Facebook Places: una nuova dimensione del social networking?

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Poche ore fa Mark Zuckerberg ha annunciato il lancio di un nuovo servizio: Facebook Places. Si tratta di una funzionalità di Facebook, completamente “opt-in” (è necessario attivarla per averla), che sfrutta la geolocalizzazione.

Grazie a Facebook, fino ad oggi, è stato possibile esprimere molte sfaccettature delle nostre esperienze, ma ciò che mancava era una integrazione efficace della dimensione “spazio”.

Facebook Places consentirà agli utenti di effettuare check-in (proprio come avviene per Foursquare o Gowalla) nelle location visitate e condividere le proprie esperienze con gli amici e i conoscenti. Dalle dichiarazioni al momento del lancio, sembra che lo scopo di places non sia far sapere a tutti dove siamo stati o monitorare gli spostamenti dei propri amici di Facebook, ma piuttosto è aiutare a scoprire nuovi luoghi, persone ed esperienze. Questo ricorda quanto dichiarato recentemente da Crowley riguardo l’evoluzione di Foursquare.

Cosa consente di fare Places?

In poche parole (dalle parole di Zuckerberg): trovare amici, effettuare check-in e costruire storie sui luoghi visitati.

La privacy è un tema molto importante per questo tipo di servizio. Facebook ha mantenuto quasi tutte le dinamiche “opt-in”: in pratica non succede quasi nulla che l’utente non richieda espressamente, ma ci sono già alcuni commenti negativi riguardo ad alcuni aspetti di gestione della privacy. Ad oggi il servizio non è ancora attivo e sarà lanciato prima negli Stati Uniti. Potrà essere utilizzato tramite iPhone o altri smartphone tramite la versione touch di Facebook.

Facebook Places rappresenta una grande opportunità per le aziende che vedono aggiungersi una funzionalità molto importante a uno dei canali più frequentati dai consumatori. In molti casi il bacino di utenza di servizi come Foursquare (molto limitato rispetto a Facebook) ha rappresentato un freno per le aziende che volevano raggiungere i propri consumatori sfruttando la dimensione spaziale. La geolocalizzazione tramite Places raggiunge finalmente un bacino d’utenza mainstream: questo potrà stimolare investimenti che permetteranno a questa tecnologia di svilupparsi e divenire sempre più rilevante per gli utenti e i consumatori in generale.

Come sosteneva Augie Ray di Forrester in una nostra recente intervista in cui anticipava già Facebook Places, la geolocalizzazione è ancora nella sua fase infantile, quindi da questa evoluzione possiamo aspettarci un forte sviluppo e un aumento del valore che questo servizio può offrire ai suoi utenti.

I commenti sono a vostra disposizione per condividere le vostre riflessioni, i dubbi o i suggerimenti.

Per concludere, ecco un video che presenta chiaramente il modo in cui Facebook interpreta il suo nuovissimo “Places”.

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