Dialogare con un miliardo di persone su Facebook: tra scienza e creatività
Sono passate solo poche ore dal momento in cui Mark Zuckerberg ha annunciato il superamento di una milestone significativa per Facebook: ora più di un miliardo di persone sono attive sul social network ogni mese. Un numero simbolicamente molto importante: Facebook vuole essere un connettore, un mezzo per unire, per avvicinare le persone, per ricordarci che non siamo soli. Questo il tema del video celebrativo del traguardo.
Connettere persone, anche quando le persone rappresentano brand: la missione di Facebook sembra trovare il consenso della community di utenti che ogni mese condividono le proprie esperienze, opinioni, richieste, informazioni e acquisti.
I canali social stanno affrontando una crescita continua: questo consente di renderli uno strumento sempre più potente per raggiungere le persone, ma espone gli utenti a un numero di input in aumento continuo. Le persone quindi devono ricorrere a “filtri”: automatici, come gli algoritmi utilizzati dai canali social per definire le priorità tra i post mostrati; comportamentali, scegliendo di distogliere l’attenzione da fonti troppo invadenti o manuali, attivati dagli utenti che scelgono di esplicitamente di non voler più vedere alcuni tipi di aggiornamento.
In questo panorama è importante che le marche siano rilevanti perché riescano a coinvolgere le persone. Per poterlo fare è indispensabile unire un approccio “scientifico” con un approccio creativo. Ecco perché raccogliamo ogni giorno informazioni rilevanti sulle tipologie di messaggio più interessanti per gli utenti delle community: forma, estensione, momento di pubblicazione, tipologia di post, canale, tipologia di condivisione sono tutte variabili da considerare in modo analitico per raggiungere il target nel momento più rilevante.
Un esempio statisticamente rilevante, ma da approfondire con analisi ad hoc quando ci rivolgiamo a una specifica community è riassunto da Compendium in una infografica interessante, che risponde ad alcune domande su tempi e tipologie di sharing più efficaci per pubblicare aggiornamenti. Questa analisi, nello specifico evidenzia che, mediamente:
- Per le attività B2C, i giorni migliori per pubblicare sono lunedì e mercoledì su Twitter, lunedì su LinkedIn;
- Gli hashtag funzionano molto bene per attività B2C, meno per B2B;
- I punti di domanda riducono l’engagement: i post che terminano con un’interrogativo di solito ottengono meno reazioni;
L’approccio analitico si affianca a un lavoro creativo molto approfondito. Questo aspetto rende le conversazioni “notevoli” (“remarkable”, direbbe Seth Godin): individuare una strategia solida e declinarla in stream di conversazione consente di sviluppare una relazione attraverso scambi comunicativi tra loro coerenti. Non solo: consente alle marche di rimanere in fortissima sintonia con le passioni e le esigenze delle numerose nicchie che compongono le community di riferimento.