Google lancia Hotpot e spinge le raccomandazioni per i luoghi

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Luca Della Dora

I Location Based Services sono l’argomento caldo del momento, un po’ perché il lancio di Deals da parte di Facebook ha spostato gli equilibri in gioco, un po’ perché anche i brand hanno iniziato a sfruttare intensivamente le opportunità che la geolocalizzazione offre: e poteva Google rimanere fuori dalla mischia?

In realtà, tra Places, Latitude, Images – e altri esperimenti più o meno riusciti – Google ha già provato a dire la sua, ma mentre Places si è rivelato uno strumento utile (con quasi 50 milioni di venue create), Latitude – ad esempio – non è mai decollato, anche perché ha dovuto confrontarsi da subito con Foursquare – e per Crowley che ha visto acquisire e poi accantonare, proprio da Google, il suo Dodgeball è stata una bella rivincita.

Lior Ron – Product Manager di Google – ha spiegato che “Hotpot – questo il curioso nome del nuovo servizio – nasce con l’obiettivo di rendere le ricerche dei luoghi da frequentare ancora più personalizzate, rilevanti e affidabili”. Il funzionamento è molto semplice: cercando – ad esempio – un ristorante attraverso Google o Google Maps, avremo la possibilità non solo di individuarlo, ma anche di assegnargli una valutazione (da 1 a 5 stelle) e di lasciare un commento o dei suggerimenti per i nostri amici (o per le altre persone che lo cercheranno). Man mano che si valutano locali, Google ci fornirà raccomandazioni sempre più coerenti con i nostri gusti perché imparerà a conoscere le nostre abitudini: potremo poi invitare gli amici a provare i luoghi che abbiamo visitato, o a evitare di andare in locali in cui non ci siamo trovati bene. Ovviamente più ricerche faremo e più saranno le raccomandazioni che lasceremo, maggiore sarà il grado di accuratezza dei consigli che Hotpot fornirà.

L’interfaccia – come potete vedere visitando google.com/hotpot – prevede una navigazione su due livelli: uno basato sui luoghi (già visitati, simili a quelli che preferiamo, che abbiamo già votato o che abbiamo salvato per visitare in un secondo momento) e uno che mette i nostri contatti al centro (e che ci fornisce quindi indicazioni sui luoghi che loro preferiscono frequentare o che hanno votato e commentato).

Ma con Foursquare, Facebook Places (e Deals), Gowalla e Yelp (che offre un servizio simile e in USA ha un’ottima base di utenti) che spazio riuscirà a ritagliarsi Hotpot? Alla fin fine il meccanismo delle raccomandazioni è lo stesso su cui si basa Yelp, mentre le dinamiche di gioco garantite dalla leaderboard sono presenti – e maggiormente strutturate – su Foursquare, Gowalla e SCVNGR. Dalla sua parte Hotpot può vantare 50 milioni di venue già create su Places e circa 3 milioni di utenti attivi su Latitude da cui attingere per fornire raccomandazioni efficaci: la Search History consente a Google un grado di conoscenza dei profili di chiunque abbia effettuato ricerche online che nessun altro LBS può vantare, quello che gli manca è l’elemento di socializzazione, garantito – ad esempio – da Facebook (la scelta da parte di Google di non importare automaticamente tutti i nostri contatti – partendo con dai nostri contatti mail – pare un’ammissione di colpa per quanto fatto con Buzz).

I brand (e gli esercizi commerciali in generale) saranno quindi ora più spinti a gestire in modo attento le loro pagine su Google Places per spiccare tra i luoghi consigliati, e per dimostrare agli utenti un grado di interazione significativo: insomma, il paradigma del social web – che impone ai brand di non limitarsi al contatto, ma che li spinge a fornire contenuti di qualità per essere rilevanti – si ripropone anche in questo caso.

Possiamo quindi affermare che per i business sarà la possibilità di essere più rilevanti nelle ricerche (i suggerimenti legati ad una venue sono più credibili se scritti da un amico) e di fornire dati più precisi sulla loro attività (indirizzo, descrizione, rating, valutazione di cibo, servizio, atmosfera altri aspetti a scelta, e – ovviamente – recensione, sono una serie di nuove informazioni che possono spingere le persone verso un ristorante – ad esempio – piuttosto che un altro).

Hotpot verrà utilizzato da milioni di persone, che recensiranno tonnellate di ristoranti, bar e locali? Probabilmente no (anche perché per ora è disponibile solo per Android), ma se anche solo una piccola parte di utenti lo facesse Google si troverebbe per le mani una quantità di nuovi dati non indifferente.

Voi credete che ci potranno essere altre implicazioni? Che sia un’ulteriore minaccia per Foursquare nella geolocation war o che si tratti di un altro esperimento di Google destinato ad essere dimenticato presto (tipo Wave)?

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