Il tasso di crescita degli utenti iscritti a Facebook frena, cosa vuol dire?
Due giorni fa, il 12 giugno, Inside Facebook ha reso noti i dati dai quali emerge un sensibile rallentamento del tasso di crescita mensile degli utenti iscritti a Facebook.
In particolare i nuovi utenti acquisiti nel mese di Maggio si attesterebbero a quota 11.8 milioni mentre per il mese di Aprile gli stessi sarebbero stati 13.9 milioni. Un rallentamento evidente soprattutto se comparato ai dati equivalenti per lo scorso anno che vedevano, su base mensile, un incremento di almeno 20 milioni di utenti.
A cosa può essere attribuito questo, quasi, meno 50% rispetto ai dati 2010? A quanto pare a Stati Uniti e Canada che perdono, in valore assoluto, rispettivamente circa 6 e 1.5 milioni di utenti in un mese (quello di maggio). La decrescita per altri Paesi “storicamente” tra gli early adopter di Facebook, vedi UK, Norvegia e Russia è molto meno evidente per non dire nulla. Nella tabella sottostante, sempre pubblicata da Inside Facebook potete, invece, farvi un’idea della crescita riferita agli ultimi 2 mesi, realizzata principalmente dai Paesi per i quali la bomba Facebook è esplosa, relativamente, più di recente.
Mentre questa notizia, nelle ultime 48 ore, ha fatto il giro del mondo è c’è già chi l’ha sfruttata per titolare ad effetto annunciando il tramonto del fenomeno Facebook, non possiamo non tenere conto, sempre sullo stesso famigerato fenomeno, delle altre notizie/annunci/novità degli ultimi giorni e settimane. Per fare qualche esempio:
a) Si stima che Facebook, entro poche settimane, raggiungerà i 700 milioni di utenti nel mondo .
b) Edison Research pubblica una statistica secondo cui solo il 4% degli americani sotto i 50 anni non è su Facebook.
c) MerchantCircle ne pubblica un’altra che stima che il 22 % delle piccole e medie imprese investe in Facebook Ads e che il 65% di chi lo fa una prima volta, lo farebbe anche una seconda.
d) Kete Kelly della CNBC cita indiscrezioni secondo cui l’OPA di Facebook sarebbe sempre più imminente.
Mancano gli annunci ufficiali e Zuckerberg nega qualsiasi sviluppo in tal senso, ma, a quanto pare, bisognerà aspettare solo ottobre, per questa famosa offerta iniziale stimata per più di 100 miliardi di dollari.
E allora? A quali notizie dare più peso? Alle disfattiste? Alle entusiaste? A nessuna di queste?
Se da un lato la logica ci porta a dire che potrebbe trattarsi di un segnale importante, ma che solo aspettando e vivendone gli sviluppi capiremo in quale verso girerà la ruota, dall’altro qualche osservazione, attenedoci allo stato dell’arte e, probabilmente, al buon senso, possiamo farla.
Una crescita infinita, costante, costantemente positiva e strabiliante in termini relativi, di utenti iscritti potrebbe, forse, essere plausibile solo in un mondo altrettanto infinitamente e costantemente in crescita demografica e soprattutto socio-economica.
Al mondo, tutto sommato, perdonate la vena ironica, siamo ancora meno di 7 miliardi e anche i potenziali utenti, soprattutto nei Paesi che per primi e con numeri più altisonanti sono stati travolti dal fenomeno, prima o poi, inevitabilmente finiranno, o quanto meno, diminuiranno.
Non è forse così azzardato pensare, allora, che un rallentamento di questo trend di crescita fino ad ora inarrestabile, sia, tutto sommato, fisiologico.
In secondo luogo non bisogna dimenticare che nei Paesi che fanno un uso più strutturato, complesso e maturo del social network, come appunto gli USA e il Canada, per un’ottimizzazione e un’esperienza d’uso sempre conforme alla performance desiderata e al regolamento vigente, numerosi profili sono stati e saranno, nel tempo, eliminati, perchè duplicati, fake, inattivi da secoli etc. A contare effettivamente, alla fine della fiera, non sono poi gli utenti attivi e il loro grado di attività più che i semplici numeri su nuovi e vecchi iscritti?
In ultimo, sui dati pubblicati è arrivata pronta la smentita/precisazione di Facebook: “From time to time, we see stories about Facebook losing users in some regions. Some of these reports use data extracted from our advertising tool, which provides broad estimates on the reach of Facebook ads and isn’t designed to be a source for tracking the overall growth of Facebook.We are very pleased with our growth and with the way people are engaged with Facebook. More than 50% of our active users log on to Facebook in any given day”.
Alla luce di queste poche, seppur banali, osservazioni e di questi, tanti, forse troppi, numeri, non ci resta che citare un evergreen Manzoniano: “Ai posteri l’ardua sentenza…”