5 caratteristiche del marketing di domani, da Austin – SXSW 2013
“Tra poco il South by Southwest sarà finito e potremo ritornare a viver nel presente”. Così Gary Vaynerchuck ha commentato la settimana appena trascorsa a Austin, e ha ragione: durante il SXSW è fantastico partecipare alla conversazione sul domani e si vive continuamente circondati da grandi idee, spunti geniali (e anche qualche clamoroso “fail”) legato al mondo dell’innovazione.
Gabriele, Ottavio e io non potevamo mancare, come avrete notato seguendo il nostro account Twitter e l’hashtag #wearesxsw. Come da tradizione, il SXSW è anche un’occasione per incontrare i colleghi We Are Social dai nostri uffici nel mondo, mettere a fattore comune le esperienze e capire come si stanno evolvendo marketing e la conversazione.
Per chi non c’era (o per chi c’era e ama i recap), ecco alcuni dei temi più interessanti, soprattutto per chi si occupa di marketing.
- La “socially-led idea“. È sempre più chiaro come le marche siano in cerca di idee profondamente “social”, ispirate e rese possibili dall’ascolto e dalla comprensione delle conversazioni. Idee che consentono alle marche di partecipare in modo rilevante alla vita delle persone, non solo attraverso la diffusione di messaggi in modalità “broadcast”;
- Lo spirito imprenditoriale. Le aziende che sono presenti al SXSW cercano di trarre il massimo dall’incontro con le persone rilevanti per il proprio business. Questo avverrebbe senso se avessero un approccio chiuso, di autocelebrazione. Al contrario, lo spirito è orientato “all’hacking” del proprio business e mettersi in gioco (e in discussione) per migliorare. Uno dei panel più coinvolgenti è stato quello organizzato dal nostro cliente Mondelez insieme a Expion, per discutere il futuro del contenuto sui social media in modo aperto e condividendo le proprie esperienze;
- I dati social. Abbiamo a disposizione dati di ogni tipo creati, modificati, aggiornati dalle persone, ogni giorno. Dati che esprimono ciò che le persone desiderano, ciò che preferiscono evitare, informazioni che possono aiutarci a creare conversazioni, prodotti e servizi migliori. Pochi brand sfruttano tutte le possibilità a disposizione per conoscere le esigenze delle persone, ma è ancora più interessante vedere cosa ci aspetta nel prossimo futuro. Molti chiamano questo trend con l’etichetta non troppo precisa di “big data”, in realtà questo futuro inizia oggi, da analisi, considerazioni e insight che è già possibile sviluppare sulle persone e che si andranno ad ampliare ogni giorno di più. È fantastico avere la possibilità in We Are Social di costruire questo nuovo approccio insieme ai nostri clienti che credono nel valore di questa ricerca e che raccolgono già ottimi risultati in termini di business;
- Contenuto e real-time marketing. È ormai famosissimo il tweet “You can still dunk in the dark“, di Oreo, pubblicato quando durante l’ultimo SuperBowl, con mezza America davanti allo schermo, si è verificato un blackout. Il caso è preso da esempio come azione di “Real-Time Marketing”. L’attenzione verso questo fenomeno non ha fatto altro che confermarne la natura: non si tratta di una tattica completamente nuova, ma è parte di quell’azione di produzione di social content che caratterizza la conversazione delle marche. Il tema non è radunare un designer e un copy in una stanza per rispondere in tempo reale con contenuto creativo. Si tratta invece di ascoltare e reagire con gli strumenti e le persone a disposizione del brand in un modo rilevante per la community. Può cambiare il ritmo delle interazioni (fino a diventare “live” in alcuni casi), per cui è molto importante la capacità di ascolto e di reazione, così come la collaborazione all’interno del team e un approccio flessibile alla creatività;
- Addio interruption marketing. È sempre più chiaro come tutte le strategie di marketing che si basano sull’interruzione di un’esperienza stiano perdendo importanza. Tutte le esperienze che bloccano una conversazione, una fruizione o una condivisione sono sempre meno efficaci perché le persone hanno milioni di alternative verso cui concentrare la propria attenzione. Timothy Jordan di Google ha presentato alcuni dettagli su come progettare interfacce per Google Glass. Anche se il panel ha deluso chi aspettava di vedere nuove funzionalità o magari di provare la nuova tecnologia Google, l’incontro è stato molto interessante per capire come questa tecnologia potrebbe sviluppare le proprie funzionalità in futuro. Le regole d’oro erano quattro: design (specifically) for Glass, don’t get in the way, be timely e don’t be unexpected. Quindi partecipazione, non interruzione. Praticamente tutti gli usi di Glass presentati avevano una componente social: Path, Google+, Gmail;
Insomma, sopravvivere al “closing party” con Deadmau5 si rivelerà molto utile, anche per vedere di persona queste novità. Non manca molto al “marketing del futuro” e in We Are Social siamo contenti di essere parte di questo cambiamento.