ChatGPT: la tecnologia che sta cambiando il nostro modo di interagire con l’AI
Sicuramente avrai già sentito parlare di ChatGPT (GPT significa letteralmente Generative Pre-training Technology). D’altra parte dal momento del suo lancio da parte di OpenAi c’è stato un hype incredibile: 1 milione di persone si sono iscritte nei primi cinque giorni creando poesie, testi di canzoni, articoli di ricerca, codici html e python e business plan.
LA TECNOLOGIA GPT STA CAMBIANDO – E CAMBIERÀ – IL MODO IN CUI INTERAGIAMO CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, E HA IL POTENZIALE PER TRASFORMARE PROFONDAMENTE MOLTISSIMI SETTORI E IMPIEGHI PRATICI.
Sono sincero, la prima volta che ci ho interagito ho provato la stessa sensazione di quando mi sono connesso a internet qualche anno fa e ho capito che – sostanzialmente – mi si era aperta una finestra su un mondo nuovo.
Ma facciamo un passo indietro: cos’è ChatGPT e come funziona?
Molto brevemente, è uno strumento che è stato “addestrato” su un enorme quantità di dati di testo, con la finalità di generare risposte simili a quelle che darebbe un essere umano, in base agli input che riceve (prompt).
In altre parole, è una tecnologia in grado di intrattenere una conversazione con esseri umani in modo naturale. Esatto, una conversazione: ChatGPT non va usato come siamo abituati a usare un motore di ricerca, chiedendo una cosa, poi un’altra ancora, e ancora un’altra, ChatGPT è pensato per ascoltare una richiesta, esaudirla, ricevere dei feedback, lavorare su quelli e continuare a migliorare l’output finché non soddisfa l’interlocutore umano.
L’aspetto più affascinante di ChatGPT è che consente interazioni fluide con l’intelligenza artificiale: invece che dover inserire un preciso set di comandi, gli utenti possono interagire conversando in maniera naturale, proprio come se lo stessero facendo con un’altra persona. Questo fa sì che sia molto più semplice, piacevole e immediato interagire con l’Ai.
E questa è una rivoluzione, perché mette nelle mani di milioni di persone uno strumento accessibile, aprendo loro un mondo fino a ieri appannaggio di persone con competenze tecniche molto specifiche.
Senza nemmeno pensarci, ogni giorno tutti noi interagiamo con qualche tipo di intelligenza artificiale, ad esempio quando ci aspettiamo che il nostro iPhone si sblocchi guardandoci in faccia, o quando chiediamo a Google Maps di dirci quanto ci metteremo per arrivare in ufficio, o ancora quando ci aspettiamo che Netflix ci consigli un film sulla base dei nostri gusti.
Ecco, tutte queste interazioni sono efficaci perché non ci rendiamo nemmeno conto che a rispondere alle nostre richieste ci sia una Ai: sono azioni che svolgiamo con naturalezza, e la potenza di ChatGPT è esattamente questa, è la sua capacità di rendere semplici interazioni estremamente complesse.
Un po’ di anni fa ricordo di essere rimasto colpito da questo video, che raccontava di un esperimento in cui la sceneggiatura di un film era stata completamente scritta da un’intelligenza artificiale.
Mi pareva una cosa incredibile, ma a cui soltanto in pochi avevano accesso: c’era bisogno di competenze tecniche molto specifiche, di saper scrivere codice e di sviluppare.
Insomma, mi pareva una cosa stupenda, ma lontana dalla mia portata.
Lontana dalla mia portata fino ad oggi, perché ChatGPT spazza via la necessità di competenze così tecniche per creare qualcosa del genere: come detto all’inizio di questo post, durante la prima settimana dal suo lancio, questa tecnologia è entrata in contatto con 1 milione di persone in soli 5 giorni – come dicevamo.
L’intelligenza artificiale non sostituirà gli sceneggiatori, come non sostituirà i creativi nelle nostre agenzie – se è questo che stai pensando – anzi.
Secondo me, ChatGPT è uno strumento col potenziale di amplificare la creatività perché estende le nostre competenze tecniche e velocizza molti processi, indicando magari delle strade che in un quel momento non avevamo visto, dandoci la possibilità di dare forma a quello che immaginiamo – e qui, oltre che a ChatGPT pensiamo a strumenti come DALL• E 2 o Midjourney, ad esempio, che trasformano in immagini i nostri input di testo.
