Digital 2021 – I dati di Luglio.

Analisi
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Matteo Starri Research & Insight Director, We Are Social


Surprise surprise, continua a crescere il numero di persone connesse ad internet, e connesse tra loro grazie alle piattaforme social.



Dal nostro Statshot di luglio – pubblicato come al solito in partnership con Hootsuite – emerge come i social continuino a guidare i comportamenti di interpersonalità a livello globale. Il momento storico in cui registriamo questa crescita sostenuta è interessante e sfidante, in virtù delle recenti modifiche alle privacy policies di Apple e al rollout della ePrivacy Directive dell’Unione Europea, di cui stiamo iniziando a vedere traccia nei numeri presenti nel report.



Al solito, il report completo lo trovate al link SlideShare qui sotto, e con un po’ di pazienza potete seguire la nostra interpretazione dei dati principali, subito dopo.




Highlight




Continua la crescita dei social


Nonostante le restrizioni legate alla pandemia di Covid-19 siano andate allentandosi in diverse parti del mondo, riportiamo una crescita di 520 milioni di utenti social negli ultimi 12 mesi, per un YoY del 13%.




Per i fan delle proporzioni, questo significa che oltre 1 persona su 9 attiva oggi sui social li ha usati per la prima volta negli ultimi 12 mesi. Sono 147 milioni le persone che si sono connesse per la prima volta negli ultimi 3 mesi, una crescita quarter-on-quarter superiore al 3%.



Si tratta di uno dei tassi di crescita più rapidi che abbiamo registrato negli ultimi anni, ma probabilmente in parte viziato da una modifica nella maniera in cui Facebook riporta i suoi utenti, come dichiarato nella Earnings Presentation di Q1 2021:



In the first quarter of 2021, we updated our metrics calculations to maintain calibration of our models against recent user survey data, and we estimate such update contributed an aggregate of approximately 70 million [users] to our reported worldwide [total].”



Si tratta tuttavia di modifiche abbastanza ricorrenti, che non dovrebbero quindi impattare più di tanto le variazioni annuali.




Dallo stesso report emerge come la “famiglia di app” di Facebook (Facebook, WhatsApp, Instagram, Messenger) sia utilizzata da circa 3 miliardi e mezzo di persone ogni mese.




Aumenta il tempo speso sui social


E questo nonostante il tempo speso online sia allineato a quanto riportato nel trimestre precedente (anzi, una piccola contrazione di un minuto). Aumenta anche leggermente il tempo speso guardando la TV.




I dati di GWI indicano che oltre il 95% della popolazione mondiale tra i 16 e i 64 anni utilizza le piattaforme social ed i servizi di messaggistica su base mensile. Si tratta di un vantaggio di 10 punti percentuali rispetto al dichiarato sui motori di ricerca / portali web in generale.




Sono 6 su 10 gli utenti internet che hanno visitato piattaforme di shopping online nell’ultimo mese, mentre supera il 50% la cifra di utenti che comprano o ricercano prodotti online almeno settimanalmente.



Continua a crescere la reach di Instagram, 7% QoQ


E questo nonostante si inizi a vedere l’effetto della ePrivacy Directive dell’Unione Europea, che impatta la possibilità da parte dei brand di tracciare e targetizzare le audience, non solo nell’universo Facebook naturalmente, ma cross-platform.



Nonostante si siano iniziate a vedere delle contrazioni in Europa (-25 milioni di utenti raggiungibili da advertising QoQ) e in UK (-5 milioni QoQ), Instagram ha visto crescere la propria audience globale di circa 100 milioni di utenti negli ultimi 3 mesi.




Si tratta, ricordiamolo, non di un drop degli utenti attivi sulla piattaforma, ma di quelli raggiungibili da attività sponsorizzate. Inoltre, i cali registrati su Instagram non trovano un parallelo sulle audience targetizzabili su Facebook.



L’Europa non è tuttavia da sola nell’affrontare delle difficoltà. La recente introduzione della possibilità di opt-out “nativa” in iOS 14,5, ad esempio, impatterà sostanzialmente tutte le piattaforme. Anche in questo caso, sarà solamente la possibilità di targetizzare delle audience con l’adv a soffrirne, mentre rimangono invariate (o addirittura potrebbero beneficiarne?) le opportunità più creative per i brand di raggiungere gli utenti sulle piattaforme stesse.



I comportamenti dei gamer


L’importanza del (dei) mondo (mondi) del gaming non è argomento che portiamo su questo blog per la prima volta, e che di recente abbiamo affrontato nel Digest al nostro “ritorno virtuale” dai Cannes Lions 2021. La comprensioni di questi mondi passa anche da un attento lavoro di ricerca, che recentemente abbiamo rafforzato ulteriormente attraverso la nostra partnership con GWI e il loro nuovo Gaming dataset.



Troviamo conferma che l’85% degli utenti internet dichiara di giocare a videogame, e 1 su 3 dichiara di farlo quotidianamente, dato che sale al 40% in geografie come gli Stati Uniti o il Giappone.




Se da un lato le persone più giovani sono più propense a giocare, sono ben 2 su 3 nella fascia 55-64 a identificarsi come gamers. Nella stessa fascia troviamo anche un balance totale tra uomini e donne, che nelle fasce più giovani vede una percentuale di uomini leggermente più alta.




I giochi preferiti dalle persone, come anche le community che intorno ad essi si creano, sono tra i più disparati, ma sono i generi Action adventure e Shooter gli unici a superare la barriera simbolica del 50% di persone che dichiarano di aver giocato almeno un titolo in queste categorie nell’ultimo anno.



Sono una decina anche le categorie ad aver coinvolto più del 20% della popolazione, ad ulteriore conferma della varietà di questi mondi e dell’ampiezza delle possibilità per i brand di coinvolgere in maniera meaningful le community di giocatori che si formano intorno a ciascun genere e ciascun titolo.




Uno sguardo al futuro


E quindi, su cosa pensiamo valga la pena tenere le antenne alzate in questa seconda metà dell’anno?



Macro trend: il nostro consiglio (come quasi sempre, in realtà) è quello di non farsi distrarre da fluttuazioni MoM o anche QoQ, ma di analizzarli nei contesti dei trend di più ampio respiro. Dalla nostra analisi emerge come le audiences abbiano ampiamente incrementato il loro utilizzo di device e servizi connessi negli ultimi mesi, ed è improbabile che ritornino completamente alle rispettive abitudini pre-covid.



Preparazione al cambiamento: nuove privacy policies, i saluti ai cookies di terze parti, modifiche legislative. L’attenzione è alta su questi temi e i brand non possono permettersi di farsi trovare impreparati, anche considerato che gli effetti dei primi cambiamenti ve li abbiamo già raccontati.



Utilità digitale: diverse delle aziende digitali più di successo si concentrano su comunicazione ed intrattenimento. È possibile (probabile?) che la prossima ondata di innovazioni digitali passi dal mondo dell’ogni giorno, dell’utile: banking, istruzione, salute in primis. Si tratta di settori in cui magari le possibilità sono più ridotte rispetto ad esempio all’intrattenimento, ma che potrebbero portare a un ripensamento sull’utilizzo dei canali digitali, come luogo per creare valore per le persone e non solo come canale pubblicitario.



Vedremo, magari saremo già in grado di aggiornarvi su questi temi nel prossimo statshot di Ottobre 2021.