Storie da ricordare (per 24 ore)
Definire Snapchat in 2 parole? Probabilmente dovremmo dire che è “temporaneo” e “privato“: il social network dal CEO 23enne Evan Spiegel da sempre si distingue per la sua funzionalità. Realizzare e inviare ai propri amici brevi video che si “autodistruggono” dopo la visione. Ancora lontano dall’essere “mainstream”, Snapchat ha comunque visto una crescita importante negli ultimi mesi, che ha portato questo canale a un volume di 350 milioni di “snap” condivisi ogni giorno.
Poche ore fa, Snapchat è cambiato, si è evoluto, introducendo la nuova funzione “stories”: gli utenti possono condividere i propri snap rendendoli disponibili a un gruppo di amici o a chiunque per un periodo di 24 ore. Questa nuova funzionalità consente di creare una sorta di “timeline” temporanea.
I contatti su Snapchat, grazie a questa nuova funzionalità, potranno avere il polso in tempo reale riguardo cosa sta succedendo nel proprio gruppo di amici e di contatti, evidenziando l’importanza del “qui e ora” nella conversazione.
La scelta di Snapchat apre il social network ai brand in modo forte: le marche che finora avevano sperimentato questo canale lo avevano sempre dovuto fare in modo personale, one-to-one, senza mai poter capitalizzare le proprie tattiche direttamente su una community più ampia. Ora cambia tutto. La sperimentazione della nuova modalità di condivisione ha permesso di inserire anche una call to action commerciale, al termine della visione, utilizzata da Snapchat per consentire alle persone di acquistare il brano presente nello snap appena visto.
Cosa significa questo cambiamento? I brand dovrebbero essere su Snapchat, oggi? No. A meno che non lo sia il target di queste marche. E solo un’analisi approfondita di queste persone dal punto di vista psicografico e sociografico può consentire di scoprirlo. L’opportunità molto interessante, oggi, per i brand è seguire l’evoluzione del trend che sta alla base di questa evoluzione: una forte attenzione per il contenuto aggiornato, temporaneo, personale (ma non necessariamente privato).
Questo approccio si applica a qualsiasi social network, non solo a Snapchat, ma può essere tenuto in considerazione anche nell’approccio al social content su Facebook, Twitter, Tumblr e gli altri canali utilizzati dalle community con cui i brand vogliono stabilire una relazione.