Quando twittare? Quando le persone lavorano #studio

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Luca Della Dora

Abbiamo discusso più volte dell’importanza di conoscere tempi e modi per interagire al meglio con le persone. Prendere parte alle conversazioni o rendere efficace la presenza di un brand sul social web significa innanzitutto capire le abitudini ed i bisogni dei nostri interlocutori.

Twitter vs Facebook - Timing

È per questo che in we are social siamo molto attenti alla comprensione di questi temi.

Un interessante post pubblicato da Radian6 ci offre l’occasione di rimarcare, ancora una volta, che “sul social web è cruciale non soltanto quello che si dice, ma anche in che modo si decide di farlo“.

Sappiamo che ogni canale ha le proprie specificità, vuoi per la natura intrinseca, vuoi per la tipologia di persone che lo frequentano. In questo caso Radian6 ha messo a confronto come è, mediamente, consigliabile condividere contenuti su Facebook e Twitter.

 

Quando twittare? Quando la gente lavora
Uno degli spunti interessanti che emerge è legato agli orari in cui gli utenti interagiscono maggiormente: su Facebook questo avviene maggiormente in orario non lavorativo (tra le 8 di mattina e le 19 i post ricevono mediamente il 14% di interazioni in meno); su Twitter avviene esattamente il contrario, visto che i tweet pubblicati durante il giorno ricevono il 30% di reazioni in più rispetto a quelli fuori orario di lavoro. La natura mobile e la maggior rapidità di interazione di Twitter influenzano indubbiamente questo comportamento.

Timing - Twitter vs FB

 

Keep it simple
Un punto in comune tra i due canali è una regola che vale non solo per i social media, ma per la comunicazione in generale: less is more. Sfruttare tutti i 140 caratteri concessi da Twitter, o riempire uno status update di Facebook con un romanzo breve non sono pratiche consigliate: i contenuti sopra gli 80/100 caratteri diminuiscono le interazioni (del 23% su Facebook e del 17% su Twitter). È quindi importante comunicare le informazioni veramente importanti e non essere prolissi.

FB e Twitter - CTA

Quando ci rivolgiamo alle persone che seguono un brand lo facciamo perché vogliamo comunicare qualcosa, perché vogliamo coinvolgerle in una determinata attività, o semplicemente perché pensiamo di poter fornire loro qualcosa di interessante o divertente: quello che ci aspettiamo è una reazione, fondamentale per attivare uno scambio reciproco che attivi una relazione vera e propria tra marca e persona.

Affinché questo accada è importante ricordare che:

 

Questi sono solo alcuni dei dati emersi dallo studio pubblicato da Radian6: sono spunti sicuramente utili per capire in che modo gestire la presenza del proprio brand sul social web, ma sono ancor più interessanti perché sottolineano, ancora una volta, l’importanza di conoscere la propria audience e di non trattare allo stesso modo tutte le persone (o i gruppi di persone) cui ci rivolgiamo.

Uno dei motivi che ci rende felici di aiutare i nostri clienti è proprio l’opportunità di capire insieme quali sono le abitudini delle persone che desiderano interagire con loro, e studiare le migliori modalità per farlo e rendere la presenza un processo di scambio reciproco in termini di valore creato e ricevuto: in fondo comprendere le abitudini delle persone è un passaggio fondamentale per qualsiasi brand che decida di fornire un prodotto/servizio migliore, non pensate?