La creatività e le competenze artistiche continueranno ad essere fondamentali: le più incredibili immagini generate da Ai sono comunque create e modificate da creativi e artisti che sanno come istruire questi strumenti – un po’ come succede nel mondo della musica elettronica, dove la collaborazione tra tecnologia e artista permette di produrre musica, appunto.
Penso che il vero potenziale dell’intelligenza artificiale in generale, e di ChatGPT, sia legato alla nostra capacità di collaborare con queste tecnologie: non dobbiamo pensare a questi come a strumenti che sostituiranno le nostre mansioni (certo, magari automatizzeranno dei processi noiosi o ripetitivi, o velocizzeranno alcuni task), ma a formidabili supporti con cui collaborare e da cui trarre vantaggio per potenziare le nostre competenze e le nostre capacità.
Questo breve estratto di un interessante articolo di Emil Abirascid spiega molto bene la differenza tra quello che è in grado di fare l’intelligenza artificiale – creare contenuti – e il cervello umano – essere creativi:
“L’elemento dirimente è la capacità da parte dell’Ai di generare dei contenuti .
Qui va fatta una rapida riflessione sulla differenza tra capacità generativa e creatività: non è possibile definire l’Ai creativa in quanto il modello con cui opera è ancora diverso da quello con cui opera la mente umana che conserva quindi la sua unicità in relazione alla capacità creativa, l’Ai generativa attuale non ha la capacità di comprendere il significato profondo dei contenuti che sta generando o di avere intenzioni creative.
La creatività umana, al contrario, implica l’utilizzo della fantasia e dell’immaginazione per creare qualcosa di nuovo e originale. La creatività umana può essere influenzata da esperienze, emozioni e pensieri personali, cose che un’Ai generativa non può avere.“
Questo tweet di Sam Altman, CEO di Open Ai, è una buona metafora per spiegare come ci può supportare ChatGPT in molte delle nostre attività (io avrei riassunto in “può essere un nostro buddy”, ma il concetto non cambia):
In fondo è qualcosa che è sempre successo durante la storia dell’uomo: il progresso tecnologico viene accolto in principio con diffidenza e paura, per poi rendersi conto che si tratta di un’occasione da cogliere.
Pensiamo alla Prima Rivoluzione Industriale, quando si temeva che il motore a vapore avrebbe sostituito completamente la forza lavoro: è stato così? No, anzi, è diventato un formidabile alleato che ha permesso all’uomo di costruire opere che mai avrebbero potuto essere costruite con i soli “muscoli“. E il mondo intorno a noi è stato realizzato proprio dalla collaborazione tra uomo e macchine.
Stesso discorso si può fare per l’intelligenza artificiale: amplifica la potenzialità della nostra mente, insomma, non è un sostituto, ma un alleato, proprio così come il motore ha vapore ha aiutato gli uomini a costruire opere incredibili, l’Ai potrà aiutare a fare lo stesso dal punto di vista cognitivo.
Oltre alla creatività pura, pensiamo a come questo può diventare uno strumento formidabile anche per migliorare l’interazione tra esseri umani, ad esempio aiutando persone con disabilità a comunicare più efficacemente, oppure abbattendo le barriere linguistiche, grazie alla sua capacità di tradurre conversazioni in tempo reale – l’integrazione con dispositivi speech-to-text non impone l’utilizzo di una tastiera e di uno schermo, rendendo l’esperienza quindi assolutamente naturale.
A proposito di text-to-speech, ecco A.Idea – un piccolo esperimento che abbiamo fatto mentre studiavamo ChatGPT.
Ecco come funziona.
Molto brevemente, una volta alzata la cornetta, ChatGPT si presenta come intelligenza artificiale in grado di supportarti nella risoluzione di un brief in pochi secondi; l’utente spiega il brief (ad esempio “ho bisogno di due idee creative per video su TikTok che coinvolgano due giovani coppie 18-24 per il mio brand di bibite gassate”); e dopo qualche secondo l’Ai propone un output (in questo caso due brevi script per i video in questione).
