Mercoledì Social #138

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sofia.pomoni

Thank God is… Wednesday. Che non è Friday, okay, ma è sempre più vicino al weekend. E soprattutto che è il consueto appuntamento con il nostro Mercoledì Social. Benvenuti, mettetevi comodi, iniziamo.

Amazon cresce e diventa social
L’eCommerce brilla ormai di luce propria e Amazon l’ha capito da un po’. Il colosso di Seattle ha presentato le sue prime brand pages che daranno vita a dei veri social shop. Le pagine sono personalizzabili e gratuite, si può scegliere la struttura e quali elementi inserire. Da questo punto di vista, Amazon prende il meglio dalle pagine brandizzate di Facebook o Pinterest (in particolare, la grafica user friendly), tanto che aggiunge i social buttons per la condivisione sui social network.

Una novità assoluta è il connubio tra eCommerce e contenuti editoriali: si può infatti creare dei post che si affiancheranno alle classiche immagini della merce. Il servizio – promette Amazon – offre inoltre degli strumenti per ottimizzare gli obiettivi di marketing e analizzare il target desiderato.

Di calcoli e analisi
È di poco tempo fa la notizia di un nuovo tool sviluppato da HubSpot, che aiuterebbe a comprendere il valore di un Like o un Fan. La formula creata ha preso il nome di VOAL – Value Of A Like. Il risultato che avrete inserendo 6 dati in questo strumento è da prendere con le dovute cautele, tenendo sempre in considerazione che qualsiasi calcolo del valore delle attività sui canali social richiede molta attenzione, un’analisi anche qualitativa profonda e non esiste un tool in grado di stabilire il valore “vero” di un Like. Quindi la nostra raccomandazione è di farvi un giro sull’applicazione per comprendere alcune delle variabili che possono influenzare l’attribuzione di un peso alle interazioni delle persone sulla vostra pagina, ma di evitare di considerare il risultato come veritiero in senso assoluto.

E sempre parlando di calcoli ed analisi, non poteva mancare Facebook: il mega team di Zuckerberg sta creando un nuovo strumento che permetterà agli amministratori delle pagine di vedere chi ha visualizzato determinati post dividendo le visualizzazioni organiche e quelle virali.
Aspettiamo ulteriori aggiornamenti, stay tuned.

Google, keep calm and pay
Google è responsabile di tutto ciò che appare nelle sue ricerche? La risposta è . Per lo meno, secondo la Corte australiana che ha dichiarato Google azienda “pubblica” quindi garante di ogni contenuto che mette a disposizione.

La parte lesa ha citato Google nel 2009 per non aver rimosso su sua richiesta dei link che lo diffamavano. Per la difesa, Google non è un editore e le ricerche portano a galla i link più probabili.
Tutti gli avvocati di Google non sono bastati per evitare una multa (innocua per il gigante americano) di 200.000 dollari. Una decisione che diventa però importante perché crea un precedente: Google, per evitare di essere trascinato in tribunale da qualsiasi utente, potrà in futuro togliere siti dalle sue ricerche a ogni richiesta. Con tutte le conseguenze del caso.

Retailer e social network
Piazzarsi su Internet per vendere, è una cosa. Scegliere dove farlo e perché, è un altro paio di maniche. Un’infografica ci illustra le scelte dei top 250 Internet retailers ed emerge che Facebook e Twitter sono ancora numeri uno: la presenza è rispettivamente del 97% e del 96%. Fanalino di coda per Google +, che con il 73%, guadagna comunque 6 punti percentuali da Maggio 2012. Davanti a Google+ con il 78% di rivenditori c’è Pinterest, mentre la medaglia d’argento è per YouTube (90% di retailer).

Per oggi il Mercoledì Social finisce qui. Potete andare, ci risentiamo presto 🙂