Beta Advertising e StorySharing, nuove sfide sul social web.

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ottavio.nava
Molti degli aspetti pratici legati allo sviluppo di attività di marketing e comunicazione stanno cambiando. In particolare il concetto di advertising e quello di creatività assumono, giorno dopo giorno, nuove connotazioni.
Beta Advertising
Nel mondo del software si parla di beta quando ci si vuole riferire ad una versione “in corso d’opera”. Una versione che dovrà essere migliorata giorno dopo giorno, insieme agli utenti. I feedback di chi utilizza il prodotto diventano fondamentali per raggiungere la versione definitiva, a volte chiamata stabile. Spesso però , il successo del prodotto si determina durante la fase di beta testing. I fattori di successo sono molti, ma sicuramente rilevante è la possibilità di adattare il prodotto alle esigenze di chi lo utilizza, come suggerito da Stefano in questo post “Ascoltare e Valorizzare esperienze positive di utilizzo del prodotto, piuttosto che preoccuparsi di generare bisogni”.
Per questo mi piace il concetto di “Beta Advertising”, non un unico messaggio, perfetto, edulcorato, proposto attraverso media broadcast, ma un messaggio “liquido”, capace di adattarsi e evolversi seguendo i feedback di chi ne viene a contatto. La possibilità di evolvere, adattare e modificare un messaggio sul social web è un fattore determinante per mantenere elevata la rilevanza e la risonanza. Un esempio efficace è la campagna Old Spice, proprio ieri Brian Solis ha pubblicato un interessate infografica per presentare alcuni risultati.
StorySharing
Per coinvolgere le persone è sicuramente importante avere una storia da raccontare, una storia che sappia toccare i giusti tasti, che offra l’opportunità di identificarsi, di provare emozioni. La parte più interessante di una storia, qualunque essa sia, è sicuramente il modo in cui viene raccontata, il linguaggio utilizzato sia a livello visivo che a livello espressivo. Ci sono però altri due fattori fondamentali che non possono essere trascurati:
– il contesto: è naturale concepire uno spot tv utilizzando il linguaggio della fiction se questo verrà trasmesso in un durante una fiction o meglio ancora, in un canale tematico dedicato alla fiction. Diversamente su una canale dove le persone sono abituate ad interagire in 140 caratteri la sfida è diversa. La rilevanza rispetto al contesto è un fattore determinante. Certo, anche la capacità di innovare un linguaggio è parte del gioco.
– la condivisione: raccontare una storia è importante tanto quando dare la possibilità di condividerla, fare in modo che altri la facciano propria e la raccontino a loro volta, magari facendola evolvere.
Per questo mi piace parlare di storysharing più che di storytelling, perché sul social web, raccontare una storia e dare la possibilità di condividerla, hanno lo stessa importanza.

Ci sono due concetti a cui penso da qualche tempo, mi rendo conto che hanno sempre più senso, giorno dopo giorno, scoprendo nuovi progetti, lavorando ai progetti per i nostri clienti, confrontandomi con i colleghi. Si tratta di due piccole riflessioni, una riguarda un’evoluzione dell’advertising e l’altra i fattori di successo legati ad un temine molto (ab)usato di questi tempi: storytelling.

Beta Advertising

Nel mondo del software si parla di “beta” quando ci si vuole riferire ad una versione “in corso d’opera”. Una versione che dovrà essere migliorata giorno dopo giorno, insieme agli utenti. I feedback di chi utilizza il prodotto sono fondamentali per raggiungere la versione definitiva, a volte chiamata “stabile”. Spesso però , il successo del prodotto si determina durante la fase proprio durante la fase “beta” (Gmail?). I fattori di questo successo sono molti, ma sicuramente rilevante è la capacità di adattare il prodotto alle esigenze di chi lo utilizza. Il social web offre questa opportunità per sua stessa natura. L’advertising può trarre da questo concetto un insegnamento importante. Come suggerito da Stefano in questo post “Si tratta di ascoltare e valorizzare esperienze positive legate ad un prodotto, piuttosto che generare bisogni sfruttando l’insoddisfazione, la mancanza”.

Per questo mi piace il concetto di “Beta Advertising”, non un unico messaggio, perfetto, edulcorato, proposto in modalità broadcast, ma un messaggio “liquido”, capace di adattarsi e evolversi seguendo i feedback di chi lo fruisce, di chi partecipa. La possibilità di evolvere, adattare e modificare un messaggio sul social web è un fattore determinante per mantenere elevata la rilevanza e la risonanza. Un esempio efficace è la campagna Old Spice, proprio ieri Brian Solis ha pubblicato un interessante visual, sviluppato da Erin Korogodsky di Lithium/ScoutLabs per presentare alcuni risultati della campagna.

StorySharing

Per coinvolgere le persone è sicuramente importante avere una storia da raccontare, una storia che sappia toccare i giusti tasti, che offra l’opportunità di identificarsi, di provare emozioni, insomma, che sappia intrattenere. Per riuscire in questo intento, la storia deve avere il giusto linguaggio, sia a livello visivo sia a livello verbale, su questo non c’è alcun dubbio. Ci sono però altri due fattori fondamentali che non possono essere trascurati e che invece, purtroppo, soprattutto nell’advertising, si tende puntualmente a non considerare:

Per questo mi piace parlare di storysharing più che di storytelling, perché sul social web, raccontare una storia e dare la possibilità di condividerla, hanno lo stessa importanza. Tipp-Ex (un cliente We Are Social) ha deciso di dedicare una parte importante della campagna “White and Rewrite” alla fase di condivisione con il social web e come risultato ha generando word of mouth.

Quali sono secondo voi altri esempi pratici di Beta Advertising e StorySharing?

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