Twitch: le case discografiche chiedono i diritti di copyright – #mercoledìsocial
Per Twitch è arrivato il momento di fare i conti con i colossi delle case discografiche, che chiedono a gran voce i diritti di copyright sulla musica utilizzata. Facebook apre le porte allo shopping online con il suo nuovo Facebook shop che permetterà agli utenti di scoprire nuovi prodotti e fare acquisti direttamente dall’app. TikTok fa causa all’amministrazione Trump e facilita la creazione di contenuti grazie ad un featuring con Alexa. Facebook risulta essere il maggiore veicolo di divulgazione di notizie false e disinformazione sanitaria, mentre lancia il suo nuovo Shop e un Hub educativo per aiutare nell’apprendimento da casa. Nel frattempo, Pinterest si muove con opzioni sempre più inclusive nel mondo del beauty e Twitter permetterà di limitare le risposte sotto i tweet e renderà più facile lo smaltimento dei DMs.
Twitch nel mirino delle case discografiche per i diritti di copyright
La più grande piattaforma di streaming videoludico ha raggiunto numeri impensabili durante la quarantena, che ha costretto molte persone a riorganizzare le proprie giornate da casa. Secondo la CNN Business, la pandemia ha portato ad un significativo aumento del pubblico di Twitch: solo nel mese di luglio, la piattaforma ha totalizzato un aumento del 67% delle visualizzazioni rispetto allo scorso anno, per un totale di 1,4 miliardi di ore guardate, di cui 17,6 milioni facenti parte della categoria musica. Questa impennata nell’utilizzo della piattaforma ha allertato le case discografiche, in particolare il colosso RIAA, che ora chiede a gran voce che Twitch paghi per la musica che utilizza.
Ma facciamo un passo indietro per capire da dove tutto è iniziato.
Nel 2018 il creator Ryan Weller ha creato una e-card di circa 30 secondi utilizzando il tormentone del 2003 “In da Club” firmato 50 Cents, in cui mostrava un featuring con i suoi fans che ballavano sulla hit. Inutile ribadire il grande successo che ha ottenuto, diventando immediatamente una delle migliaia di clip salvate dai suoi fan. Ben due anni dopo, il 5 giugno di quest’ anno, Weller ha inaspettatamente ricevuto un severo richiamo da Twitch con successiva rimozione di contenuti per violazione di copyright, lasciando il creator sbigottito di fronte a questa notizia che metterebbe a repentaglio la sua principale fonte di guadagno.
Weller non è l’unico che si è visto rimuovere i contenuti: sono molti i creators che hanno ricevuto la notifica di takedown dalla piattaforma. I fatti sono confermati da un tweet ufficiale del Twitch Support:
📢 This week, we’ve had a sudden influx of DMCA takedown requests for clips with background music from 2017-19. If you’re unsure about rights to audio in past streams, we advise removing those clips. We know many of you have large archives, and we’re working to make this easier.
— Twitch Support (@TwitchSupport) June 8, 2020
Questo avvenimento ha sollevato un grande quesito: è illegale utilizzare musica su Twitch?
Ci sono pareri discordanti a riguardo. Molti creators sostengono che l’utilizzo di pochi secondi di sound non possa essere considerata un’azione criminosa. D’altro canto, a ribattere, c’è la loggia delle case di produzione discografica, con il CEO di RIAA, Mitch Glazier, in prima fila che ha annunciato di non riuscire a spiegarsi come mai il servizio di proprietà di Amazon non paghi gli artisti per i loro lavori. Esattamente come fanno Instagram, YouTube e lo stesso Amazon Music. Stando a quanto sostengono le case discografiche, i proprietari del copyright possono inviare una notifica di rimozione contro qualsiasi fornitore di servizi online se il loro contenuto viene utilizzato senza autorizzazione. Ed è quello che sta succedendo sulla piattaforma.
La musica è ovunque su Twitch: sempre più DJ e artisti stanno utilizzando la piattaforma e i numeri di utenti crescono a dismisura. Ma la situazione corrente potrebbe modificare il modo in cui Twitch si approccia alla musica e riequilibrare l’utilizzo dei lavori degli artisti a scopo personale. Lo scopo delle case discografiche è quello di eliminare il Wild West della musica in streaming, regolarizzandone l’utilizzo su ogni portale.
Facebook lancia Shop
È di ieri la notizia del lancio negli Stati Uniti del nuovo servizio di e-commerce di Facebook. Il blog ufficiale del social network lo descrive come un nuovo luogo per scoprire attività commerciali e acquistare prodotti direttamente dall’app. Facebook Shop consente alle persone di trovare facilmente i prodotti delle aziende che amano, scoprirne di nuovi ed effettuare acquisti, tutto in un unico posto.