Ovviamente si tratta solo di un esercizio di stile, che – come spiega Pedro Garlaschi de Sousa, uno dei Creative Technologist che hanno lavorato al progetto alla fine dell’anno scorso – ci è servito per studiare questa tecnologia e per raccontarla in modo semplice a chi non ha ancora familiarità con ChatGPT e con l’Ai.
“A.Idea è stata un modo per esplorare alcune delle capacità di OpenAI.
In una produzione di pochi giorni, abbiamo utilizzato la scocca di un vecchio telefono per ospitare un Raspberry Pi che esegue OpenAi e applicativi Google per costruire un’interfaccia in cui è possibile porre domande e ricevere risposte da una parte della stessa tecnologia che alimenta ChatGPT.
Cercare di essere in anticipo sulla tendenza e abbracciare la tecnologia è sempre il cuore delle nostre esplorazioni, e da lì cerchiamo di integrare la tecnologia in modo pratico o divertente.”
– Pedro Garlaschi de Sousa, Senior Creative Technologist, We Are Social
L’integrazione tra Generative Pre-training Technology e text-to-speech Ai sarà un ulteriore passo in avanti verso interazioni sempre più fluide e naturali tra umani e macchine, e anche qui i progressi tecnologici sono incredibili: Microsoft ha annunciato VALLE-E, uno strumento che può simulare da vicino la voce di una persona semplicemente ascoltando un campione audio di tre secondi. Una volta imparata una voce specifica, VALL-E può sintetizzare l’audio di quella persona che dice qualunque cosa – e lo fa in modo tale da cercare di preservare anche lo stesso tono emotivo.
Ma torniamo a noi, per capire un po’ meglio come trarre vantaggio da queste tecnologie: esistono già esempi di brand che hanno usato ChatGPT per le loro campagne, ma – permettimi il paragone – più come se fosse un meme che per la tecnologia in sé: MintMobile, ad esempio, ha creato questo spot con Ryan Reynolds in cui lo script è prodotto da ChatGPT.
Un altro esempio, ancora più recente, è quello di Avocados from Mexico che ha integrato l’utilizzo di ChatGPT nella campagna che lancerà in occasione del prossimo Super Bowl del 12 febbraio: nel commercial sarà presente un QR code che porterà gli utenti su una landing page in cui sarà possibile inviare un tweet a ChatGPT, che risponderà e inviterà gli utenti a condividere la risposta.
Insomma un gimmick utile più che altro a livello PR, ma che può contribuire a ampliare ulteriormente l’utilizzo e la notorietà di strumenti come ChatGPT.
[UPDATE: Avocados From Mexico ha comunicato che ha deciso di non includere l’utilizzo di ChatGPT per la sua campagna a causa di una serie di problematiche tecniche – tra cui l’impossibilità dell’integrazione con Twitter in tempi così rapidi. La notizia riportata da AdAge qui.]
Sicuramente esercizi interessanti, ma le potenzialità di questo strumento sono molto più ampie, come ad esempio velocizzare ricerche di mercato (vedi l’esempio qui sotto), oppure agire – e quindi “comportarsi” come un rapper, come un commentatore sportivo, uno storyteller, un critico cinematografico, etc. – giusto per citare un paio di esempi, o ancora scrivere codice o eseguire debug di codice che avevamo già scritto noi.
Non dobbiamo poi scordare che ChatGPT è una tecnologia relativamente nuova, e ci sono diverse sfide, sia tecniche sia etiche, che andranno affrontate (ad esempio, può diventare un potentissimo strumento di propaganda o di diffusione di fake news – interessante questo articolo di Semafor che spiega il modo in cui GPT apprende informazioni, partendo da un episodio “curioso”: quando gli viene chiesto chi è il CEO di Twitter, risponde Elon Musk, anche se teoricamente non dovrebbe essere un’informazione in suo possesso).
In questo momento, quindi, non possiamo dare per oro colato ogni informazione che raccogliamo usando questo strumento, è fondamentale verificare la veridicità degli output – proprio come dovremmo fare ogni volta che cerchiamo informazioni su altri canali.
Nonostante questo i benefici che questo tipo di tecnologia può portare nelle nostre vite sono indiscutibili, proprio perché, come detto, rende accessibile a tutti l’interazione con l’intelligenza artificiale, di fatto estendendo le nostre competenze in modo praticamente immediato.
