I brand e l'improvvisazione

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L’arte dell’improvvisazione teatrale si basa su poche semplici regole, punti di attenzione, facili da raccontare, più complessi da applicare: i pilastri di riferimento per chiunque si avvicini a questa disciplina. Secondo Dave Morris (improv actor) queste regole sono sette: play (be present in the moment), let yourself fail, listen, say yes, play the game, relax e have fun.

L’improvvisazione teatrale ha molto in comune con la conversazione, per certi versi è una conversazione. Non solo: ha molti tratti vicini alle modalità in cui le marche possono conversare con le persone. Richiede una partecipazione attiva (play), un’apertura e una sperimentazione controllata (let yourself fail), comporta un dialogo continuativo (say yes), impone il rispetto di alcune regole e patti (play the game). Non solo: è importante che l’approccio non sia troppo ingessato e bloccato da processi troppo complessi (relax e have fun), ma soprattutto richiede ascolto (listen).

L’improvvisazione, come la conversazione, è tutt’altro che “improvvisata”: richiede disciplina e preparazione. Questo vale per la conversazione tra persone, ma è assolutamente vero anche quando a interagire sono brand e persone.

Forse la più importante delle regole per questi tipi di scambio è l’ascolto, che si lega in modo molto forte alla comprensione. Se non si ascolta l’altro, se si cerca di agire portando avanti solamente la propria idea di script, l’interazione si esaurisce velocemente. Per questo motivo le marche studiano le modalità di interazione (anche in tempo reale) più efficaci, con un margine utile a adattare la conversazione alle esigenze delle persone con cui si stanno relazionando.

È molto interessante vedere come i brand si stiano muovendo in questa direzione. Non siamo più in una situazione in cui le marche possono pensare di inserirsi in una conversazione senza aver ascoltato e capito le persone e le loro esigenze. Se in passato alcuni brand hanno cercato la via della partecipazione come primo step, spesso semplicemente per estendere un messaggio pubblicitario monodirezionale, oggi non è più pensabile per chi si occupa di marketing non ananlizzare lo scenario competitivo sui canali social (come dimostra un recente studio di Socialbakers) e la conversazione sul social web.

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Non solo: l’analisi e la comprensione diventano sempre più importanti perché gli strumenti di conversazione sono sempre più rilevanti per le aziende e gli stakeholder delle decisioni prese a riguardo sono numerosi e con responsabilità molto rilevanti, come conferma questo approfondimento dallo stesso studio. Questo vale (con proporzioni diverse) sia per aziende piccole che grandi.

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Questo aspetto influenza anche le scelte legate alla strategia di canale: le aziende scelgono di focalizzarsi su quei canali più rilevanti per il proprio brand, ma lo strumento per capire quali siano è l’analisi delle abitudini del target a livello demografico, psicografico e sociografico.

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L’evoluzione è stata veloce, ma efficace: oggi le marche approfondiscono in modo molto importante le conversazioni e le esigenze delle persone, per poter definire il proprio approccio strategico e creativo alla conversazione.