Geofencing: i recinti social e l'importanza del contesto
Viviamo da sempre in un contesto con luoghi pubblici, in cui condividiamo tutto con chi ci sta attorno e luoghi privati, a cui solo poche persone hanno accesso e in cui desideriamo una privacy differente e un contesto differente.
I social media hanno abbassato la barriera che separa il “pubblico” dal “privato”, soprattutto in termini geografici: anche quando siamo a casa nostra, ciò che condividiamo sul social web può essere visto da molti. Esistono le tecnologie per scegliere accuratamente chi vedrà un nostro contenuto (ad esempio creare una lista su Facebook o una cerchia su Google+), ma il loro utilizzo non è automatico, a seconda del contesto in cui ci troviamo.
Flickr ha lanciato una nuova soluzione che sfrutta la geolocalizzazione per stabilire se un contenuto pubblicato sia visibile solo a un numero ristretto di amici e persone vicine a noi o a un pubblico più allargato. Questa soluzione si chiama Geofencing, perché si tratta di “recinti” creati grazie alla geolocalizzazione. Quando scattiamo una foto geolocalizzata nel nostro salotto e la pubblichiamo su Flickr, il social network sa – in base alle nostre impostazioni – chi la può vedere e gestisce correttamente le impostazioni di privacy.
L’applicazione su Flickr potrà diffondersi lentamente, ma il trend che inaugura è molto interessante: la possibilità di personalizzare automaticamente la privacy dei contenuti che produciamo in base al contesto in cui ci troviamo.
Da un punto di vista di marketing, i “geofence” hanno un valore fortissimo, perché potranno consentire alle marche di conoscere quelle zone che le persone ritengono pubbliche e individuare i momenti più validi per attivare una conversazione. Questo può rendere il rapporto tra brand e persone ancora più “opt-in”, a richiesta, evitando di invadere zone che sono ritenute private e personali con conversazioni e comunicazioni non richieste.
In altre parole, l’idea di Flickr è molto interessante. L’applicazione attuale è solo una prima realizzazione, ma il potenziale è altissimo, specialmente se la immaginiamo integrata con soluzioni di geolocalizzazione diffuse come Foursquare o social network mainstream come Facebook, Twitter o Google+.
Oggi i social network utilizzano il geotargeting, mostrando messaggi e interazioni sulla base del contesto geografico in cui si trova l’utente. L’evoluzione è intersecare il geotargeting con il “geofencing” stabilito dalle persone: mostrare, in pratica, i contenuti interessanti per il contesto in cui si trovano, sulla base delle richieste e impostazioni stabilite dagli utenti. Un’ulteriore evoluzione verso il targeting “sociografico”.
Cosa pensate del geofencing? Pensate sia utile per proteggere la vostra privacy e per visualizzare contenuti interessanti in base al luogo in cui vi trovate? I commenti sono a vostra disposizione per raccontarcelo.
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