Una conversazione continua, fatta di molte interazioni brevi
Poche ore fa, il grande annuncio: Facebook lancia i “micro video”. Lo fa attraverso una delle numerose applicazioni del suo ecosistema, quella più diffusa, con 130 milioni di utenti: Instagram.
L’introduzione della possibilità di creare video brevi di 15 secondi sul social network integrato con Facebook ha rappresentato secondo molti la volontà di competere con Twitter e il relativo Vine, che – invece – permette di creare e condividere video di 6 secondi.
Sicuramente l’elemento competitiva è importante in questa novità, ma non è l’unico. Twitter (storicamente) e Facebook (più recentemente) caratterizzano i propri servizi per favorire sempre più la diffusione di “social objects”: contenuti condivisi, facili da richiamare all’interno di una conversazione, predisposti a evolvere tramite la conversazione stessa. Altri social network molto diffusi come Tumblr e Pinterest non sono da meno e favoriscono da sempre la creazione e condivisione di piccoli “assaggi” di contenuto.
La mossa di Facebook, quindi, si può leggere anche come un’ulteriore conferma: per le persone sono sempre più interessanti “numerose micro interazioni”. Proprio come avviene nella vita reale, in cui interagiamo con le persone attraverso brevi ma continuativi momenti di confronto. Non muore il contenuto in forma estesa, ma si moltiplicano le occasioni di creazione e di diffusione del contenuto in forma breve.
Con una base utenti di 130 milioni di persone, Instagram aiuterà a rendere più mainstream il concetto di video breve e a accentuare ancora di più come il modo di interagire sui social network si avvicini sempre più a quello della vita reale.
I brand più attenti lo hanno capito e interagiscono con le proprie community attraverso conversazioni alimentate in modo continuativo, creativo, sincronizzato con le esigenze, i gusti e i tempi delle persone a cui si rivolgono.
Si intravedono anche possibilità di applicare il concetto di micro interazione e micro contenuti a contesti di comunicazione assolutamente tradizionali, come quello televisivo.
In questo senso, è molto interessante l’approccio di Twitter, da sempre all’avanguardia nell’ambito della conversazione in tempo reale e nell’utilizzo di forme brevi di contenuto. La soluzione “TV x Twitter” consente di capire in modo granulare quale sia lo spettacolo televisivo che l’utente sta commentando sul canale social, di individuare quali contenuti branded la persona abbia fruito e di attivare una conversazione mirata a partire dai contenuti visualizzati. In altre parole, le micro interazioni e i micro contenuti prodotti dalle persone (tweet) consentono di attivare conversazioni e micro contenuti insieme ai brand, che non partecipano non in una logica di interruzione pubblicitaria, ma che raggiungono attraverso il targeting granulare solo le persone interessate. Questo permette di passare da uno spot a una conversazione continuativa e rilevante.
Ecco come funziona questa soluzione, ancora in fase di sperimentazione negli Stati Uniti
Conversazioni attivate attraverso numerosi contenuti e interazioni continuative: una delle direzioni più rilevanti verso cui si sta muovendo il social networking.