Mercoledì Social #170
Che giorno della settimana è oggi? Esatto!
Quindi partiamo subito con un nuovo Mercoledì (da leoni) Social, l’appuntamento imperdibile per chi vuole cavalcare da vero professionista le onde dei social network!
Saturday (tweet) fever.
O almeno questa sembra essere l’opportunità a disposizione dei brand secondo l’ultimo studio firmato SocialBakers sui migliori momenti per postare su Twitter.
La ricerca evidenzia bene come proprio il sabato risulti il giorno migliore per pubblicare contenuti e massimizzarne il livello di engagement rate.
Date un occhio qui:
Come avrete notato dal grafico, il venerdì c’è sicuramente il maggior volume di tweet con un buon livello di engagement rate, ma è invece durante la giornata di sabato che l’engagement rate dei singoli tweet raggiunge i picchi maggiori.
Motivo? Sicuramente la minor concorrenza in termini di traffico sviluppato dal canale durante il week-end, che garantisce di conseguenza una maggiore possibilità ai tweet di intercettare gli utenti e di ingaggiarli meglio.
Siate quindi pionieri con il vostro brand e fate pascolare i vostri tweet nelle ancora inesplorate praterie del fine settimana!
Mamma ho (visto) l’aereo.
Questo più o meno il senso del tweet lanciato da David Eun, Executive VP di Samsung, pochissimi minuti dopo l’incidente che lo scorso sabato lo ha visto coinvolto assieme agli altri passeggeri del Boeing 777 della Asiana Airlines schiantatosi in fase di atterraggio nell’aeroporto di San Francisco.
Ma quello di David è stato solo uno dei tanti contenuti che, subito dopo l’incidente, hanno iniziato a propagarsi ad altissima velocità sui principali canali social.
Se pensiamo ai 3 giorni che nel 1912 furono necessari alla notizia dell’affondamento del Titanic per arrivare sulla prima pagina de Il Secolo XIX, è facile intuire come questa non sia che l’ennesima dimostrazione di come la velocità di propagazione delle notizie sia uno dei maggiori cambiamenti abilitati dai social media.
Sicuramente quello che sta più radicalmente influenzando la nostra conoscenza sugli avvenimenti di tutti i giorni. Vicini e lontani.
Ma rimaniamo in tema di velocità anche con la prossima notizia.
(Not) Fast and Furious
Per almeno il 45% della popolazione europea i limiti di velocità sono un problema molto serio.
Ma per una volta non si tratta di quelli stradali, a cui ormai sembra ci siamo tutti abituati (o rassegnati a forza di multe).
Si tratta invece dei limiti di navigazione, che vengono tuttora percepiti da una grossa fetta della popolazione come uno degli aspetti più negativi che condizionano la loro esperienza online.
E il senso di limitazione è così forte che, secondo la ricerca “E-Communications Household” condotta dalla Commissione Europea, quasi la metà degli utenti sarebbe disposta a cambiare immediatamente il proprio contratto o provider, se questo gli garantisse di guadagnare qualche Mega al secondo in più.
Inoltre non aiuta di certo, continua la stessa ricerca, che la maggior parte degli utenti tutt’ora ricevano effettivamente meno della metà della velocità prevista dal proprio contratto sottoscritto con il provider.
Velocità e disponibilità di banda, sempre più tema caldo quindi.
E sembra essersene accorta anche l’Unione Europea, che si sta impegnando con diverse disposizioni per una maggiore fluidità di navigazione e per la diminuzione del digital divide: ultimo tra i provvedimenti quello di un taglio del 36% al data roaming tra i suoi Paesi, facilitando così la navigazione dall’estero e rendendola soprattutto molto più accessibile da un punto di vista economico.
Altre interessanti evidenze tratte dalle quasi 30.000 interviste che compongono l’edizione 2013 della “E-Communications Household Survey” le trovate qui.
Se mi lasci (non) ti cancello, mi serve ancora quel nome di ristorante!
La tendenza di Facebook a diventare sempre più accentratore di esperienze online non è di certo una novità. E ora che la Graph Search è stata ufficialmente introdotta nell’interfaccia per centinaia di milioni di utenti negli Stati Uniti (e presto anche per quelli degli altri Paesi), permettendo loro di ricercare facilmente immagini, recensioni di ristoranti e tutto quanto i nostri contatti sono disposti a condividere sulla propria pagina, la guerra a Google è aperta.
Certo si tratta ancora di una versione work in progress, che per esempio non permette di inglobare nelle ricerche gli status update degli utenti, deficita ancora sul riconoscimento di sinonimi e affinità e soprattutto non è ancora disponibile sulla versione mobile app, ma come ben sappiamo il colosso di Mark Zuckerberg non fa mai passare molto tempo prima di colmare i propri gap strutturali.
Credete possibile che questo nuovo tipo di ricerca strutturata su interessi, abitudini e contatti potrà mai un giorno prendere il sopravvento sui sistemi basati sull’affinità tra keywords e pagine web come quello di Google? Noi saremo qui come sempre a raccontarne le evoluzioni , quindi continuate a seguirci!
Bene siamo agli sgoccioli anche questa volta, ma non preoccupatevi…”mercoledì è un altro mercoledì social“.