Mercoledì Social #156

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matteo.brignoli

Buongiorno a tutti e benvenuti al nostro consueto Mercoledì social, la rassegna di news sul social web più frizzante della rete!

Twitter aiuta i brand ad ottimizzare la propria attività in 140 caratteri

Il social network ha da poco rinnovato la piattaforma business.twitter.com per supportare tutte quelle marche che vogliono sfruttare al meglio le potenzialità della comunicazione in 140 caratteri: tra consigli utili e case history “di successo”, Twitter spiega alle aziende come gestire in maniera proficua la propria embassy, dall’engagement della community fino alle campagne di advertising. Non manca, tra le altre cose, la possibilità per tutti di indicare il proprio consiglio con un tweet all’account @TwitterAds o utilizzando l’hashtag #TwitterTips. E voi, quale consiglio dareste a un’azienda ancora alle prime armi con Twitter?

http://youtu.be/BGirUZq1WtQ

L’uso degli hashtag da dispositivo mobile e la scoperta di contenuti interessanti

Un recente survey di RadiumOne ha messo in evidenza come il 70% degli utenti che accedono a Twitter da mobile sia propenso all’uso degli hashtag quando si trova a creare un contenuto o ad interagire con un account. Lo stesso report sottolinea che il 43% degli utenti intervistati trova gli hashtag molto utili per scoprire contenuti interessanti e per seguire o prendere parte a conversazioni rilevanti. Quali sono quindi le opportunità per i brand? Senza dubbio questo survey conferma la possibilità per le aziende di attivare una conversazione con gli utenti mediante l’uso di hashtag, aumentando il reach della conversazione stessa grazie ad uso proficuo di questo strumento e coinvolgendo sempre più persone interessate all’attività del brand. Inoltre, sono interessanti gli scenari legati agli strumenti messi a disposizione dai Twitter Ads, come Promoted Content e Promoted Trend, che aiutano ad accrescere la visibilità di hashtag e contenuti mediante un investimento media oculato: pensiamo ad esempio alla promozione di un hashtag da parte dell’account di un canale televisivo, in uno scenario come quello attuale in cui sono sempre più numerosi gli utenti che guardano la TV sfruttando il proprio smartphone come second screen e mezzo d’interazione.

The Twitter cheat sheet

Continuiamo a parlare di Twitter con un’infografica realizzata da LinchpinSeo che contiene una serie di dati molto interessanti sull’engagement e sugli orari migliori per l’attività su questo canale: sapevate ad esempio che i tweet lunghi meno di 100 caratteri sono oggetto del 17% di engagement in più rispetto a tweet più lunghi di quella misura? E che i tweet che contengono un link hanno una probabilità di essere retwittati molto più elevata rispetto a quelli privi di link? L’infografica non vuole ovviamente fornire la “ricetta perfetta” per utilizzare Twitter (anche perché si tratta di una ricetta che non esiste, l’attività dovrebbe essere sempre gestita ad hoc secondo gli obiettivi da raggiungere ed il rispetto dei valori e del tono di voce del brand), ma ci aiuta a visualizzare una serie di dati che possono essere decisamente utili per ottimizzare la gestione di un account aziendale. Rimane aperta un’annosa questione: se e quando sia giusto per un brand inserire in un tweet la richiesta esplicita di ReTweet. Voi che ne dite? 😉

Trovate l’infografica completa a questo link.

Twitter cheat sheet

5 buoni esempi sull’uso di Vine

Chiudiamo la nostra carrellata di news Twitter-centered con la menzione di una simpatica top 5 redatta da eConsultacy su 5 buoni esempi dell’uso fatto di Vine da parte dei brand: l’app lanciata ormai qualche mese fa da Twitter infatti continua a dividere il social web tra entusiasti e detrattori, e sono molte le aziende che si sono cimentate in questi video da 6 secondi con esiti decisamente altalenanti. Da parte nostra, il consiglio che possiamo dare è di evitare di comporre un numero troppo elevato di fotogrammi o frammenti di video, per evitare un montaggio troppo frenetico quando l’app va ad assemblarli. Tutto qui? No, non basta: è importante – ovviamente – essere molto creativi per generare un contenuto che sia interessante da condividere, ma anche avere ben chiaro il tipo di storia che si vuole raccontare (6 secondi sono una storia? Ebbene sì, una storia con una misura temporale da sfruttare al meglio). Un video con una generica ripresa del packaging di un prodotto, magari fatta a scatti, non è decisamente sufficiente.

Non perdetevi la top 5 di eConsultancy a questo link (ci sono anche 5 bad examples, nonostante io mi permetta di dissentire sul Vine-trailer di Wolverine), io nel frattempo ne approfitto per salutarvi con il video realizzato da Doritos per una vera e propria competizione: voi riuscite a riconoscere la canzone suonata dai mariachi in 6 secondi?

P.s. È Mercoledì, giro di boa!