E tu, perché segui i brand?
Le persone che seguono un brand su Twitter sono più portate ad acquistare e raccomandare i prodotti ai propri contatti rispetto a quelli che interagiscono attraverso Facebook: è quanto emergeva da una ricerca condotta durante il 2010 da iModerate. Lo studio mette in evidenza un divario marcato – com’è evidente osservando i grafici qui sotto – un po’ perché è differente il tipo di interazione, un po’ perché sono differenti le motivazioni e le modalità in cui si entra in contatto con le marche su Twitter piuttosto che su Facebook, dove spesso il Like è “d’impulso”, magari a seguito della stessa azione compiuta da un amico (su Twitter è l’utente a cercare spontaneamente la marca, o il brand ad entrare in contatto con la persona in modo più personale).
GetSatisfaction (utilizzando dati provenienti da Razorfish, Econsultancy e SocialMediaToday) ha pubblicato un infographic che approfondisce questi e altri aspetti legati alle motivazioni – ed alle reazioni – che spingono le persone ad entrare in contatto con i brand su Facebook (e MySpace) e Twitter. È interessante osservare come chi segue un brand su Twitter sia solo 1 volta su 4 già consumatore di quella marca – mentre chi lo è su Facebook lo è una volta su 3 – e sia più interessato alle promozioni ed alle offerte speciali dedicate (43.5% contro il 36.9% degli utenti Facebook).
Un altro punto interessante – quello che maggiormente tocca le marche nella pratica – riguarda il comportamento delle persone al momento dell’acquisto: il 47.75% degli utenti Twitter che seguono una marca dichiarano di considerare solitamente l’acquisto di prodotti di quel brand quando si trovano nel punto vendita (contro il 40.9% di chi ha fatto Like su Facebook), e addirittura il 29.61% afferma di comprare regolarmente i prodotti di quel brand (contro il 17.46% di chi è in contatto con la marca attraverso Facebook).
Cosa emerge da questo studio? Sicuramente che le persone che utilizzano Twitter – e decidono di seguire i brand che preferiscono – sono coinvolti in una relazione più forte con la marca, che ne trae maggiore beneficio in fase di decisione d’acquisto. La ragione di un maggior coinvolgimento è da ricercarsi nell’approccio più personale offerto dal canale – per la sua stessa natura (la risposta diretta e immediata rende una relazione più “viva”) – e nella fatto che, come dicevo, seguire un brand – e un account in generale – su Twitter è un’azione meno “istintiva” che su Facebook, dove invece spesso il Like avviene, a volte, senza una reale motivazione.
La lezione che si può trarre osservando questi numeri è che le marche, su Facebook, devono essere in grado di dialogare in maniera attiva e costante con le persone, dando rilevanza alla conversazione ed ai contenuti condivisi, creando così un rapporto che non sia unidirezionale, ma che metta al centro le persone, facendo sì che il Like non rimanga un’azione fine a sé stessa, ma che offra una vera esperienza.
Secondo voi quali sono invece le cause di queste differenze nelle motivazioni a seguire i brand su due canali così diversi? Vi riconoscete nei dati restituiti dall’infographic o siete degli utenti atipici da questo punto di vista? Lo spazio per i commenti, qui sotto, è a vostra disposizione: usatelo, e non scordate di abbonarvi al nostro feed RSS se volete discutere e restare sempre aggiornati su tutte le novità legate al social web.