Il presunto declino di Facebook? L'importanza di interpretare i dati
Forse vi sarà capitato di leggere questo articolo di Corriere.it la cui tesi è molto semplice: Facebook starebbe perdendo utenti in modo significativo a favore di altre piattaforme di social networking, su tutte Path, fondato da David Morin, ex Facebook e basato sulla condivisione di “messaggi privati e momenti della propria vita con amici e parenti” attraverso un’applicazione mobile.
Stiamo parlando di 6 milioni di utenti in meno negli USA e 1,5 milioni in UK il tutto negli ultimi 28 giorni. Secondo l’articolo in questione la motivazione sarebbe il “fattore noia”, citando direttamente la fonte della notizia, il Guardian che proprio oggi ha pubblicato la parziale smentita ad opera dei suoi stessi lettori.
Ma da dove vengono questi dati e queste considerazioni?
Facciamo un passo indietro, a gennaio 2013, il Guardian ha pubblicato un articolo che basandosi su una classifica prodotta dal software di social media analytics Socialbakers metteva in luce un calo degli utenti in Gran Bretagna (600 mila in 28 giorni) e iniziava a sostenere la tesi secondo la quale questo fenomeno fosse un sentore di perdita di interesse degli utenti rispetto alla piattaforma o comunque un effetto della saturazione che Facebook avrebbe raggiunto nei mercati “maturi”.
Prontamente il CEO di Socialbakers (Jan Rezab) ha fornito la sua versione dei fatti e spiegato alcuni dettagli interessanti:
Quasi il 50% della popolazione inglese è su Facebook
Il 15% della popolazione inglese ha meno di 13 anni e quindi in modo ufficiale non può essere presente su Facebook
Il 16,5% della popolazione ha più di 65 anni e tipicamente non è molto presente su Facebook (solo il 4% dei 33 milioni di persone sopra i 65 anni è su Facebook in UK)
Ma il dato forse più significativo è questo: Facebook rilascia costantemente i numeri della propria piattaforma basandosi su una delle metriche più oneste in ambito web, gli active monthly users (utenti attivi negli ultimi 28 giorni). Questo significa che se una parte di utenti (magari quelli sopra i 60 anni) non hanno utilizzato il proprio profilo negli ultimi 28 giorni non risultano tra gli utenti attivi e da qui “il calo” che ha dato spazio alla notizia sensazionale. Per non parlare del fatto che data la giovane età delle piattaforme di social networking non esiste alcuno studio sulla stagionalità legata all’utilizzo delle piattaforme stesse.
Queste considerazioni sono molto importanti per leggere in maniera corretta il fanomeno e soprattutto ci impongono una riflessione: Facebook ha raggiunto numeri tali per cui è necessaria molta cautela prima di formulare qualsiasi tesi e giungere a conlusioni affrettate. Simply Zesty ci racconta in questo post perché “non c’è alcuna storia” legata a questo fenomeno e come questi rumor si siano susseguiti nel tempo senza arrivare mai ad alcuna evidenza significativa.
L’articolo di Corriere.it prosegue poi con la seconda considerazione, individuando nella rapida crescita di Path una delle principali cause del “declino di Facebook”. Si tratta di un parere personale più che di un’evidenza dal momento che la piattaforma di Morin si basa su un’esperienza completamente diversa per l’utente rispetto a Facebook, incentrata sulla condivisione di “frammenti” della propria vita con un network di massimo 150 amici, pensata per il mobile e per “la mobilità”. È innegabile che il proliferare di piattaforme di social networking verticali, basati su un’esperienza specifica (Path, Vine, Pheed, Fancy, etc.) non facciano altro che testimoniare il crescente interesse delle persone in nuove modalità di condivisione, collaborazione e conversazione che nella maggior parte dei casi si integrano con piattaforme come Facebook o Twitter.
È altrettanto innegabile che Facebook stia concentrando molti dei suoi sforzi nel studiare, comprendere ed eventualmente acquisire alcune di queste realtà (come successo con Instagram), pensate per una user experience mobile e molto snelle nel rilasciare nuove funzionalità e nella sperimentazione di nuove dinamiche proprio grazie al numero relativamente basso di utenti attivi. Facebook deve accontentare 979.592.400 utenti e gestire 500TB di dati ogni giorno… not an easy mission…