Questa nuova funzionalità semplificherà di molto la vita alle piccole aziende, offrendo la possibilità di avere un maggiore controllo sull’aspetto del loro negozio online. Tra le caratteristiche principali troviamo:
- Layout originali e di design per presentare i prodotti;
- Anteprima in tempo reale delle collezioni man mano che vengono progettate;
- Possibilità di creare automaticamente negozi per i nuovi venditori;
- Nuove informazioni per monitorare i risultati in Commerce Manager.
A tutto questo si aggiunge una nuova opzione di messaggistica, per mettere in contatto i potenziali clienti direttamente con i venditori. L’opzione di messaggistica faciliterà i direct tramite Messenger, WhatsApp o Instagram Direct.
Non è solo Facebook ad avere una sezione di shopping. Instagram ha lanciato a luglio una nuova funzione dedicata completamente allo shopping online, chiamata Instagram Shop, dove le persone possono scoprire e acquistare prodotti di creator e marchi.
Ad accelerare i tempi di lancio di questa nuova funzione è stato soprattutto il cambiamento repentino dello stile di vita degli americani durante la pandemia. Come sostiene lo stesso social network, durante la pandemia COVID-19 l’utilizzo dello shopping online è cresciuto a dismisura, con circa l’85% delle persone in tutto il mondo che fa acquisti online. Il fine principale dell’azienda Facebook è quello di rendere gli acquisti più facili per le persone e consentire a chiunque, dall’imprenditore al marchio più grande, di utilizzare una delle app più scaricate di sempre per entrare in contatto con i clienti e far crescere la propria attività.
TikTok: da Trump ad Alexa
Mentre Instagram aggiunge i nuovi reels per avvicinarsi alle funzionalità del social network cinese, TikTok fa causa all’amministrazione Trump in seguito all’ordine esecutivo che vieta l’utilizzo dell’app negli Stati Uniti e proibisce qualsiasi transazione con il social network cinese e la società madre ByteDance.
In un comunicato sul blog, TikTok spiega che la società si è ritrovata alle strette e non ha avuto altra scelta se non quella di provare a difendere i diritti dei propri dipendenti tramite azione legale.
Infatti, la causa sostiene che l’amministrazione Trump non abbia prove a sostegno delle affermazioni secondo cui TikTok rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale, e dichiara che Trump ha deliberatamente ignorato qualsiasi tipo di cooperazione tra TikTok e il Committee on Foreign Investment degli Stati Uniti (CFIUS).
Questa notizia cavalca l’onda del ban di WeChat, per cui l’amministrazione Trump è stata ugualmente citata in giudizio.
A ciò si aggiunge il tema della negoziazione tra TikTok e Microsoft, apparentemente ancora il principale offerente per la piattaforma. TikTok ha rivelato per la prima volta questa settimana gli esatti conteggi degli utenti presenti, escludendo i numeri di “Douyin”, ovvero la versione cinese dell’app. Da ciò ne è derivato che il social network ha una presenza massiccia negli Stati Uniti, dove conta 100 milioni di utenti attivi mensilmente e 50 milioni di utenti attivi ogni giorno. Un passo in più per facilitare le politiche d’acquisto della piattaforma.
Se TikTok cerca da una parte di farsi strada per vie legali, dall’altra regala una grande novità che renderà felici i creators: il lancio di un tool che permetterà di controllare TikTok tramite l’attivazione vocale di Alexa.
L’opzione che permette di usare TikTok tramite Alexa renderà più facile la vita per alcuni utenti. Via al timer della videocamera o all’aiuto di un amico per la produzione, basterà semplicemente chiedere ad Alexa di registrare.
Facebook accusata di favorire la disinformazione, lancia un nuovo hub per il back to school
È una settimana dal tempismo perfetto per Facebook, che è stato allo stesso tempo elogiato per aver fermato la diffusione di un nuovo video a sostegno degli anti-vax ed etichettato da Avaaz come uno dei maggiori facilitatori di disinformazione sanitaria, soprattutto durante il periodo della pandemia.
Secondo il gruppo, le pagine di Facebook che fanno disinformazione sul tema della salute hanno registrato un totale di 3,8 miliardi di visualizzazioni solo nei primi cinque mesi del 2020. Dunque, secondo il report pubblicato, Facebook avrebbe facilitato la diffusione di una vasta gamma di informazioni errate, diventando “vettore” per false credenze e per “cure mediche fasulle che prosperano sulla piattaforma”.
