proprie challenge tramite hashtag che uniscono, ad oggi, più di 150 milioni di utenti su base giornaliera.



Anche il modo di vivere e fruire alcune tipologie di concerto si è ampliato.

Oggi i giovani artisti, oltre ai video homemade su Youtube ed Instagram hanno un modo in più per aver contatto e visibilità con il loro pubblico.

Un esempio è Sofarsound. La startup di Shoreditch si basa su tre ingredienti: artisti emergenti che vogliono esibirsi, host disponibili ad aprire le porte della loro dimora ed un sistema tramite il quale 5 giorni prima dell’evento si rendono accessibili i biglietti per prenderne parte.

L’italiana Sottovoce crea concerti nelle case grazie ad eventi organizzati che ospitano ed ingressi ad offerta. Tutto questo è possibile tramite l’associazione culturale RedBox.



Non manca, infine, la presenza dell’intelligenza artificiale:

AIVA dimostra di essere in grado di comporre musica ben strutturata ed emozionale. Come input noi dobbiamo dare solo la tipologia di genere che ci interessa.

Vi lascio all’ascolto di queste colonne sonore.



Keep on rocking.