La nuova strategia di Google? Persone, non pagine web

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Il cambiamento è nell’aria. Google, lo strumento più utilizzato a livello italiano e mondiale per accedere a informazioni, marche, esperienze si sta evolvendo radicalmente. Il colosso di Mountain View ci ha abituati ormai al rilascio di decine di novità ogni settimana per i propri prodotti, ma ora il cambiamento è strategico, non tecnologico.

La missione di Google è ancora organizzare l’informazione del mondo e renderla accessibile e utile, ma il modo in cui l’informazione viene organizzata, resa accessibile e utile è sempre più “umano”.

Il recente lancio di Google+, tentativo di Google divenire “social” a tutti gli effetti, è solo un segnale di questa tendenza. Per capire come stia cambiando il web e il social web, diamo uno sguardo alle ultime mosse del motore di ricerca più popolare del mondo.

Dal lancio di tool attraverso cui gli utenti possono gestire la propria reputation online, all’annuncio di funzionalità che analizzano le interazioni social sui website, fino alla scelta di dare – nei risultati di ricerca – visibilità a chi crea un contenuto online (e non più solo al contenuto). In questo panorama Google+ è l’ultimo elemento in ordine di tempo, ma uno dei più rilevanti.

Eric Schmidt, Executive Chairman di Google, è stato molto chiaro in una sua recente dichiarazione a Cannes: “Our social strategy is to take our current products, get users to give us social information and make our current products better”. Le persone, quindi, diventano la base per Google: l’elemento fondamentale. Non più solo contenuti, ma tutto l’universo “umano” che si riferisce ad essi e che li rende utili e interessanti.

Per le marche, è sempre più evidente che “ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca” non sarà più sufficiente: è importante coinvolgere le persone, creare una relazione e offrire valore attraverso una conversazione. Scrivere contenuti (o “pagine web”) con alcuni “accorgimenti tecnici” continuerà a essere importante, ma non più sufficiente, visto il graduale (e necessario) sbilanciamento dei tool di ricerca verso l’analisi non solo del contenuto ma anche della conversazione e del contesto in cui le informazioni nascono.

Le scelte di Google, inoltre, sembrano avere effetti interessanti sulla qualità dei tool social a disposizione di brand e persone: maggiore possibilità di scelta (ad esempio tra Facebook e Google) può creare valore in modo efficace per l’utente. C’è chi – come Chris Brogan – intravede nel nuovo Google+ un’attenzione maggiore alla conversazione “di valore”: ci attendono forse interazioni “social” più rilevanti e meno dispersive? Lo scopriremo presto.

Come percepite questo cambiamento di Google? Sta già iniziando a creare valore nella vostra vita di tutti i giorni o pensate sia ancora troppo presto perché generi un impatto? Intanto, per essere sempre aggiornati sulle evoluzioni “social” della comunicazione e del marketing, vi suggeriamo di iscrivervi al blog di We Are Social.