Strategia digitale: dalla "tradigital era" alla "connected era"
C’era una volta la “tradigital era”. Sono passati pochi anni dai momenti d’oro di quel periodo, ma il modo in cui usiamo i canali digitali oggi è talmente diverso che quel periodo sembra lontano come una favola. C’era una volta un modo di comunicare attraverso i canali digitali ereditato dall’advertising tradizionale. Le marche acquistavano spazi pubblicitari (spesso banner) o inviavano messaggi email interrompendo l’esperienza che le persone vivevano altrove, per segnalare il proprio prodotto sul proprio website, o la propria attività tattica sul proprio minisito in flash.
I risultati attesi si esaurivano in fretta: click e visite erano i parametri più considerati.
Poi sono arrivati i social media. Le persone hanno imparato a comunicare tra loro e ad apprezzare lo scambio a pari livello con le marche.
Nella connected era, la strategia che funziona meglio è ascoltare, comprendere e partecipare alla conversazione delle persone. Interromperle con un messaggio non sollecitato, non atteso e non rilevante per portarle verso i propri canali funziona sempre meno. Le marche ora partecipano sempre più alla conversazione e sono attive nei canali dove si trovano le persone. I “minisiti” hanno sempre meno senso, soprattutto ragionando in logica di lungo termine, mentre i website hanno una componente social e sono una parte importante di un vero e proprio ecosistema di marca: un’architettura di tutti i canali del brand (come il website) o partecipati dalla marca (come le Facebook Page, i canali YouTube o i profili Twitter). A livelli diversi, i brand caratterizzano il proprio ecosistema, composto anche da piattaforme di ecommerce con implicazioni social.
I risultati attesi sono rivoluzionari: costruzione di fiducia, creazione di una community (non one-shot, ma pensata per il lungo termine) di persone con interessi affini, acquisto (come estensione di una relazione forte) e soprattutto advocacy.
Il passaggio dalla “tradigital” alla “connected” era non è automatico né netto: è un percorso graduale. Alcune marche si stanno rendendo conto ora dell’opportunità, altre hanno già abbracciato il nuovo modo di pensare, orientato alla conversazione.
Quanto vedete della connected era nella vostra vita di tutti i giorni? Vi imbattete ancora in strutture “tradigital”? I commenti sono a vostra disposizione per raccontarcelo. Se vi è piaciuto questo post, considerate la possibilità di iscrivervi al nostro blog, per rimanere sempre aggiornati su come le persone comunicano e come le marche partecipano alla conversazione.