Non esiste un'esperienza Facebook
Ci sono molte, diverse esperienze Facebook. Alcune di queste sono integrate tra loro, altre totalmente separate. La strategia dietro a questi prodotti l’ha chiarita ulteriormente Mark Zuckerberg, in un’intervista di pochi giorni fa.
Prima di tutto, in ordine cronologico, è nata l’esperienza desktop, il contenitore di tutto ciò che il social network poteva offrire in un unico luogo. Poi l’applicazione mobile, inizialmente semplice, si è arricchita progressivamente di funzionalità. Oggi l’accesso via mobile ai social network è cresciuto in modo impressionante, superando in alcuni casi, l’accesso da desktop.
Per questo motivo Facebook ha deciso di investire per evolvere la propria dimensione mobile: l’obiettivo? Suddividere l’esperienza complessa e onnicomprensiva dell’applicazione Facebook in tante micro-applicazioni più focalizzate. Per raggiungere questo scopo, l’impegno è stato in due direzioni: la prima consiste nel costruire e acquisire applicazioni solide e con una user base molto importante, la seconda fa parte del progetto “Creative Labs” e si sviluppa attraverso tanti test che vanno ad approfondire elementi molto verticali dell’esperienza utente.
Tra le applicazioni consolidate ma molto focalizzate su un task: WhatsApp (che Zuckerberg definisce un “rimpiazzo per l’SMS”), Instagram e Facebook Messenger (che Zuckerberg indica come soluzione per chattare con gli amici). Tra gli esperimenti in corso su cui non si può ancora esprimere un verdetto c’è Paper, un’interpretazione interessante del modo social di consumare informazione con un alto impatto visivo. Tra gli esperimenti per ora non riusciti, sicuramente si può menzionare Poke, Facebook Camera o Home.
Facebook chiama questa frammentazione “unbundling” e si ispira a un principio molto semplice, sottolineato da Zuckerberg
Facebook is not one thing. On desktop where we grew up, the mode that made the most sense was to have a website, and to have different ways of sharing built as features within a website. So when we ported to mobile, that’s where we started — this one big blue app that approximated the desktop presence.
But I think on mobile, people want different things. Ease of access is so important. So is having the ability to control which things you get notifications for. And the real estate is so small. In mobile there’s a big premium on creating single-purpose first-class experiences.
Questo principio è molto importante per i brand che desiderano capire e partecipare alle conversazioni delle persone. È fondamentale che, nella definizione delle proprie strategie, non considerino l’esperienza Facebook come un elemento unitario della strategia di canale, ma come un insieme di parti. In alcuni casi queste sono strettamente collegate: Facebook e Facebook Messenger, ma anche Facebook e Instagram (a livello di login, ma anche a livello di condivisione e interazione tra i due social network sugli stessi contenuti). In alcuni casi sono separate, come per Facebook e WhatsApp. In questo caso, anche grazie una raccomandazione della FTC, non sarà facile per Facebook unificare le utenze, ma il social network potrà coinvolgere eventualmente gli utenti in una decisione spontanea di unire in futuro le proprie identità Facebook e WhatsApp.
Identità, dati e connessioni: il social graph degli utenti sarà un comune denominatore sempre più rilevante nella definizione di strategie che hanno impatto su più canali, anche quando si tratta di canali Facebook. Anche se l’identità è trattata in modo molto diverso a seconda dei social network: WhatsApp utilizza i numeri di telefono, Instagram gli pseudonimi, mentre Facebook adotta le identità reali delle persone.
Facebook, da una parte, proseguirà la propria strategia di “unbundling“. I brand, dall’altra parte, potranno trarre vantaggio dagli elementi comuni delle diverse componenti separate da Facebook per raggiungere le persone in modo più mirato e contestualizzato con le loro abitudini e conversazioni.