Facebook si difende sostenendo che questi dati riflettono gli interessi delle persone e che, dunque, non possono essere visti come un problema di piattaforma che, al contrario, si è sempre fatta portatrice dell’ideale di massima libertà di parola dei suoi utenti.
Non è la prima volta che il social network più famoso del mondo si trova di fronte a questo tipo di accuse, e ha già in passato annunciato di avere una dura posizione contro la diffusione di fake news “lavorando sul problema e prendendo molto sul serio questa responsabilità”.
Se da una parte proliferano pagine di disinformazione sanitaria, dall’altra il colosso dei social network cavalca a pieno l’onda del back to school online. Per supportare un rientro nelle aule virtuali lancia un Hub educativo, che facilita il lavoro a studenti e insegnanti, aiutando a garantire un corretto svolgimento delle attività accademiche nel rispetto delle nuove norme vigenti in seguito all’andamento della pandemia del COVID-19.
La piattaforma mostra di tenerci particolarmente ai suoi utenti, offrendo un servizio online gratuito per la cura della propria salute mentale e fisica, condividendo suggerimenti preziosi per riuscire ad affrontare periodi di isolamento e incertezza e per aiutare educatori, genitori e studenti a gestire lo stress e cercare di vivere in un ambiente positivo.
Le novità di Pinterest per l’inclusività
Il nuovo algoritmo di Pinterest ottimizza la funzione Try On del social network rendendo più semplice la scelta del make up perfetto.
Grazie alla nuova feature aggiunta a gennaio, è possibile provare virtualmente ed in tempo reale le varie tonalità di make up per capire quale si addice di più al nostro colorito naturale.
La grande novità, però, sta nell’aver reso questa opzione molto più flessibile ed inclusiva: quando provi una tonalità, Pinterest ti suggerirà automaticamente una nuova vasta gamma di tonalità simili per aiutarti a capire qual è la migliore in base al tuo incarnato.
La decisione di migliorare questo servizio è avvenuta in seguito a una verifica sulle parole chiave più ricercate che, secondo Adweek, erano per il 60% legate alla parola “pelle” a cui si aggiungevano aggettivi come “scura” “olivastra” e “bianca”, dimostrando che tutte le donne, con ogni tipo di pelle, cercavano un modo per personalizzare le loro ricerche. L’obiettivo della piattaforma è ora quello di migliorare la tecnologia legata alla tonalità della pelle e in generale di portare avanti un’azienda inclusiva con un prodotto che sia utile a tutti.
Twitter aggiunge nuove features per direct e tweet
Questa settimana Twitter ha annunciato un paio di novità rispetto ai direct messages: sarà possibile avere più dettagli rispetto ai messaggi degli utenti che non segui e sarà più facile vedere chi è l’utente in questione e se/come siete connessi.
Più nello specifico, la nuova visualizzazione dei DMs ti permetterà di capire quali profili avete in comune con l’utente. Inoltre, toccando il messaggio, otterrai un riepilogo abbreviato del profilo nella parte superiore dello schermo, il che ti eviterà di dover fare giri extra per avere più informazioni su chi è la persona nei tuoi DMs.
Questa nuova feature potrebbe sicuramente aiutare a snellire il processo di risposta e potrebbe far risparmiare molto tempo ad alcuni utenti.
Da una parte una maggiore apertura nei messaggi, dall’altra una chiusura dei commenti.
Il social network ha, infatti, deciso di aiutare le persone a eliminare i vari abusi e spam nelle risposte ai loro tweet tramite il lancio di una nuova funzione che permetterà agli utenti di limitare le risposte ai propri tweet. Ad indicare la possibilità di risposta o meno, ci sarà una piccola icona a forma di globo nella parte inferiore del tweet, basterà toccarlo per limitare le risposte solo a chi ti segue, mentre coloro che non possono rispondere potranno comunque visualizzare, ritwittare, ritwittare con commenti e mettere mi piace ai tweet.
Questo rappresenta un passo in più nel processo di pulizia della piattaforma, infatti Twitter da anni combatte per limitare al massimo fastidi tra gli utenti: partendo dalla possibilità di nascondere le risposte, migliorando il processo di segnalazione di molestie, dando la possibilità di bloccare o disattivare le persone. A ciò si aggiungono i mille sforzi per aiutare gli utenti a segnalare tweet offensivi, discriminatori o veicoli di fake news.
Anche per questa settimana è tutto: al prossimo mercoledì!