Mercoledì Social #184

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claudio.mattiello

Cosa vi viene in mente se dico mercoledì? Leoni?! Nì, mercoledì social!

Hootsuite addio?!

Twitter, come Facebook del resto, amplia i suoi strumenti e mette a disposizione per tutti noi una nuova funzione che consente di ottimizzare l’attività di comunicazione attraverso questo canale.

Fino ad oggi, infatti, bisognava passare attraverso strumenti alternativi come Hootsuite per la programmazione dei tweet mentre ora è possibile programmare i contenuti attraverso l’utilizzo di Twitter’s Ad Products., sempre che si abbia attiva una campagna di advertising.

Oltre alla possibilità di programmare tweet con un anticipo di un anno e con una frequenza che può arrivare fino al minuto, la novità interessante è che non bisogna più passare tramite tool alternativi e questo consente di avere contenuti ottimizzati al meglio per l’utilizzo su Twitter. Altro dato saliente è la possibilità di sviluppare contenuti sponsorizzati e mirati su specifici target.

Twitter

Vediamo in dettaglio come fare.

Cliccando sul pulsante blu in alto a destra si apre un box nel quale si può comporre il tweet con la possibilità di aggiungere una foto, ubicazione o una card. Una volta impostato il tweet si può scegliere se inviarlo a tutti i followers o se lo stesso deve essere inviato ad un target specifico.

Si tratta di un ulteriore conferma di come ciascun social network stia mettendo sempre più al centro dell’attenzione l’engagement degli utenti: se da una parte i Brand hanno quindi la possibilità di valorizzare la propria presenza sul canale, dall’altra gli utenti possono entrare più facilmente in contatto con contenuti rilevanti per loro.

Do ut des Google style

Novità in casa Google che si sta preparando a lanciare nuove app mobile capaci di ricompensare gli utenti che danno il consenso a monitorare il proprio utilizzo delle applicazioni e le loro abitudini di navigazione.

google

“Mobile Meter”, questo il nome del sistema di monitoraggio, sarebbe totalmente volontario e con pieno potere dell’utente che decide se acconsentire o meno alla rilevazione del sue abitudini di consumo dei media da parte di Google.
Tutto nel pieno rispetto della privacy e dell’anonimato, come garantisce il colosso del web, che non è nuovo alle richieste di supporto agli utilizzatori dei proprio servizi. Questa volta però si tratterebbe di un monitoraggio capace di fornire dati molto più accurati sull’uso del mobile.
Se già state pensando di offrivi volontari per avere la ricompensa, frenate il vostro entusiasmo, per ora non ci sono candidature volontarie ed i partecipanti al progetto sono selezionati tramite un criterio scelto da Google.
Ai golosi di Media Analytics non resta che attendere!

Adv per piccole e medie imprese

Quante volte ci siamo ritrovati nella situazione di spiegare il modo in cui i social network influenzano la vita reale?
Bene, un esempio interessante ci viene fornito da Foursquare grazie all’introduzione di annunci per piccole e medie imprese con la quale si potrà effettivamente capire come un ”like” o un “click” si traducono nella vita reale.

Primo passo da fare è creare il proprio annuncio. Si sceglie una foto del locale o un’immagine che rappresenta al meglio la propria l’attività, un budget mensile da allocare e si posta il proprio annuncio. Questo diverrà visibile alle persone che nelle vicinanze stanno cercando il posto giusto dove andare.

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“Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene…” ma la news?
La novità sta nel fatto che se fino a ieri si poteva stimare solo il livello di coinvolgimento che l’annuncio è stato in grado di generare ora l’inserzionista ha la possibilità di monitorare quante persone hanno visto il suo annuncio, come i clienti hanno interagito con lo stesso e quanti tra loro sono effettivamente entrati nel negozio dopo averlo visualizzato.
Si arriva, così, ad avere un’evidenza immediata di quanto guadagno ha generato l’investimento iniziale.

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I risultati sono stati testati da Foursquare su un migliaio di imprese negli ultimi mesi e gli esempi non mancano!

In sintesi, quindi, l’evidenza più interessante per i Brand, in questo caso, è la centralità del tema del ROI e i social network stanno ormai da tempo dando conferma di come sia possibile misurarlo oggettivamente.

Ne bastano 6

Ogni innovazione è accompagnata sempre da una schiera di scettici, poco open-minded, che non credono si possa trovar nulla di buono nella novità. D’altra parte anche Beethoven fu fortemente criticato all’inizio della sua carriera…
Un po’ come è successo con Vine il quale ha dimostrato che quando si ha una buona storia e l’idea giusta, sono sufficienti 6 secondi per rappresentarla. 
A tal proposito oggi vi parliamo di Burt’s Bees, per chi non lo conoscesse si tratta di un brand di prodotti naturali per la cura del corpo.
L’idea del Brand è stata quella di raccontare, con la tecnica dello stopmotion, i grandi classici della letteratura dove i protagonisti, con tanto d’abiti d’epoca, sono in realtà i prodotti del brand.
 
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Ora provate a dire agli studenti di tutto il mondo, che si son dovuti sorbire mattoni di pagine e pagine di racconto, che possono vedere i grandi classici riassunti in 6 secondi…forse non sarà abbastanza per prendere un buon voto al compito di letteratura ma è assolutamente sufficiente per quello di comunicazione.

Questo smartphone non cambia canale!

Le relazioni tra vecchi e nuovi media sono sempre un tema caldo, soprattutto quando entrano in gioco la televisione e il tema del rapporto tra primo e secondo schermo.

La società di ricerca eMarketer ha pubblicato uno studio secondo cui una quota crescente di utenti (che attualmente, varia dal 15% al 17% degli spettatori di uno show televisivo) sia presente in contemporanea, su Twitter e Facebook.

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Ovviamente per dar seguito alle previsioni di crescita di questa quota, occorrerà che i Brand siano capaci di attivare sui social network gli spettatori televisivi.

A conferma di un recente studio Nielsen, relativo all’estensione dell’advertising televisivo al mondo social, Twitter sta già facendo delle collaborazioni televisive un punto chiave del suo business.
Facebook invece, vista l’introduzione solo recente degli hashtags, è un po’ indietro ma l’espansione nel loro utilizzo rende evidente agli utenti quello che sta accedendo in tempo reale sulla piattaforma.
Inoltre la stessa Facebook è prossima al rilascio di nuove API che consentiranno l’analisi delle attività online in tempo reale.

Cosa possiamo concludere allora? La sfida oggi non consiste più nel produrre solamente un buon programma e il relativo spot televisivo, ma bensì nel riuscire a prendere parte alle conversazioni e nelle attività che gli spettatori svolgono durante la messa in onda di uno show.

That’s all folks!