WhatsApp è di Facebook: cosa cambia?

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Here’s what will change for you, our users: nothing.

Il team di WhatsApp ha voluto dirlo subito, come sempre in modo molto chiaro. Se avete letto qualche notizia tra ieri notte e questa mattina avrete sicuramente intravisto la grande novità: Facebook ha concordato di acquisire WhatsApp per 19 miliardi di dollari. WhatsApp è tra le applicazioni social di instant messaging che stanno vivendo la crescita più forte: 450 milioni di persone lo utilizzano ogni mese e il 70% è attivo ogni giorno.

Ecco alcuni numeri, raccolti dal nostro ufficio di Singapore, che danno un’idea della realtà di WhatsApp.

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WhatsApp rimarrà un brand indipendente, ma come potrà quindi integrarsi nell’ecosistema di Facebook, ormai molto differenziato? Il modello di business di WhatsApp si basa sul pagamento da parte degli utenti di un fee annuale per l’utilizzo: questo per evitare nel modo più assoluto una logica di interruzione, che caratterizza molti tipi di advertising. WhatsApp promette di mantenere questa logica

You can still count on absolutely no ads interrupting your  communication

Ed è emblematica la nota sulla scrivania di Jan Koum, (co-founder di WhatsApp con Brian Acton): “No ads, no games, no gimmicks!”

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L’integrazione di WhatsApp con l’ecosistema Facebook sarà simile a quella di Instagram: non cambierà radicalmente e velocemente il social network acquisito, ma è verosimile pensare a mosse che possano estendere l’impatto e i benefici dell’appartenenza al gruppo Facebook.

È stato Zuckerberg a affermare il valore di offrire agli utenti più esperienze diverse ma collegate tra loro riguardo Facebook:

We just think that there are all these different ways that people want to share, and that compressing them all into a single blue app is not the right format of the future

Per i brand che vogliono partecipare alla conversazione insieme alle persone, è ancora più importante definire una strategia di canale efficace, sapendo che – quando si parla di Facebook – non ci si riferisce all’applicazione dall’icona blu, ma a un sistema di esperienze e identità connesse tra loro.

Facebook ha cercato da tempo di entrare in modo efficace nello spazio del social instant messaging e lo ha fatto spingendo molto soluzioni come Facebook Messenger. Ora, con questa acquisizione, diviene leader in un nuovo ambito social, secondo la missione di “rendere il mondo più aperto e più connesso“.

Non esisterà una logica di advertising inteso come interruzione su WhatsApp, i brand che vorranno essere rilevanti e stabilire una relazione anche su questo canale potranno sperimentare tenendo in mente alcuni elementi fondamentali:

Soprattutto, le marche dovranno considerare le proprie community come trasversali a più canali e non parte solo di un singolo canale.

La scelta di Facebook va anche nella direzione di colmare il leggero gap con le fasce di utenti più giovani, che continuano a utilizzare l’esperienza Facebook principale, ma con una frequenza in alcuni casi più contenuta che in passato. L’acquisizione di WhatsApp è una risposta concreta e molto efficace a questo trend.

Per gli altri social network diventa ancora più rilevante essere differenziati da Facebook e rappresentare un modo di conversare ben definito: Twitter in particolare, nella sua evoluzione per diventare una “global town square” potrà avere successo allontanandosi dal modello di interazione di Facebook e dell’instant messaging puro, offrendo un’esperienza di conversazione unica.

Un’ultima nota personale: Brian Acton, uno dei co-fondatori di WhatsApp, era alla ricerca di un lavoro dopo aver terminato la propria collaborazione con Google. Ecco riassunta la sua storia, in tre tweet.