Dal punto di vista tecnologico ci sono invece oggi alcune problematiche legate alla saturazione del servizio, che portano spesso a rallentamenti o blocchi della piattaforma: sembra che alla versione gratuita attuale, ne verrà affiancata una PLUS a pagamento, come comunicato da Greg Brockman, Co-Founder di OpenAi con questo tweet attraverso cui è possibile anche accedere alla waitlist:
ChatGPT è solo uno dei tanti strumenti basati sull’intelligenza artificiale in grado di compiere dei compiti molto complessi e sempre più precisi, ma con un’accessibilità impensabile fino a poco tempo fa: da Copy.ai per scrivere testi, a Fliki che crea video su input che gli forniamo, fino ai più noti DALL• E 2 e Midjourney, che creano immagini partendo da prompt di testo.
Qui e qui puoi trovare due liste sempre aggiornate di strumenti che – ne sono convinto – non possono che aiutare il nostro lavoro, amplificando e rafforzando la creatività di ognuno di noi: ogni giorno vengono lanciati nuovi progetti che sfruttano l’Ai, sia dedicati ad ambiti molto verticali, sia più ampi.
Ti segnalo, ad esempio, questo modello rilasciato pochi giorni da Google: MusicLM, una sofisticata intelligenza artificiale che genera musica a partire da testo (ad esempio a calming violin melody backed by a distorted guitar riff”), melodie e immagini.
Ecco un esempio, creato da una descrizione che inizia con la frase “The main soundtrack of an arcade game“. Incredibile, vero?
ChatGPT ci può sgravare da tantissimi task e velocizzarne altri – ad esempio, tradurre testi in maniera istantanea, senza bisogno di trovare sinonimi perché legati a un determinato contesto, è senza dubbio un risparmio di tempo incredibile; così come lo può essere in alcuni casi chiedere di riassumere in poche righe un contenuto, o avere rapidamente informazioni su un’azienda, o su una industry che non conosciamo; o ancora per organizzare informazioni legate a un audience che ci interessa esplorare; oppure per creare contenuti ex novo – ad esempio delle FAQ su un tema specifico, o un indice partendo da un testo.
Gli esempi sono pressoché infiniti, e sta solo a noi capire come collaborare al meglio con l’intelligenza artificiale.
Ed è qualcosa che sta già per succedere nel 2023:
- Ai scriveranno il 10% del codice a livello globale;
- il 46% dei decision maker a livello aziendale e tecnologico cercano partner per implementare soluzioni Ai per la propria azienda, relativamente a dati e analisi;
- il 10% delle Fortune500 creerà contenuti servendosi del supporto di strumenti di Ai.
(fonte: Predictions 2023: Artificial Intelligence, Forrester)
O ancora, come il marketing e i media “tradizionali” verranno contaminati nei prossimi anni:
- Entro il 2025, il 30% dei messaggi di outbound marketing delle grandi aziende sarà generato da Ai, rispetto a meno del 2% nel 2022.
- Entro il 2030, verrà rilasciato un blockbuster con il 90% del film generato da Ai (dal testo al video).
(fonte: Beyond ChatGPT: The Future of Generative AI for Enterprises, Gartner)
Cosa succederà domani? Credo nessuno lo sappia con certezza, ma è molto probabile che l’intelligenza artificiale progredirà sempre più in fretta, e imparerà a fare molte cose meglio di noi: questo renderà molte attività delle nostre vite più semplici, ma potenzialmente sarà una minaccia per alcuni aspetti di molti tipi di lavoro.
E non credo sia necessariamente una cosa negativa.
Eliminare tutte quelle cose noiose che detestiamo di fare può liberare tempo per concentrarci su compiti più importanti, o su aspetti più creativi.
Delegare le parti noiose e ripetitive del tuo lavoro a un’Ai e liberare il tuo tempo per concentrarti su ciò che ti piace fare non sarebbe male, non credi?
[le 3 immagini nella cover image di questo post sono state realizzate usando Midjourney, con il prompt: selfie of an artificial intelligence with a group of creatives in an advertising agency during a brainstmorming in a cheerful mood, in a disney style]