I confini (scomparsi) della conversazione
In passato, la conversazione era confinata ai canali di nascita: un’affissione negli anni ’60, uno spot televisivo negli anni ’80, un website all’inizio degli anni ’00.
Adesso non sono più i canali attraverso cui comunichiamo a definire “come” si svolge una conversazione, proprio perché non è più il luogo (digitale) di partenza a definire “dove” continuerà un dialogo.
I social network, con la velocità che li caratterizzano, si aggiornano continuamente e la direzione è, sempre di più, l’integrazione. L’ultimo dei tanti social network che si sono integrati con Facebook è Instagram.
Instagram sta diventando il più grande social network mobile, basato sulla condivisione di immagini. L’unico modo di utilizzare Instagram è attraverso la App iPhone dedicata: apparentemente un vincolo che esclude chi non possiede uno smartphone Apple. “Apparentemente”, perché da pochi giorni le immagini di Instagram compaiono in modo perfettamente integrato con la timeline di Facebook. Quindi, chi porta avanti un’iniziativa su Instagram, si rivolge solo agli utenti Instagram? Non più: si rivolge anche agli utenti di tutti i social network collegati, tra cui Facebook.
Altro esempio è Miso, con l’integrazione delle azioni legate al contenuto all’interno dell’esperienza Facebook o Foursquare (con la condivisione delle azioni riferite ai luoghi) o Spotify (disponibile fuori dall’Italia, per ascoltare e condividere la musica). Facebook, tramite la propria iniziativa “Open Graph”, sta facilitando questa integrazione.
I confini della conversazione tra persone, ma anche tra marche e persone, sono sempre più “liquidi”: un altro risultato del passaggio dalla “tradigital” era alla “connected” era. È sempre importante tenere in considerazione i canali verso cui la conversazione può evolversi e non solo i canali dove nasce perché – spesso – è “nel secondo passaggio” che raggiunge la parte più consistente della community.
I commenti sono a vostra disposizione, ad esempio se volete raccontarci i canali che amate vedere “sconfinare” su social network più diffusi come Twitter e Facebook.