Mercoledì Social #148

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Luca Della Dora

E come ogni mercoledì, anche questa settimana è mercoledì. Un mercoledì diverso, diverso perché arriva a pochi giorni dal XLVII SuperBowl: ok, è un evento che in Italia coinvolge fino ad un certo punto, visto che il football americano non è esattamente lo sport nazionale da queste parti, ma è sempre interessante osservarlo dal punto di vista scenico e – in generale – di comunicazione e marketing.

Non hanno vinto i Baltimore Ravens, ma Twitter
Proprio così, perché se l’anno scorso tra tutti gli spot trasmessi durante l’evento, Twitter e Facebook erano stati menzionati lo stesso numero di volte (8 ciascuno), in questa edizione Twitter ha fatto la sua apparizione nella metà dei commercial: ben 26 volte (sui 52 spot totali). Facebook si è fermato a 4, mentre di Google+ nemmeno l’ombra.

È una statistica che conferma – nel caso ce ne fosse bisogno – che il canale più vicino alla fruizione di eventi in tempo reale (ed alla TV) è proprio Twitter, mentre Facebook rimane comunque presente per la sua presenza mainstream e per approfondire conversazioni su temi “lanciati” su altri canali, lasciando Google+ relegato nell’angolo dei canali che devono ancora trovare la propria posizione tra un pubblico così ampio ed eterogeneo (come quello che segue eventi come il SuperBowl).

Qui potete trovare il dettaglio delle menzioni di Twitter e Facebook negli spot del SuperBowl.

È poi interessante osservare come, sempre su Twitter, molti brand abbiano dato il meglio, con contenuti in grado di coinvolgere le persone e di dare vita a veri e propri fenomeni legati al momento: quello di Oreo legato al momentaneo black out è esemplare:

XLVII SuperBowl commercials: il vostro preferito?
Ecco, dopo aver constatato che Twitter può essere considerato IL second screen, vediamo la consueta carrellata di spot che hanno tenuto compagnia ai telespettatori durante il SuperBowl.

Secondo me la capra di Doritos vince a mani basse questa edizione. A voi invece quale è piaciuto di più? Non ditemi quello di GoDaddy per favore…

Il miglior momento per postare su Facebook? Non esiste
Come “non esiste”? Dopo tutti gli studi di questi anni, le considerazioni di esperti e la creazione di tool appositi… Ok, non è esattamente così. La verità è che non esiste un “miglior momento universalmente valido”, non che per la nostra community di riferimento non esistono orari preferibili ad altri.

Quello che sottolinea PostRocket in questo articolo è che è fondamentale conoscere la community con cui desideriamo interagire per conversare nel momento più adatto: questo non significa pubblicare contenuti quando l’attività sulla pagina è più alta, perché – ad esempio – si correrebbe il rischio di apparire di meno nel newsfeed delle persone, che magari in quel momento stanno interagendo anche con altri contenuti in “concorrenza” con i nostri.

Osservare le pagine dei nostri clienti e imparare abitudini e comportamenti delle persone è una delle attività che riteniamo cruciale per creare dei luoghi di conversazione che vadano oltre alla pubblicazione di contenuti, ma sempre più verso la creazione di vere e proprie relazioni tra marche e persone.

I contenuti sono sempre più importanti, e le aziende ora lo sanno
È quello che emerge da questo studio pubblicato da eMarketer, condotto insieme ad Adobe, che analizza le risposte date da marketer che vivono quotidianamente il rapporto con i propri clienti e che sono stati interrogati su obiettivi e attività legate al 2012, e previsioni per il 2013.

Il content marketing era vista come una priorità per il 29% degli intervistati nel corso del 2012, mentre si avvicina al 40% per quest’anno, raggiungendo la volontà di ottimizzare il Conversion Rate e superando la volontà di creare semplicemente Engagement sul social web.

Il ruolo del marketing sta cambiando, e sta creando consapevolezza attorno ad alcuni temi che fino a pochi anni fa erano considerati marginali, o comunque non centrali nelle strategie di comunicazione di molte marche. È un percorso, ed è normale che preveda un’evoluzione e dei cambiamenti legati a moltissimi aspetti non direttamente collegati con il business o la comunicazione. È un cambiamento che ha visto evolvere in modo evidente la figura del marketer stesso: ecco come, secondo Eloqua e JESS3.

Eloqua Road to Modern Marketing Infographic
Qui l’infrographic in hi-res e lo studio che sta dietro alla sua realizzazione

Instagram porta il newsfeed sul web
Dopo aver introdotto i profili consultabili via web (digitando http://instagram.com/wearesocial ad esempio potete seguire l’account di We Are Social), ieri Instagram ha annunciato – e reso disponibile – la consultazione del feed delle persone che seguiamo, anche da web. È sufficiente accedere a http://instagram.com/ e loggarsi per scorrere lo stream degli account che seguiamo.

Instagram feed

È una novità rilevante più in prospettiva che nell’immediato, perché consentirà ai brand di entrare in contatto con le persone anche in momenti in cui normalmente non avrebbe avuto l’opportunità sfruttando Instagram. Il lancio del feed consultabile da desktop è un ulteriore passo di avvicinamento di Instagram alle logiche di social adv di cui si è tanto discusso poco tempo fa, tra ToS e copyright.

Sono ancora assenti numerose funzionalità che renderebbero (e probabilmente renderanno) la piattaforma davvero interessante per i marketer (ad esempio la Search, che potrebbe contenere suggerimenti basati sugli interessi degli utenti, sugli hashtag che usano più frequentemente o su quelli più affini all’hashtag ricercato).