"Se la tua marca non esiste nella mente delle persone, non ha alcun valore" #FOMG14

News
Luca Della Dora

L’8 Aprile scorso si è conclusa l’edizione 2014 del Festival of Media Global. Si tratta di uno dei più importanti appuntamenti mondiali legati al mondo della comunicazione digitale, capace ogni anno di accogliere i migliori brand e i professionisti più brillanti provenienti da tutto il mondo per discutere del modo in cui sta evolvendo il mondo del marketing.

Screen Shot 2014-04-15 at 16.24.26

We Are Social è stata partner dell’evento e questo ci ha permesso di lavorare a stretto contatto con tutti gli interlocutori presenti, rafforzando i rapporti che si erano già creati in passato con alcuni di loro, e avendo la possibilità di incontrare di persona moltissimi professionisti provenienti da ambiti molto diversi (basti pensare al background di David Shing o all’esperienza in ambito publishing di Lewis D’Vorkin di Forbes).

Abbiamo voluto raccogliere i 4 spunti che ci hanno più colpito, partendo dagli interventi a cui abbiamo assistito, per condividerli con voi e fornirvi il quadro di quello che si è confermato come un momento di condivisione di enorme valore – come l’entusiasmo dei presenti ha testimoniato.

 
#1
David ShingAOL Digital Prophet – ha chiuso così il suo intervento – “Disruption all around us” – dedicato al modo in cui i contenuti creati dai brand stanno evolvendo per competere non soltanto con quelli condivisi da altre marche, ma soprattutto con quelli prodotti dalle persone.

Guadagnare l’attenzione delle persone è sempre più difficile perché lo scenario competitivo è sempre più affollato, e l’abbondanza di informazioni da cui siamo bombardati ogni giorno non fa che rendere il dialogo tra brand e consumatori sempre più complesso: fornire valore non significa più soltanto offrire contenuti utili, ma trovare il miglior momento e contesto in cui condividerli.

 

Ci troviamo assolutamente d’accordo con l’assunto con cui Shing ha concluso il suo talk: conversations, not campaigns.

 
#2
Peter EspersenHead of Global Community Co-Creation di LEGO – ha iniziato così il suo talk in cui ha raccontato l’enorme valore che LEGO ha saputo costruire nel corso degli anni facendo leva sulla voglia delle persone di esprimersi e di farlo insieme a persone con cui condividere la stessa passione.

LEGO non è soltanto il produttore dei mattoncini che hanno accompagnato l’infanzia (e non solo) di milioni di persone, ma sono lo strumento attraverso cui costruire un’esperienza per se stessi, e una marca diventata un vero e proprio ecosistema fatto di persone.

Quando le persone hanno iniziato a riunirsi in community spontanee, LEGO ha preso parte al movimento, l’ha stimolato e gli ha dato voce, creando una connessione forte tra la marca e le persone stesse, che da quel momento sono diventate veri e propri co-creatori uniti al brand da una relazione forte, capace di portare valore a entrambi gli attori coinvolti.

 
#3
Lewis D’VorkinChief Product Officer di Forbes – ha saputo spiegare, in poche parole, lo scenario che tutti i publisher si trovano a vivere in un momento in cui cui il giornalismo deve competere con altre testate, ma soprattutto con un modo di fare informazione in continuo mutamento, in cui è sempre più difficile competere sulla freschezza delle notizie come unico fattore di differenziazione.

Le persone non si informano più soltanto cercando le notizie che gli interessano, ma sono sempre più spesso esposte al flusso che gli viene proposto dai luoghi che visitano, a prescindere da dove si trovino e cosa stiano facendo.

 

L’approccio di Forbes al native advertising mira alla completa trasparenza nei confronti dei lettori e fa leva su 10 punti che spiegano come Forbes è in grado di assecondare i bisogni dei brand che decidono di investire in contenuti condivisi attraverso i suoi canali, ma dichiarando in modo onesto e trasparente chi sta veicolando il messaggio e con quali finalità.

 
#4
Oliver Snoddy è Global Content Director di Twitter, e non poteva che essere lui a parlare della velocità con cui oggi si propagano le informazioni, una velocità che fa sì che i contenuti in real-time diano sempre più valore ai “momenti”.

La possibilità di connettersi in qualsiasi momento, ovunque ci si trovi è un’opportunità unica per le persone, che possono avere accesso a qualsiasi tipo di informazione, ma lo è soprattutto per le marche che saranno in grado di essere rilevanti, reattive e che saranno capaci di rispondere a ciò che le persone stanno cercando (su Slideshare trovate parte delle slide raccontate durante lo speech).

Anche Snoddy chiude il suo talk con un concetto che condividiamo pienamente e che spiega il modo in cui un brand può stabilire una presenza consistente sui social media – e su Twitter in particolare – ragionando sempre in ottica di relazioni di lungo periodo, piuttosto che di singole campagne.

 

I due giorni del Festival of Media Global 2014 sono stati ricchissimi di spunti – oltre ad aver costituito un’ottima occasione di networking con professionisti provenienti da tutto il mondo – e se volete ripercorrere tutto ciò che si è detto, potete farlo seguendo l’hashtag dedicato #FOMG14.