I social media al centro dell'economia collaborativa
Ogni giorno le persone condividono conversazioni attraverso i canali social: in Italia, il 94,5% della popolazione online è attiva sui social media. Questo comportamento è talmente radicato nel nostro modo di interagire che la condivisione e la collaborazione stanno diventando parte della relazione tra marche e persone, con un impatto anche sulle modalità d’acquisto.
Questa evoluzione è oggetto dell’ultima analisi di Altimeter Group, presentata oggi, dal titolo “The Collaborative Economy”. Lo studio evidenzia alcuni punti molto interessanti, resi possibili grazie alla conversazione e alla condivisione “social”:
- Le persone condividono sempre più prodotti e servizi;
- Alcuni brand stanno già sperimentando soluzioni di economia collaborativa;
- Esistono tre fasi della collaborative economy:
- Era della brand experience, in cui le marche sono al centro dell’abilitazione di esperienze vicine al concetto di intrattenimento;
- Era della customer experience, in cui le persone condividono con i brand le proprie idee e opinioni;
- Era dell’economia collaborativa, in cui grazie a soluzioni social, mobile e di pagamento innovativo le persone condividono esperienze, beni e servizi;
- Tre forze rendono possibile l’economia collaborativa:
- Social driver: l’aumento della densità di popolazione, la ricerca di sostenibilità, il desiderio di condividere, una tendenza generazionale all’altruismo;
- Driver economici: la monetizzazione dell’inventario extra o inutilizzato, l’aumento di flessibilità finanziaria, il privilegio per l’accesso (più che il possesso), l’influsso positivo del funding da parte di venture capitalist;
- Driver tecnologici: la diffusione dei social network, la penetrazione di piattaforme e device mobile, il diffondersi di nuovi sistemi di pagamento;
I primi esperimenti di economia collaborativa sono già una realtà, ecco alcuni esempi:
- Microsoft ha lanciato Windows Chip In: gli amici e i parenti possono aiutare gli studenti a acquistare un PC Windows, attraverso un “crowdfounding” personale, in cui l’azienda contribuisce all’acquisto;
- A San Francisco, BMW e Toyota permettono di noleggiare le proprie auto dai rivenditori;
- Barclays sponsorizza il servizio di bike sharing di Londra;
- Patagonia, in partnership con eBay, invita i clienti a comprare l’usato e a vendere ciò di cui non hanno bisogno;
È sempre più evidente per le marche come l’elemento social sia parte dell’offerta, del prodotto o servizio. I brand che possono attivare strategie di marketing basate sulla condivisione social e sulla collaborazione (come nel caso Windows Chip In) hanno la possibilità di sperimentare modelli di conversazione nuovi, che hanno un impatto a livello di business e che presentano l’enorme vantaggio di diffondersi efficacemente attraverso l’utilizzo.